Vedere lo spazio può fare la differenza

Girando in moto è più facile osservare alcuni meccanismi percettivi. La nostra vista, in particolare, offre interessanti spunti.

Noi siamo abituati a vedere le cose “piene”. Guardiamo sempre ciò che ha una consistenza, di qualsiasi tipo sia, ma difficilmente la nostra vista si sofferma sullo spazio.

D’altronde sarebbe molto difficile “vedere” ciò che non c’è. Anche quest’ultima affermazione, tuttavia, non è del tutto vera.

Il meccanismo è lo stesso con cui nell’immagine a corredo di questo post è normale vedere una coppia di amanti anzichè 9 delfini che giocano (se non vedete  i 9 delfini cliccate sull’immagine).

In più, nell’esempio in questione, gioca un forte ruolo l’emotivo, in cui il concetto sessuale espresso dall’immagine è preponderante nell’adulto e assente nei bimbi (che infatti, mediamente, vedono subito i delfini e non gli amanti).

Vedere lo spazio non è semplice. Questa osservazione, da sola, dovrebbe far pensare a quanto sia “interpretata” la realtà così come pensiamo di vederla.

In realtà noi vediamo ben poco. Guardiamo, è vero, ma raramente “vediamo” davvero.

Il nostro cervello viene addestrato a riconoscere le forme più note a scapito di quelle meno note. Il che, in termini pratici, si traduce nel non vedere quello che c’è ma quello che vogliamo vedere (oppure che siamo abituati a vedere).

Molto tempo fa, come ho scritto già in un altro post, un grande uomo mi spiegò che “è quello che non vedi a fare la differenza”, in seguito al fatto che io non riuscivo a capire perchè, osservando due donne pur egualmente belle, non riuscissi a trovare alcuna attrattiva in una delle due.

Ancora una volta quindi, è  ciò che non vediamo a fare la differenza. La differenza tra ciò che è e ciò che sembra.

Ma se ciò che importa davvero è ciò che non vediamo, come possiamo sapere quando stiamo davvero vedendo qualcosa di reale?

Quello che non vediamo, proprio perchè non lo vediamo, non può essere misurato. Come dire: se guardi in un pozzo buio non puoi sapere quanto è profondo; solo che è sicuramente più profondo di quanto tu possa vedere.

Ho trovato che un esercizio molto utile (e divertente) è quello di imparare a vedere lo spazio tra gli oggetti anzichè gli oggetti stessi.

In altre parole si tratta di vedere lo spazio come una forma. All’inizio conviene utilizzare una proiezione bidimensionale, cioè esercitarsi sui profili (ad esempio: sto vedendo dei palazzi che si stagliano sul cielo; al posto di vedere i palazzi come forme, cerco di vedere lo spazio tra essi a sua volta come una forma)

Una volta che il nostro cervello si è esercitato nella nuova attività, diverrà naturale espandere questa attività al mondo tridimensionale.

Personalmente ho trovato che questo tipo di esercizio porta alla capacità di “rovesciare” il proprio punto di vista in un istante, in qualsiasi momento, con la conseguenza di dare una specie di “shock” alla propria capacità percettiva, che può portare ad intuizioni davvero impensabili.

Cambiare punto di vista a volontà crea la possibilità di una visione diversa. Non oggettiva (non obbligatoriamente, quanto meno) ma sicuramente differente.

E dato che la differenza è quella che conta…

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7 Commenti
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White Knight

Questo “concetto” è molto utile quando si vuole imparare a disegnare.
Dalla mia esperienza nel disegno ho dedotto che noi disegniamo bene ciò che “vediamo” perché avendolo “guardato” con interesse o centratura per un dato numero di volte ad un tratto riusciamo a vederlo anche senza guardarlo.
Inoltre mi pare che addestrarsi ad osservare le forme che si ricavano negli spazi vuoti serva a sviluppare alcune funzioni della parte destra del cervello.
In conclusione se uno vede gli amanti e non i delfini e perché sta vedendo solo “una parte” della Realtà, ovvero quella che è stato “condizionato a guardare”.
Ecco la differenza tra “OSSERVARE” e giudicare!!! :warrior:

Franz
Reply to  White Knight

Centro pieno! :bye:

Donatilla

…molto interessante…

Artos

Franz è possibile percepire quello che tu dici in 3D nel buio pesto? Magari vedendo alberi infuocati che toccando terra fanno rumore ?

franz
Reply to  Artos

Si, è possibile. Però in tal caso credo sia meglio cambiare pusher! :muah: :muah: :muah:

Artos
Reply to  franz

Franz io non bevo alcolici e non mi drogo. Questa esperienza mi è capitata solo una volta quando avero circa 10 anni di notte. Non capisco cosa mi vuoi dire.

Franz
Reply to  Artos

Non ti voglio dire nulla. Non pensavo fosse accaduta a te e ho fatto una battuta. Tutto lì. :bye: