Proteggere ciò che inizia
L’ho imparato sulla mia pelle. Proteggere ciò che iniziamo, fino a che l’intero processo non si sia consolidato.
Vale per tutto, naturalmente, ma molto di più per tutto quello che riguarda il nostro interno.
Quando qualcosa nasce, ha sempre bisogno di protezione. Che sia un essere vivente, un’idea, un sentire o un progetto, quando “parte”, possiede una sua sorta di energia potenziale; l’energia che gli servirà per arrivare a compimento è già tutta contenuta in una specie di“spazio potenziale”.
Più tardi, se l’energia potenziale iniziale era sufficiente, il tutto prenderà piede, avrà radicato solide radici nella realtà e allora le cose cambieranno, l’energia necessaria gli arriverà dalle interazioni con l’ambiente e… se son rose fioriranno, come si suol dire.
Ma se l’energia iniziale, chiamiamola “energia di lancio” è appena sufficiente, oppure viene dissipata inutilmente nelle primissime fasi di vita, allora le probabilità di arrivare ad una certa maturità auto rigenerante sono tagliate in partenza, e il tutto è destinato a naufragare.
Fateci caso. Avete un’idea, cominciate a pensarci, definite piani e possibili variazioni; in alte parole, progettate qualcosa. Fino a che state zitti, e non ne parlate, la cosa può morire per motivi oggettivi (era un’idea non buona), ma anche proseguire, costruendosi pian piano nella vostra mente.
E più vi cresce all’interno, più sembra acquisire già un corpo suo, una sua ragion d’essere. Poi la mettete in atto. Ecco, in quel passaggio, nell’attimo in cui l’idea si trasferisce dal mondo del potenziale a quello effettivo, tutta l’energia, tutta l’intenzione, tutto il cuore che ci avete messo si realizza nella materia.
E’ nato qualcosa. Ne seguite le prime fasi, la crescita, il lancio in società… ed ecco che il progetto realizzato inizia a muoversi con le sue gambe. Da questo momento in poi la sua energia non è più quella con cui è nato, ma un’altra, qualcosa di cui il progetto si nutre per i fatti suoi.
Ma provate anche solo a parlarne, a chiedere l’opinione di qualcuno prima di quel momento e molto probabilmente la cosa naufragherà miserabilmente. Prima rendete pubblica una cosa in potenza e peggiore sarà il rischio che non veda mai la luce.
Se ci fate caso i quattro paragrafi precedenti possono essere riferiti a qualunque cosa. Ad un figlio, un nuovo rapporto amoroso, l’idea per un nuovo libro, ma anche un progetto di vita, qualcosa che avete semplicemente in mente di fare.
Oppure un nuovo percorso interiore. Se ne parlate quando è troppo presto, avrete la massima probabilità di disperderne l’energia e vederlo morire ancora prima che diventi reale.
Le cose nuove vanno sempre protette, mantenute occulte quanto più possibile, all’interno. Solo dopo, quando saranno pronte per camminare con le loro gambe, allora si che potrete, anzi dovrete manifestarle, dar loro spazio e rilievo.
Perchè paradossalmente, a quel punto avranno ancora bisogno della vostra energia, ma se questa non verrà riconosciuta… allora ci sarà il rischio che il vostro sentire non trovi apparentemente riscontro. Con la conseguenza che con l’andare del tempo la vostra energia se ne andrà da qualche altra parte.
E tanti saluti.
Bello e utile. Grazie Franz!
Come dice Walter qui ci vuole il Sampai.
Onore.
Quante volte lo stesso errore! Sentirselo ripetere da altri, vederlo scritto da altri, è sempre più utile che ripeterselo migliaia di volte davanti allo specchio in qualunque occasione. Una verità solo apparentemente banale, ma assoluta, caro Franz!
Grazie.
Bel post Franz!! Lo condivido…
Un saluto. 😉