Marea Nera: fallito l’ennesimo tentativo di fermarla. La BP conosceva i rischi da un anno.
La BP ha toppato ancora! La falla nel condotto continua a buttare petrolio in mare, il che significa che, nonostante i calcoli dei vari “esperti” siano ormai completamente divergenti, nel Golfo del Messico sono stati buttati quasi sicuramente più di 120.000.000 di barili di petrolio, circa mezzo miliardo di litri!
Nonostante nessun giornale lo dica, è ormai la pià grande catastrofe ambientale che abbia mai colpito il nostro pianeta.
Una catastrofe che peggiora di giorno in giorno, con la BP che tenta le strade più assurde ma non riesce in nessun modo a fermare la perdita.
In più, il New York Times pubblica documenti originali interni della compagnia petrolifera da cui si evince chiaramente che i tecnici erano al corrente dei rischi da oltre un anno.
Avete notato che le testate italiane non stanno dando alcun risalto all’aspetto ecologico e ambientale della cosa? Vi sembra normale?
Com’è possibile che nessuno ancora abbia messa in evidenza e parlato delle conseguenze di un disastro che, quasi sicuramente, ricadranno sulla testa dell’intera popolazione mondiale da qui alle prossime decine di anni?
Ecco cosa vale l’informazione ufficiale.
Niente.
Cominciate a farvene una ragione!
Ciao Franz, l’informazione mondiale è controllata sempre da loro.
Le notizie sanno come darle e quando darle. La gente si deve tutto vedrai che fra poco quando decidono la BP la faranno pure santa.
Ciao Vito.
Ciao^^
Ma sai ai giornalisti italiani quanto gliene frega dei danni ambientali. Le cifre fatte da dollari persi sono mooooolto più interessanti. Grazie al cielo, non tutti gli Italiani sono dei coglioni con il prosciutto davanti agli occhi.…
Io metterei in galera anche i tecnici, ma tanto si risolverà tutto con il pagamento di una multa, anche salata, ma solo una multa.
io prenderei dirigenti e tecnici, e li metterei a bagno maria in uma vasca piena di petrolio per una settimana, così forse si renderebbero conto del bio danno…
Forse potrebbero interessare i primi due articoli di http://scienzamarcia.blogspot.com/
Ma io mi domando: perché scaricare tutta la colpa su BP? Se BP aveva una licenza, qualcuno di statale deve avergliela concessa. E come fai a chiedere una licenza se non hai un PRC ad hoc per tutte le fasi? Secondo me chi ha concesso la licenza è responsabile quanto la BP.
E’ vero, la colpa non è TUTTA della BP, ma non ritengo sia da attribuire a chi ha rilasciato licenze, piuttosto a chi non ha fatto le ispezioni come si deve. Ma sappiamo che tra dichiarazioni di conformità, autocertificazioni e abbondanti “lubrificazioni”, gli occhi di chi deve verificare molto spesso si chiudono, soprattutto se ci sono di mezzo grossi interessi economici.
Le cause di questo immane disastro vanno ricercate molto lontano, a partire da chi ha deciso che niente conta, se non il profitto degli azionisti, e che tutto può essere risarcito.
Esproprio della BP, utilizzo dei suoi fondi per riparare il danno, condanna a vita dei dirigenti e del consiglio di amministrazione, a spalare petrolio dalle coste, internamento a Guantanamo per i controllori che non hanno controllato.
Forse (forse) così si darebbe un segnale vero. Ma se Obama decidesse in questo senso ne farebbero un’altro JFK. :bleah:
In generale sarei d’accordo. Il problema è che, nella fattispecie, non è stato presentato, al momento della richiesta di licenza, alcun tipo di piano di emergenza per situazioni come questa (almeno così ho sentito alla radio). Per questo poi penso che la responsabilità vada a chi ha legiferato in materia. Perché era d’obbligo, a mio avviso, da parte dell’ente preposto, rendere obbligatoria la presentazione di un piano di emergenza e farlo valutare ad uno staff tecnico.
Fermate questa devastante perdita di petrolio!!!!!!!!!!!!!ma con tutti i mezzi che esistono al mondo…le megamenti che costruiscono megacostruzioni in ogni dove!!!!non si riesce tappare un buco, anche se a quella profondità!!!!!!!!!!!!!!! TOPPATELO CRIBIO!!!
la marea nera… il più grande disastro ambientale…
Sentite gente, di disastri veri (senza nulla togliere a questo) ce ne sono ben peggiori e meno mediatici.
