Sono appena tornato da una vacanza trascorsa nella splendida isola di San Pietro, a ovest di Cagliari, zona del Sulcis Sardo.
Una piccola isoletta di soli 51 Kmq. che contiene una varietà paesaggistica rara e meravigliosa, me non è di turismo che voglio parlare.
Come tutte le isole del mediterraneo, S. Pietro è assolata e ventosa, per questo, nel 1994 gli amministratori, hanno sfruttato i contributi della Comunità Europea e della regione Sardegna per la costruzione di un impianto eolico/solare in località Nasca.
Un’angolo di paradiso deturpato da pale eoliche e pannelli solari, in nome di una autonomia energetica svincolata dai combustibili fossili.
Ognuno può valutare se il rapporto costi benefici è positivo o meno, ma credo (opinione personale), che l’avere aria e mare puliti, energia rinnovabile e a basso costo, valga la pena. Però.…
Però oggi l’impianto versa nell’abbandono e nel degrado totale, le pale eoliche si sbriciolano alla salsedine, disperdendo fibra di vetro, i pannelli solari che non vengono asportati da qualcuno che sa a cosa servono, servono da bersagli per il tiro a segno.
Le immagini sono esplicative. Un’ angolo di paradiso deturpato e nessun tornaconto ambientale o economico. Bilancio in perdita totale.
Una persona informata in materia mi ha detto che, se nel passato si tendeva a costruire ed abbandonare, allo scopo di intascare i fondi comunitari o statali erogati perlopiù a fondo perduto, oggi le sovvenzioni sono legate alla quantità di energia prodotta, quindi all’attivazione ed al buon utilizzo dell’impianto.
Ma quelli in disuso? Vale la pena riattivarli? Meglio smantellarli? C’è qualcuno che ha voce in capitolo?
C’è qualcuno che può rispondere ai cittadini di quanto è stato fatto, nel bene e nel male?
Di certo è che l’italia non ha bisogno di altri eco-mostri e scempi ambientali, come il mega albergo che stanno costruendo sempre sulla stessa isola in località “la Caletta”. Un’insulto a chi guarda.
Nota: mentre scrivevo questo post ho notato che non sono il primo e probabilmente non sarò l’ultimo a parlare di questa faccenda.
Perchè farlo allora? Perchè trovo sia giusto che ogni lettore si faccia venire l’acidità di stomaco nel vedere come si devasta il nostro meraviglioso paese, si confronti con la propria etica, con la propria coscenza, se ne ha, e che si senta imbarazzato (se ci riesce) in quanto italiano, ed essere umano.
E che se ne ricordi ogni giorno, fino al punto che non potendone più, la smetta di tenere un’atteggiamento passivo e menefreghista. E incominci a fare qualcosa, qualsiasi cosa, anche minima, come smettere di sostenere la disonestà latitando, comunicare ai politici il proprio sdegno, (loro sanno che siamo anche elettori…), pretendere qualità, pulizia ed etica in ogni cosa.
A partire da se stesso.
Come si promuove il turismo in Italia, a San Pietro – By Sting
Sono appena tornato da una vacanza trascorsa nella splendida isola di San Pietro, a ovest di Cagliari, zona del Sulcis Sardo.
Una piccola isoletta di soli 51 Kmq. che contiene una varietà paesaggistica rara e meravigliosa, me non è di turismo che voglio parlare.
Come tutte le isole del mediterraneo, S. Pietro è assolata e ventosa, per questo, nel 1994 gli amministratori, hanno sfruttato i contributi della Comunità Europea e della regione Sardegna per la costruzione di un impianto eolico/solare in località Nasca.
Un’angolo di paradiso deturpato da pale eoliche e pannelli solari, in nome di una autonomia energetica svincolata dai combustibili fossili.
Ognuno può valutare se il rapporto costi benefici è positivo o meno, ma credo (opinione personale), che l’avere aria e mare puliti, energia rinnovabile e a basso costo, valga la pena. Però.…
Però oggi l’impianto versa nell’abbandono e nel degrado totale, le pale eoliche si sbriciolano alla salsedine, disperdendo fibra di vetro, i pannelli solari che non vengono asportati da qualcuno che sa a cosa servono, servono da bersagli per il tiro a segno.
Le immagini sono esplicative. Un’ angolo di paradiso deturpato e nessun tornaconto ambientale o economico. Bilancio in perdita totale.
Una persona informata in materia mi ha detto che, se nel passato si tendeva a costruire ed abbandonare, allo scopo di intascare i fondi comunitari o statali erogati perlopiù a fondo perduto, oggi le sovvenzioni sono legate alla quantità di energia prodotta, quindi all’attivazione ed al buon utilizzo dell’impianto.
Ma quelli in disuso? Vale la pena riattivarli? Meglio smantellarli? C’è qualcuno che ha voce in capitolo?
C’è qualcuno che può rispondere ai cittadini di quanto è stato fatto, nel bene e nel male?
Di certo è che l’italia non ha bisogno di altri eco-mostri e scempi ambientali, come il mega albergo che stanno costruendo sempre sulla stessa isola in località “la Caletta”. Un’insulto a chi guarda.
Nota: mentre scrivevo questo post ho notato che non sono il primo e probabilmente non sarò l’ultimo a parlare di questa faccenda.
Perchè farlo allora? Perchè trovo sia giusto che ogni lettore si faccia venire l’acidità di stomaco nel vedere come si devasta il nostro meraviglioso paese, si confronti con la propria etica, con la propria coscenza, se ne ha, e che si senta imbarazzato (se ci riesce) in quanto italiano, ed essere umano.
E che se ne ricordi ogni giorno, fino al punto che non potendone più, la smetta di tenere un’atteggiamento passivo e menefreghista. E incominci a fare qualcosa, qualsiasi cosa, anche minima, come smettere di sostenere la disonestà latitando, comunicare ai politici il proprio sdegno, (loro sanno che siamo anche elettori…), pretendere qualità, pulizia ed etica in ogni cosa.
A partire da se stesso.
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