Discernere la qualità per non prenderlo nel culo.
Come dire… il diavolo e l’acqua santa!
Eppure la qualità è un aspetto essenziale della motivazione, perchè determina l’energia di un atto. Un’azione è un’azione. La manifestazione effettiva (nel senso di cosa che produce un effetto) di un’intenzione.
Ma un atto… è quello che è: un’azione con delle conseguenze. In piccolo, quell’atto è causa delle conseguenze. Cosa rende allora un atto degno diverso da uno indegno. Per semplificare, cos’è che trasforma un’azione “giusta” in un’autentica porcata?
Personalmente credo sia la qualità, un’attributo che definirei “vibrazionale” dell’atto. Qualcosa che ha a che vedere con la motivazione e l’intenzione, quell’attributo che, come accade per il tono nella voce, modula il contenuto di un atto.
Ecco quindi che discernere la qualità con cui viene compiuto un atto diviene importantissimo, perchè può consentire di distinguere un’azione fatta per nobili motivi dalla stessa azione eseguita invece per ignobili cause.
Un’azione porta con se’ il seme dell’intenzione con cui viene generata. Ecco perchè lo stesso atto può avere conseguenze diverse a seconda di chi lo compie e del motivo per cui lo fa.
Il delinquente che uccide la sua vittima per depredarla dei suoi averi compie lo stesso atto del soldato che uccide il nemico. L’atto è l’omicidio, il togliere una vita. Ma mentre nel primo caso è evidente l’ignominia, nel secondo già la faccenda non è più così chiara.
Compiere un miracolo, una guarigione impossibile, può essere un atto dettato dalla compassione ma anche dalla volontà di ingannare una folla per apparire santi quando dentro si è completamente marci.
Se qualcuno ci chiede scusa per un suo errore può farlo perchè davvero ha compreso di aver sbagliato e quindi desidera in qualche modo porre rimedio alle conseguenze, oppure per ritornare ad avvantaggiarsi della nostra amicizia o del rapporto che aveva con noi. Stesso atto ma per scopi diversi che, con un minimo di osservazione, presentano anche una qualità diversa.
La qualità è un attributo “sottile” che, come detto prima, descrive la vibrazione di qualcosa. In qualche modo connota l’energia che caratterizza un evento, un oggetto, un essere umano, uno sguardo, un gesto…
Tutto ha una qualità, cui tuttavia non è necessario dare un nome. L’importante è sentirla, con l’organo più appropriato, ovvero il cuore.
Non il muscolo cardiaco, ovviamente, anche se l’organo riflette fisicamente la struttura percettiva ma la parte più interna di ognuno di noi.
Quella che, di solito, è difficile ingannare.
Comprendere l’intenzione (qualità celata in un’azione)del prossimo non è facile. Tanto più che in un mondo nel quale qualcuno, a ragione, disse: “A pensare male si commette peccato ma spesso ci si prende”, a volte si ha un gran bisogno di credere nel retto pensiero altrui, anche se sappiamo benissimo che ce la stiamo raccontanto…
Ad ascoltare il Cuore Franz, verrebbe voglia di ritirarsi in un eremo e lì rimanere, in religioso silenzio…
Perdona l’ondata di “ottimismo” della serata… :bye:
Nulla da perdonare, ovvio! Ma l’intenzione e la qualità sono due cose diverse. E’ vero che ho definito la qualità come “qualcosa che ha a che vedere con l’intenzione e la motivazione” ma non mi sono spiegato.
L’intenzione è il motivo per cui si fa una cosa. La motivazione è la carica emotiva che accompagna l’atto. La qualità è la vibrazione dell’atto. Una sorta di impronta che potremmo definire un riflesso dell’essenza di quell’atto. Cogliere la qualità non implica obbligatoriamente capire l’intenzione o comprendere la motivazione. Implica… cogliere una qualità.
E regolarsi di conseguenza. :bye:
Voglio aggiungere che, secondo me, per distinguere una intenzione buona da una cattiva a volte basterebbe gurdare come comunica il corpo, e non solo fermasi ad ascoltare le parole.. perchè spesso queste ingannano, mentre il linguaggio del Corpo NON mente quasi mai.
Questo è quello che penso della Comunicazione in Generale. :idiot:
Per quanto riguarda la differenza tra intenzione e qualità ho ingenerato una confusione per mia imprecisione (vedi sopra la risposta per Hax).
Per quanto riguarda il linguaggio del corpo. E’ vero, quello è estremamente importante e di solito non mente (anche se molte persone sono in grado di falsificare pure quello e senza grossi problemi). Ma è anche vero che la qualità (e non l’intenzione) non ha nulla a che vedere con la comunicazione corporea in quanto “attributo dell’atto in se’ ” anzi, il linguaggio del corpo può essere in completa antitesi con la qualità, un attributo molto più oggettivo dell’emotivo o delle motivazioni.
In pratica se ho colto significa: Qualità = Espressione della dimensione Interiore? :hammer:
Dipende dal significato di “dimensione interiore”, ovviamente.
Comunque, a grandi linee, si è quello che intendevo.
sostanzialmente d’accordo su tutto..ma permane un dubbio sulla foto di “anjelina”…
lei sarebbe un caso in cui la “qualità” interiore si manifesta esteriormente? oppure un caso in cui la forma è ingannevole perchè meravigliosamente luccicante, però…??
perchè nella prima ipotesi avrei qualche dubbio…
La foto era una sorta di provocazione. Da una foto è difficile desumere una qualità. Non parliamo poi dell’interiore, materia in cui onestamente non mi sento molto ferrato.
..allora , in ogni caso, una “bella” provocazione 🙂 😉
:muah: :muah: :muah: