FateGLI venire un dubbio…
Quando pochi gridano e molti tacciono, sembra sempre che i primi rappresentino il pensiero della maggioranza.
Ma non è così. Attenzione all’effetto strillo, che poi è quello sfruttato spessissimo da giornali scandalistici e stampa di bassa qualità.
“L’Italia vuole sapere di più” oppure “Gli italiani ne hanno piene le tasche di…” sono tutte espressioni che non possono essere vere. Chi le usa infatti non ha di certo indetto un referendum, e neppure un sondaggio per verificare la propria affermazione che, di conseguenza, rimane del tutto soggettiva, anche se, ovviamente, troverà molte persone in accordo.
Il problema nasce quando persone che non hanno una particolare capacità critica non mettono in dubbio queste affermazioni. Succederà allora che, prima o poi, a furia di sentir strillare sempre le stesse frasi, finiranno per convincersi che quella è anche la loro opinione.
Così si generano i movimenti di massa; partendo da un’affermazione del tutto gratuita ma profferita da una posizione di presunta autorità. Se si insiste abbastanza a lungo l’ipotesi si trasformerà in realtà.
Se alla televisione, angolo di pura idiozia investito di troppa autorità, si intervistano solo persone che la pensano in un certo modo, sembrerà che l’opinione pubblica sia quella espressa, il che porterà un certo numero di persone a convincersi che quella sia la cosa da pensare.
L’opinione pubblica non esiste da sola. Viene creata dai mezzi d’informazione e pilotata nella direzione desiderata.
Da questo si deducono tre fattori, ugualmente importanti.
Il primo è che non è vero che i buoni vincono sempre. Anzi, i buoni non vincono quasi mai; perchè tendono a tacere, a non farsi sentire, mentre i fanatici e le persone che, in genere, hanno una “fede” più forte, non solo religiosa, tendono a darsi da fare per convincere, per spargere il proprio credo, di qualunque natura esso sia.
Il secondo, direttamente conseguente dal primo, è che occorre sviluppare la propria individualità, informarsi, conoscere, sperimentare e, in sintesi, imparare a discernere quello che viene detto per esperienza diretta, o per una conoscenza acquisita ma comunque veritiera, da quelle che invece non sono altro che fandonie, balle travestite da verità e spacciate per tali.
Il terzo, quello più serio in fondo, è che non opporsi alle iniquità perpetrate nei nosti dintorni, significa esserne corresponsabili. Non sto dicendo di ficcarsi nei guai, ma di esprimere il più possibile il proprio sentire, per quanto fattibile.
Molto spesso per opporsi a una menzogna non serve gridare, non serve infuriarsi o cacciarsi nei guai: a volte basta alzare un sopracciglio, scuotere leggermente la testa. O anche rimanere impassibili mentre tutti gli altri hanno una reazione emotiva.
In molti casi, un atteggiamento come quello appena descritto è sufficiente perchè intorno a noi si introduca qualcosa, una distrazione, come una nota stonata.
In altre parole, stiamo parlando della capacità di “far venire un dubbio” non solo a noi stessi, ma anche alle persone che ci stanno attorno.
“Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità”.
Joseph Goebbels, ministro della propaganda nazista, è ancor oggi noto per alcuni suoi aforismi.
Nel 1945 fu sconfitta e distrutta la delirante ideologia nazista, tuttavia le malate ricette ad essa correlate, evidentemente ancora oggi van per la maggiore.
Un altro celebre aforisma del nazista Joseph Goebbels?
“La propaganda è un’ arte, non importa se questa racconti la verità.”
Post interessantissimo.
Grazie Walter, è proprio così. Buona giornata!