Vogliamo parlare dell’ ISOLA DI RIFIUTI del Pacifico, per dirne una? http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/ambiente/isola-rifiuti/isola-rifiuti/isola-rifiuti.html
Una mostruosa eredità da quattro milioni di tonnellate di merda che ci siamo costruiti TUTTI NOI, poco a poco, a furia di produrre, consumare e buttare ogni cosa ci capitasse per mano, sconsideratamente.
Il petrolio, alla fine, è un prodotto naturale. Il pianeta lo digerisce, anche se all’ inizio ne soffre. Le materie plastiche e tutte le altre “meraviglie” industriali sono un fardello ben più nocivo e duraturo.
E soprattutto, ripeto, sono l’ eredità di TUTTO il mondo industrializzato, non la colpa di un manipolo di manigoldi avidi che pur di succhiare un po’ più di greggio fà saltare tutto (stile Chernobyl..).
chiaro il concetto? Indignatevi pure per questa faccenda, è corretto. Ma da qui a dire che sia il peggior disastro ambientale e fare i bravi bambini ecologisti pensateci bene
:unbelieve:
Bujo, a me non è chiaro il concetto. Me lo puoi spiegare meglio? Detto così sembra un po’ uno sclero senza alcun filo logico contro non si sa bene chi…
hai detto quasi bene.
Non è un “sclero” (le facoltà penso ancora di averle) ma uno sfogo. Un pensiero ad alta voce che ho già detto ad altri e ripetuto qui da voi, senza un vero destinatario ma con un messaggio piuttosto netto.
In sintesi: è giusto condannare questa vicenda, ma è sbagliato gonfiarla ed esibirla quale massima espressione dell’ inquinamento ambientale, come ormai sembra sia di moda.…. per la serie “risolta quella non ci sono più problemi”. Ma dove?
Già uno l’ ho rammentato prima (e credo sia fra i più eclatanti e più sottaciuti). A parte il tono polemico, voglio dare uno spunto di riflessione sul tema.
Mmmm… Ok, io non ho gli strumenti per definire la “posizione in classifica” di questa immane merda, per cui è probabile che altre siano maggiori… Però ho letto dati che mi confermano che si tratti del più enorme danno ambientale subito dagli USA. Ed essendo gli USA un 8% della popolazione mondiale, oltre ad un buon quasi 7% delle terre emerse ed ospitano circa il 67% delle specie animali dell’emisfero nord… beh, mi pare si tratti di una merdata di quelle che non solo lasciano il segno, ma di quelle che vanno trattate. Vedi Bujo, mi permetto di segnalare una cosa, poi mi dirai tu se sbaglio, ma se in un Paese accadesse una cosa del genere e non se ne parlasse si direbbe subito che insabbiano la cosa, che c’è la censura, etc. Se ne parlano invece si vuole fare il caso mediatico, ci sono ben altri problemi… E allora? Che si fa? Se ne deve parlare, ma non troppo. E chi indica la quantità giusta? Io credo che sia dettata da quanto la gente ne parla e ne vuole sapere, in un regime democratico. E di questo se ne parla tanto. Allora forse il punto sarebbe che c’è da dare più voce alle altre merde? Sono perfettamente d’accordo. E siccome conosco un po’ il Franz, so per certo che appena le becca qua le potrai leggere e potrai dare il tuo apporto, spero costruttivo. In più: tra una emergenza ed un problema stabile nel tempo, penso sia normale parlare di più dell’emergenza. E’ corretto parlare del problema delle scorie radioattive, ma se salta per aria una centrale permetti che in quei giorni se ne parli di più? Che dici? Buona serata.
io la vedo da un angolo diverso.
un disastro ambientale, per essere definito tale, deve avere dei “requisiti”, diciamo. E se è vero che la marea di petrolio avrà effetti drammatici a breve termine, ritengo altrettanto vero che ragionando in termini di decenni (non di più) l’ ecosistema se lo sarà già dimenticato.
Il pianeta – per fortuna – è un sistema dinamico e il petrolio è un suo prodotto: mi pare plausibile che riesca a digerirlo senza troppi sforzi. Quindi anche se questa è un emergenza, come dici, lo è solo sul momento (anni).
