Sogni e risvegli

La fan­ta­scien­za ha sfrut­ta­to spes­so il mec­ca­ni­smo del­l’au­to­so­mi­glian­za per intro­dur­re dimen­sio­ni supe­rio­ri in cui muo­ver­si più libe­ra­men­te. E’ il caso di film come Matrix o il 13o piano.

Ma, come tut­ti sap­pia­mo, la fan­ta­scien­za non ha mai inven­ta­to nul­la, limi­tan­do­si caso mai ad anti­ci­pa­re sco­per­te che sareb­be­ro arri­va­te da lì a deci­ne di anni (come il gran­de Hugo in Ral­ph 124c41+).

Quin­di, sfrut­tan­do al con­tra­rio lo stes­so mec­ca­ni­smo, per­chè non pro­va­re a pen­sa­re se la nostra non sia dav­ve­ro una real­tà “stri­min­zi­ta” rispet­to alla sua rea­le estensione?

Per far­lo, occor­re pen­sa­re a quan­to acca­de duran­te le espe­rien­ze oni­ri­che. Immer­si nel sogno, per­dia­mo com­ple­ta­men­te memo­ria di quel­la che è la nostra rea­le con­di­zio­ne, ovve­ro quel­la di un cor­po addor­men­ta­to su un let­to a cui non sta acca­den­do nul­la di ciò che sembra.

Sem­pre nel sogno, le nostre per­ce­zio­ni sono com­ple­ta­men­te “sfa­sa­te” rispet­to allo sta­to di veglia, tan­to è vero che spes­so, negli incu­bi, capi­ta di vive­re situa­zio­ni che non ci fareb­be­ro mini­ma­men­te pre­oc­cu­pa­re nel mon­do rea­le ma che lì, nel mon­do oni­ri­co, diven­ta­no asso­lu­ta­men­te terrificanti.

Pen­sa­te ad esem­pio al clas­si­co sogno in cui qual­cu­no ci inse­gue e noi non riu­scia­mo a cor­re­re via, come se ci stes­si­mo muo­ven­do nel­le sab­bie mobi­li. Come è pos­si­bi­le che una situa­zio­ne tan­to impro­ba­bi­le ven­ga vis­su­ta come pro­fon­da­men­te reale?

Ecco, par­ten­do pro­prio da que­sta con­si­de­ra­zio­ne, mi chie­do: per­chè è così dif­fi­ci­le per le per­so­ne com­pren­de­re che le nostre per­ce­zio­ni crea­no una vera pri­gio­ne intor­no a noi, tan­to quan­to quel­le alte­ra­te del sonno?

Ho scrit­to spes­so su que­sto argo­men­to, me ne ren­do con­to, ma que­sto è un pun­to fon­da­men­ta­le del­la ricer­ca: non è il mon­do fisi­co ad esse­re irrea­le. E’ la nostra per­ce­zio­ne di esso che è asso­lu­ta­men­te sbagliata.

La nostra per­ce­zio­ne basa­ta sui sen­si, a loro vol­ta ela­bo­ra­ti da un cer­vel­lo, a sua vol­ta coman­da­to da una men­te, non può esse­re così ade­ren­te alla real­tà, alla veri­tà. Non dovreb­be esse­re così dif­fi­ci­le da capi­re questo.

Solo che è ter­ri­bil­men­te sco­mo­do pen­sa­re che si sta guar­dan­do ad un mon­do la cui real­tà è tan­to fal­la­ce quan­to quel­la di un sogno. E’ sco­mo­do, per­chè a quel pun­to toc­ca fare una scel­ta. Solo che qui non ci sono pil­lo­le ros­se e blu, non c’è un bian­co­ni­glio ad indi­car­ci la stra­da, e nep­pu­re un Mor­pheus che inter­rom­pe il nostro segna­le por­tan­te per­met­ten­do­ci di risve­gliar­ci in un altro mondo.

Qui la fac­cen­da dob­bia­mo risol­ver­ce­la da noi. Cer­can­do, appli­can­do ciò che di vol­ta in vol­ta riu­scia­mo a com­pren­de­re e pro­se­guen­do sem­pre in un’u­ni­ca dire­zio­ne: quel­la del­la verità.

