Vivere a 22 gradi costanti
Sembra che sia il mantra dell’essere umano occidentale, come se il DNA si fosse modificato nel corso del tempo in modo che si sia sempre più predisposti alla totale meccanicità.
In autunno basta che ci siano pochi gradi in meno e scatta l’accensione del riscaldamento. In estate, idem dall’altra parte. Al primo caldo minimamente significativo… ZAC! Via di aria condizionata!
L’uomo non è nato per vivere solo a 22 gradi! C’è una cosa che si chiama sudore e un’altra chiamata calore interno, entrambe messe lì apposta per permettere al corpo di adattarsi a intervalli di temperature esterne anche molto dilatati.
Ieri ero in palestra. C’era caldo, è vero, ma nulla di particolare. Forse ci saranno stati 26 gradi… un po’ di umidità, ma con le finestre aperte era del tutto sostenibile. Eppure ho sentito un sacco di gente sbuffare e lamentarsi “per il caldo insopportabile”.
E che sarà a Luglio o Agosto, quando veramente il calore e l’umidità si faranno poco gradevoli?
Più passa il tempo e più la gente tende a discostarsi dalla capacità di adattarsi alle situazioni, non solo quelle meteo. Eppure l’aria condizionata è quanto di più nocivo ci sia tra i cosiddetti comfort moderni.
Senza andare agli estremi limiti, possiamo vivere tranquillamente con qualche grado in più o in meno all’esterno, e così si è sempre fatto, fino a pochi anni fa. Ma l’uomo moderno non accetta più neppure una piccola variazione di temperatura.
Il freddo non è qualcosa da assaporare, ovviamente entro certi limiti, ma uno spauracchio per la salute. Il sudore non è una cosa naturale, ma un effetto collaterale da evitare a tutti i costi.
Eppure io diffido istintivamente di chi non suda. Chi non suda non comunica. Il sudore, così come le lacrime, sono qualcosa che proviene dall’interno, un indice di apertura verso il mondo, di disponibilità alla comunicazione e, last but not least, di spontaneità.
E poi basta con ‘sta storia che se uno suda, poi puzza: gente… lavatevi! E usate il deodorante per le ascelle. Ce ne sono di ottima qualità che non fanno male alla pelle e non macchiano i vestiti!
Certo che nelle nostre città, se uno suda e poi entra in qualunque locale pubblico d’estate… rischia la broncopolmonite!
Vallo a far capire ai negozianti, che se fuori ci sono 35 gradi e loro ne tengono anche solo 25 in negozio, quando uno entra si becca uno sbalzo mostruoso tra esterno e interno, per giunta in un momento in cui il corpo sta proprio emettendo sudore, e quindi si trova in una condizione di minor difesa nei confronti dei vari agenti patogeni.
Ci sono tanti condizionamenti cui siamo sottoposti. Quello della temperatura e del volerla sempre mantenere costante non è di certo il peggiore, ma è ugualmente un indice.
Un segno inequivocabile di quella tendenza all’immobilità a cui tutto sembra farci convergere negli ultimi tempi.
La sicurezza; è sempre quello lo spauracchio. Cerchiamo la sicurezza, vogliamo essere certi di non soffrire, di non ammalarci, di non sbagliare, di non morire.
L’ho detto tante e tante volte: instillare il bisogno di sicurezza è la principale strategia per controllare le masse. Più avranno paura di ciò che può accadere e più delegheranno volentieri la propria libertà in cambio di, appunto, sicurezza.
Ma in questo modo, l’unica certezza che si riuscità a raggiungere sarà quella di essere morti ancor prima di nascere.
..ma quanto mi trovi d’accordo…
come quel detto zen che mi pare recitasse:
“Quando fa caldo,
…stai al caldo,
quando fa freddo
…stai al freddo”
Il tutto, ovviamente, ben oltre la mera questione climatica… 😉