Viceversa un problema come quello che ho proposto ha un’ aspettativa di vita e, di conseguenza, un ritorno di effetti dannosi enormemente più lungo e insidioso (centinaia di anni o più). Ecco perché mi irrito a sentir parlare non “troppo” ma nel modo sbagliato di eventi come la marea nera e parimenti a veder taciute altre magagne dalla portata più ampia (a lungo termine).
Sarà il mio mestiere di medico, ma ormai ho imparato che le patologie lente e “silenziose” sono ben peggiori di quelle eclatanti e violente, per quanto possa sembrare il contrario: perché quest’ ultime le vedi e sai come affrontarle, mentre le altre sono molto più sfocate e tendono spesso a passare inosservate per poi riemergere quando ormai è tardi..
Ehm… Bujo, dove eserciti come medico, che mi spaventa un po’, la cosa. Come fai a dire che non è a lungo termine il disastro del petrolio? La sparizione di un così elevato numero di animali e piante porta inevitabilmente a sconvolgimenti dell’ecosistema che potrebbero richiedere secoli, per recuperare, sempre ammesso che accada, l’equilibrio. Nessuno vuole sottovalutare sta cazzo di isola di plastica, figurati, anzi… Ma non diciamo eresie, però, altrimenti si perde anche il senso della discussione, suvvia…
potrei ritenermi offeso dalla tua prima frase… da quando in qua si valuta la competenza professionale di uno sulla base dei discorsi che fà nelle notizie di cronaca?
ma lasciamo perdere. Ho detto che potrebbero volerci decenni per “dimenticare” questa marea nera. Se ciò possa apparire come un lasso di tempo più o meno esteso è a discrezione di ognuno. Per me non lo è. Non lungo termine, almeno, al massimo medio (su scala biologica).
E l’ importante, che nessuno sembra cogliere, è che sono due tipi differenti di inquinamento: uno è “naturale”, l’ altro artificiale. Caspita, ci sono batteri che se lo mangiano, il petrolio!! Prova invece a dar loro in pasto un bel pezzo di plastica. O di vetro, di mercurio, di piombo. È roba ETERNA, contamina l’ ambiente, gli organismi la assumono e non riescono a demolirla, può indurre mutazioni e compagnia.
Morale: sono due disastri, gravi, pericolosi e quant’ altro. Ma uno se lo godranno anche i posteri.
Comunque bujo sono abbastanza d’accordo con te, non pensare. Solo che non penso sia corretto “sottostimare” la gravità di questo disastro. Per quanto concerne l’isola dei rifiuti, che non è la trasmissione di mediaset, se vi fosse la volontà sarebbe assolutamente meno grave di come è ora. Nel senso che esistono dei progetti di recupero della plastica ed esistono dei sistemi di rivalutazione dei materiali recuperati. Il problema è che al momento nessuno vuole risolvere questo problema, trasformandolo in un cataclisma. Inoltre, senza stare a ribattere sulla durata del problema del petrolio, che non è di qualche decennio, ma se si sputtana un ecosistema è definitivo, so che esistono degli studi che dimostrano che vi sono dei batteri che “mangiano” la plastica trasformandola in sostanza organica: anche qui nessuno ci ha investito una lira e gli studi giacciono da oltre 5 anni. Il problema è dunque economico: il petrolio è ovviamente un danno economico immediato: risolvere subito! L’isola al momento no. Eppure… I Rothschild operano nel campo dei rifiuti attualmente, creando un business di miliardi di euro. E guarda caso un rampollo sta partendo per raggiungere l’isola, con un’imbarcazione da lui costruita, per “sensibilizzare” il mondo su tale problema. Vedrai che saranno loro a “risolverlo” trasformando un grosso problema in un affare milionario.
allora mi sa che dobbiamo proprio arrangiarci con i ricchi “filantropi”, per così dire, stile Shuttleworth… 😉
e siamo messi bene, si!
a bujo: certo, vero quello che dici se non fosse per il fatto che a morire atrocemente in mezzo a quel petrolio ‘naturale’ ci sono degli esseri viventi chamati animali. ma forse per te quello e’ un particolare ininfluente.….
non farmi la predica.
Gli animali muoiono anche per gli effetti dei rifiuti nell’ oceano e per altre mille cause (tutte di nostra origine, volenti o nolenti, tue e mie). E sono convinto che ne moriranno anche di più, se è la quantità che ti interessa, a causa di quel trash vortex che non della marea nera.