Pri­ma o poi da qual­che par­te arri­ve­re­mo, sta­te tran­quil­li. E se ci dice bene, potrem­mo anche incon­tra­re qual­cu­no che vie­ne pro­prio dal­l’al­tra par­te e che, pro­prio per que­sto moti­vo, cono­sce la stra­da per ritornarci.

Altri­men­ti, pri­ma, è una del­le impre­se più impro­ba­bi­li che esi­sta­no. Tut­te le cul­tu­re, le tra­di­zio­ni e le vie eso­te­ri­che lo dico­no e lo sosten­go­no. Per­si­no quel­le più lon­ta­ne dal­la veri­tà, come il cat­to­li­ce­si­mo e l’I­slam par­la­no di colui che può esse­re una guida.

Capi­te cosa inten­do dire? Toglia­mo­ci di testa le caz­za­te new age, i roman­ti­ci­smi alla kara­te kid o alla Kwai Cheng Kane. Una gui­da è qual­cu­no che sa qual­co­sa che noi non sap­pia­mo. Qual­cu­no che sa come fare per arri­va­re là dove voglia­mo arrivare.

Ma è ovvio che, se quel posto in cui voglia­mo arri­va­re non è la veri­tà, allo­ra dif­fi­cil­men­te incon­tre­re­mo qual­cu­no che ci por­ti ad essa. E’ una que­stio­ne fisi­ca; se devo anda­re da Firen­ze a Mila­no e spe­ro di tro­va­re qual­cu­no che vie­ne da Mila­no, sarà dura incon­trar­lo sul­l’au­to­stra­da per Napo­li, non vi pare?

Poi ci sareb­be parec­chio altro da dire, ma alla fine di que­sto par­ti­co­la­re post, l’u­ni­ca cosa che mi pre­oc­cu­pa­va espri­me­re era che que­sto mon­do non è fal­so; è solo che ne per­ce­pia­mo una por­zio­ne tal­men­te ridot­ta che è come se lo fosse.

Ma ricor­da­te­vi di una cosa: nel mon­do dei cie­chi, l’or­bo è un re.

E di orbi, in que­sto mon­do di cie­chi, ce n’è dav­ve­ro mol­ti di più di quan­to non si pensi.

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13 Commenti
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Fabio

Bel­lis­si­mo post …

non so per­ché… ma ho la sen­sa­zio­ne che la chio­sa fina­le sugli orbi sia una colon­na por­tan­te e cau­sa sca­te­nan­te del­l’in­te­ra rifles­sio­ne… è così? 😉

Artos

Ciao Franz è’ vero quel­lo che dici. Ho let­to che può veri­fi­car­si pure da sve­gli e maga­ri quel­lo che per­ce­pi­sci si può veri­fi­car­si dopo parec­chi anni. Capi­ta ai veg­gen­ti e ai misti­ci da quel­lo che sò io ne par­la il Mae­stro Gesù e il libro del­lo Chuang – Tzu .

Andrea G

“Il mon­do è ciò che sogni”, dice lo sciamano.
“Sia­mo fat­ti del­la stes­sa sostan­za dei sogni” dice Sha­ke­spea­re, che non è uno scia­ma­no ma nem­me­no un cretino.
Que­sto signi­fi­ca for­se che la nostra vita è solo un’ef­fi­me­ra illu­sio­ne di cui sia­mo sem­pli­ci e impo­ten­ti vittime?
Oppu­re che impa­ran­do a “sogna­re” potrem­mo tra­sfor­ma­re il mon­do, “crean­do” ciò che anco­ra non è sta­to visto o immaginato?

O sono vere entram­be le cose, due “pos­si­bi­li­tà”, due sta­ti coscien­zia­li, pun­ti estre­mi di una linea che con­tie­ne un per­cor­so evolutivo?

