Ancora su Avatar. E’ come pensavo: un capolavoro

Ho da poco acqui­sta­to il DVD di Ava­tar, in 2D normalissimo.

Quel­lo che pos­so dire è che que­sto film è dav­ve­ro un capo­la­vo­ro. Non per la tri­di­men­sio­na­li­tà (che pure, quan­do vista con la tec­no­lo­gia cor­ret­ta, è dav­ve­ro incre­di­bi­le). Veden­do­lo come film “nor­ma­le”, sen­za la distra­zio­ne del­l’ef­fet­to tri­di­men­sio­na­le, si nota­no vera­men­te una marea di par­ti­co­la­ri che altri­men­ti sfug­go­no all’attenzione.

A par­ti­re dai colo­ri, mera­vi­glio­si se non fal­sa­ti dagli occhia­li, per non par­la­re del­le espres­sio­ni dei Navii e del loro modo di muo­ver­si, incre­di­bil­men­te ele­gan­te e fluido.

La tec­no­lo­gia 3D impe­di­sce di coglie­re que­sti e altri par­ti­co­la­ri, poi­chè scin­de l’os­ser­va­zio­ne dei due occhi, impe­den­do­ne la con­tem­po­ra­nei­tà. Con qual­sia­si tec­no­lo­gia lo si veda infat­ti in nes­sun momen­to un occhio “vede” la stes­sa cosa dell’altro.

Abi­tual­men­te, quan­do si guar­da qual­co­sa, entram­bi gli occhi vedo­no la stes­sa cosa con­tem­po­ra­nea­men­te (anche se da ango­la­tu­re diver­se) e man­da­no ai due emi­sfe­ri infor­ma­zio­ni simul­ta­nee, che poi ven­go­no mes­se in rela­zio­ne tra loro. Una par­te del cer­vel­lo può quin­di ana­liz­za­re sim­bo­li­ca­men­te ed emo­ti­va­men­te la sce­na, men­tre l’al­tra lo fa da un pun­to di vista seman­ti­co e razio­na­le, per poi coor­di­na­re le due ana­li­si nel­la “con­sa­pe­vo­lez­za” di chi guarda.

Ma i due emi­sfe­ri agi­sco­no su imma­gi­ni che arri­va­no in con­tem­po­ra­nea dai due occhi, men­tre con la tec­no­lo­gia 3D si tro­va­no ad ela­bo­ra­re due sce­ne com­ple­ta­men­te diver­se, anche se simili.

Il mec­ca­ni­smo di ana­li­si va a put­ta­ne, sostan­zial­men­te, anche se di poco, ed è per que­sto che tan­ti par­ti­co­la­ri pos­so­no sfuggire.

Dopo aver rivi­sto que­sto film in gra­zia di Dio, pos­so affer­ma­re che Came­ron e com­pa­gni si sono fat­ti un culo paz­ze­sco nel ren­de­re le sce­ne. A par­ti­re dal­le moven­ze degli indi­ge­ni, appun­to così ele­gan­ti e flui­de, che non sono sem­pli­ce­men­te l’i­mi­ta­zio­ne di qual­co­sa di già visto, ma un inte­ro uni­ver­so di movimenti.

I para­me­tri di ani­ma­zio­ne per gli Ava­tar sono così stu­pe­fa­cen­te­men­te per­fet­ti da ren­der­ne la pre­sen­za asso­lu­ta­men­te pregnante.

Tut­ta­via, nono­stan­te la visio­ne in 3D sia deci­sa­men­te ridut­ti­va, mol­te per­so­ne sono anda­te a rive­de­re que­sto film più e più vol­te. Cre­do che il moti­vo sia nel fat­to che comun­que, tre dimen­sio­ni o due, il con­cet­to alla base del­la cul­tu­ra Navii, per quan­to in cer­to modo tri­to e ritri­to sia nel­la New Age che nel­la fan­ta­scien­za, in que­st’o­pe­ra è sta­to vei­co­la­to al meglio.

Par­lo del con­cet­to di uni­tà. Quel­la cosa che in tut­to il film per­mea con­ti­nua­men­te i dia­lo­ghi, le sce­ne e ogni par­ti­co­la­re. Poi potre­mo discu­te­re anche per ore del­le varie tec­no­lo­gie, ma alla fine, quel­lo che ha fat­to let­te­ral­men­te anda­re giù di testa le per­so­ne non sono sta­te le tre dimensioni.

Ma la con­sa­pe­vo­lez­za, per quan­to incon­scia, che ne esi­ste solo una.

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Fabio

Anch’io ho rivi­sto da poco Ava­tar, cir­ca una set­ti­ma­na fa e…a par­te l’ov­via dif­fe­ren­za tra veder­lo su un maxi­scher­mo cine­ma­to­gra­fi­co rispet­to allo scher­mo domestico…confermo pure io il fasci­no immu­ta­to del­l’am­bien­ta­zio­ne di Pandora…anche sen­za il 3D.

In real­tà, que­sto post di Franz avreb­be meri­ta­to un rispet­to­so “no com­ment” per la bel­lez­za poe­ti­ca del­la chio­sa finale… 🙂