Lo dirò un’ ultima volta: guardate gli effetti a lungo termine. Se lo fate probabilmente scoprirete che esiste roba anche peggiore di ciò che ho detto. Perché – in definitiva – è l’ uomo il problema. Fine dei discorsi.
purtroppo e’ quella bestia schifosa erroneamente chiamata uomo il vero problema… hai ragione.
io sono vegetariana e coltivo il mio piccolo orto biologico(?), ho eliminato l’automobile se non per le cose strettamente indispensabili, anzi sto pensando di vendere pure quella, litigo con i vicini di casa perche spruzzano ddt sul prato (hanno schifo del ragnetto e della formichina) e sui miei lamponi a confine, vorrei raccogliere l’acqua di sorgente ma non c’e’ da fidarsi, a volte ha un’odore strano, vado al mare e tolgo i sacchetti di plastica che galleggiano in acqua, faccio la raccolta differenziata, raccolgo il compost per l’orto e quel che posso lo riciclo, rispetto e proteggo gli animali.…. a me non sembra cosi’ difficile attuare queste cose.…. perche non possiamo farlo tutti .…. ma e’ davvero cosi’ difficile?
Scusa, ma dove vivi, perché i tuoi vicini riescano a procurarsi ancora del ddt, in Congo?
non è difficile, è solo.…. noioso (passami il termine). È troppo più comodo gettare tutto in un bidone, usare l’ auto anche per andare al cesso, tenere il climatizzatore a palla così da girare dentro casa in bikini d’ inverno e in maglione d’ estate, ecc, ecc, ecc.….
vuoi mettere? Sono ironico, ma la verità è questa. Per non parlare del fatto che, se anche uno decidesse di fare il “virtuoso”, ci penserebbero gli altri anelli della catena a mandare tutto in malora.… quante volte si legge dei rifiuti scaricati ovunque senza ritegno? A quel punto che importa se sei stato bravo all’ inizio?
Eppure da alcune parti il sistema funziona… e funziona dannatamente bene! Se impostato nel modo giusto e se, cosa FONDAMENTALE, fatta cambiare abitudine mentale alla gente (è quello il nodo gordiano), i risultati sono ottimi.
Ma il discorso è un altro. Sulla Terra siamo 7 miliardi e rotti. Di questi ce ne sarà circa un mezzo miliardo che vive in condizioni “agiate” (per la serie, benestanti: non ricchi ma che non gli manca virtualmente nulla di uso comune e che possano togliersi qualche sfizio). Ora, immagina di estendere questo stile di vita al resto della popolazione.….. non esiste! Il pianeta collassa.
La società civile (in senso lato), che è ciò che ci caratterizza, è molto inefficiente. Ha bisogno di tantissime risorse che non restituisce, pensa solo al fatto di avere ogni giorno i supermercati pieni di roba fresca, le tasche piene di oggetti di consumo, sempre nuovi, sempre diversi, spesso totalmente inutili.
È la base del sistema capitalistico, che ha bisogno di un mercato sempre attivo e capace di “ingurgitare” ogni prodotto esca dalle fabbriche, la cui produzione è mantenuta dal consumatore, in un ciclo infinito. Che senso ha il marketing? La pubblicità? Perché ci sono 15000 modelli di auto invece di uno solo? E così via…
Ma ciò non è sostenibile. Almeno io non lo credo. D’ altra parte la sola alternativa che conosco sarebbe l’ orto casalingo e l’ artigianato locale, cioè l’ opposto della globalizzazione. I quali però fermerebbero lo sviluppo.
E allora? Non so, voi che dite?
al veronesi: non me ne intendo di insetticidi, vuoi assaggiarlo per vedere se e’ meno tossico del ddt? magari ti cura anche l’influenza
Mi sa che ne devi aver inalato parecchio…
:shit:
al veronesi: mi sa che ti manca la gnocca
“bestie umane” tu non sai quanto ti adoro…
ma l’unica cosa che sa dire obbbbbama e’ che la bp dovra’ risarcire le vittime?
(l’ecosistema ringrazia di cuore)
come se quei luridi dollari possano compensare quel disastro immondo!!
ma forse qualcuno e’ piu’ contento cosi’… si prende un po’ di danaro e va a vivere da un’altra parte, magari viene qui in italia, tanto c’e’ posto. dovremmo ribellarci tutti a questo sistema di distruzione sistematica del pianeta e cominciare a fare qualcosa di serio per invertire la tendenza invece stiamo qui a scannarci se uno scrive ddt al posto di insetticida…
sono proprio una povera illusa.…..