Direi che ce n’è abba­stan­za da osser­va­re, riflet­te­re e sperimentare.
Per una vita.…o più 😉

Andrea G

Scu­sa Franz ma mi sa che non ho capito… 🙄
In ogni caso nel mio com­men­to ho ten­ta­to di pro­por­re una chia­ve di let­tu­ra del tuo post, inte­gran­do una par­ti­co­la­re con­no­ta­zio­ne data ai ter­mi­ni “sogna­re” o “imma­gi­na­re” in alcu­ne “visio­ni” antiche.
Se pre­si in un cer­to modo stan­no ad indi­ca­re uno dei più gran­di osta­co­li in un per­cor­so di cre­sci­ta ver­so il “risve­glio” (oltre che il pun­to da cui par­tia­mo), dal­l’al­tra indi­ca­no la pos­si­bi­li­tà di inte­ra­gi­re con l’il­lu­sio­ne e cam­biar­la, immer­gen­do­si con­sa­pe­vol­men­te in essa (dicia­mo entra­re in “matrix” dopo esser­ci usci­to e ave­re il pote­re di viver­ci, tra­sfor­mar­la, e, se voglio, aiu­ta­re chi è “pri­gio­nie­ro”).
Cre­do che pos­sa veni­re in aiu­to una distin­zio­ne net­ta fat­ta in psi­co­lo­gia fra “fan­ta­sia” e “imma­gi­na­zio­ne”.
la pri­ma è vaga, inu­ti­le, disper­si­va, e “por­ta via” dal­la realtà.
la secon­da richie­de mol­ta ener­gia, con­cen­tra­zio­ne, volon­tà, ed è con­sa­pe­vo­le, mira­ta e, soprat­tut­to, pro­du­ce ogget­ti­vi cam­bia­men­ti nel cor­po e, per­si­no, nel­l’am­bien­te cir­co­stan­te (a secon­da dell­la “poten­za”).
Soprat­tut­to, e qui mi ricol­le­go al sen­so del post (cre­do…), la pri­ma è carat­te­ri­sti­ca pra­ti­ca­men­te sta­bi­le dei “cie­chi”, la secon­da inve­ce è pos­si­bi­li­tà, “pote­re”, di chi “vede” (di chi è sveglio)…
…e un pò degli orbi!
PS: se per caso sono anco­ra “fuo­ri tema” fam­mi un fischio!!

Artos

Ciao Franz, non è per caso che la coscien­za da sve­gli segue le fasi sola­ri di sei mesi dal­l’e­qui­no­zio di inver­no all’e­qui­no­zio d’e­sta­te fase pie­na e dal­l’e­qui­no­zio d’e­sta­te all’e­qui­no­zio d’in­ver­no fase di svuo­ta­men­to? Men­tre la coscien­za oni­ri­ca segue le fasi luna­ri 15 gior­ni del­la fase di riem­pi­men­to del­la luce e 15 gior­ni di luce calante?

Artos

L’a­ni­ma è coscien­za, ener­gia e spa­zio. All’a­ni­ma pri­ma del­la nasci­ta gli ven­go­no dati cer­te let­te­re, nume­ri, sim­bo­li che duran­te la vita ter­re­na deve spe­ri­men­ta­re. Quei sim­bo­li, nume­ri o let­te­re cor­ri­spon­do­no a pia­ni . L’a­ni­ma che non ha tro­va­to o spe­ri­men­ta­to tut­ti i suoi sim­bo­li etc. rivie­ne incar­na­ta dinuo­vo e que­sto fino a quan­do non con­pren­de se stes­sa. La coscien­za ser­ve a que­sto visto che è una par­te del­l’a­ni­ma. I cicli sono 2 uno sola­re di sei mesi e l’al­tro luna­re di un mese. Que­sto mi è sem­bra­to di aver capi­to dal­la Pistis Sofia del mae­stro Gesù e e dal­la Bha­ga­vad – Gita e Secon­do me anche dal signi­fi­ca­to del nume­ro quat­tro. Per­tan­to il mon­do che tu dici nel post segue il prin­ci­pio luna­re fat­to di sogni, emo­zio­ni etc. Ciao

Roberto Rini

“se devo anda­re da Firen­ze a Mila­no e spe­ro di tro­va­re qual­cu­no che vie­ne da Mila­no, sarà dura incon­trar­lo sull’autostrada per Napo­li, non vi pare?”

il pun­to è che tu non sai nem­me­no se Mila­no esi­sta vera­men­te, o se sia solo una leg­gen­da di anzia­ni viaggiatori…e non sai se la stra­da che stai bat­ten­do con­du­ca lì o a Napo­li, puoi spe­ra­re che sia giusta…e non sai se le per­so­ne che incon­tri e ti dico­no “io ven­go da Mila­no” sia­no dei paz­zi, dei mil­lan­ta­to­ri, o dei mila­ne­si veri…non hai mez­zi per rico­no­scer­ne l’ac­cen­to… dicia­mo che devi “fidar­ti” (ave­re fede..il che impli­ca “sen­ti­re”, ma anche “abban­do­nar­si” e lasciar­si condurre…rimanendo vigili..)

allora..nulla sal­va dall’incertezza…

con­cor­do che la que­stio­ne sia ter­ri­bil­men­te pra­ti­ca, e mol­to poco new age…dentro una sel­va meglio affi­dar­si a chi già cono­sce il sentiero…
a vol­te però ho il sospet­to che il sen­tie­ro e la sel­va stes­sa sia­no mute­vo­li, e allo­ra la stra­da bat­tu­ta e le map­pe dei pre­de­ces­so­ri non pos­so­no aiu­ta­re in modo “pre­ci­so” una vol­ta e per sempre…
dicia­mo due approcci…uno alla Gur­d­jeff: la map­pa, i mez­zi, il sen­tie­ro esi­sto­no “ogget­ti­va­men­te” , indi­pen­den­te­men­te da ciò che tu cre­di (come esi­ste la stra­da che da firen­ze con­du­ce a mila­no), pre­e­si­sto­no a te..ed esi­ste­ra­no dopo di te…
o li cono­sci o no. sen­za via di mezzo.
atro approc­cio , alla Kri­sn­ha­mur­ti: non c’è map­pa pre­co­sti­tui­ta, non c’è sen­tie­ro già bat­tu­to, ciò che appar­tie­ne al pas­sa­to NON ti con­sen­te di esse­re nel tuo uni­co presente..perchè ciò che cer­chi “non è lì” (nel­l’e­sem­pio meta­fo­ri­co di sopra è “milano”)…non cè “qui” e “lì”…ma c’è il tuo uni­co e irri­pe­ti­bi­le momen­to che pre­ve­de la rispo­sta ine­di­ta, un ‘atti­va­zio­ne del­la coscien­za e del­l’in­tel­li­gen­za qui e ora..

non ho rispo­ste, chia­ra­men­te, ma ho dubbi…e ve li espongo..
per quel che ne so..cmq..questi due approc­ci pos­so­no coe­si­ste­re e tro­va­re un fecon­do contatto..tramite il qua­le la “tra­di­zio­ne” è il “nuo­vo” sono in dia­let­ti­co rapporto..
chi ha visto pri­ma di noi può inse­gnar­ci a puli­re gli occhi…ma poi quel­lo che vedre­mo e fare­mo dipen­de da noi..

http://www.youtube.com/watch?v=hH7RKTyLBcE&feature=related

Artos
Reply to  Roberto Rini

Sono d’ac­cor­do con quel­lo che dici alla fine, pro­prio per­chè ognu­no di noi capi­sce o per­ce­pi­sce in base ai sim­bo­li, let­te­re, nume­ri o altro del­la sua ani­ma. Non ci dimen­ti­chia­mo che il Mae­stro Gesù ha det­to che la veri­tà si mani­fe­sta in que­sto mon­do in sim­bo­li e imma­gi­ni. Mi per­met­to di aggiun­ge­re due cose a pro­po­si­to del­l’au­to­stra­da secon­do me ci sono due stra­de una che rap­pre­sen­ta il ritor­no e l’al­tra che è quel­la del non ritor­no. Ma tut­te e due por­ta­no a qual­co­sa. E all’al­tra spon­da c’è sem­pre qual­cu­no che ci atten­de o duran­te di dà una mano. Ciao

Artos

Ho tro­va­to que­sti det­ti for­se pos­so­no inte­res­sa­re: chi non con­pren­de il sim­bo­lo del­l’a­bi­to che indos­sa è meglio che riman­ga nudo. Un uomo vesti­to di nien­te è mol­to comi­co. Vi è più digni­tà nel­la nudi­tà. E – L’a­bi­to di pra­ti­ca non è un pez­zo di tes­su­to. Esso è la memo­ria di colo­ro che ci han­no pre­ce­du­ti. Ciao