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I Sussurri del Lama: i frutti dell’azione

Il pri­mo inse­gna­men­to di Krishna ad Arjuna riguar­da l’Azione. O meglio, i frut­ti del­la stes­sa e la dipen­den­za da essi. Così come l’i­den­ti­fi­ca­zio­ne nel­l’og­get­to dei sen­si con­du­ce all’at­tac­ca­men­to, anche l’i­den­ti­fi­ca­zio­ne con gli effet­ti del­l’a­zio­ne con­du­ce al mede­di­smo risultato.

In que­sto cam­po devo­no esse­re ricon­dot­te, ad esem­pio, le aspet­ta­ti­ve, ovve­ro quel­lo che ci aspet­tia­mo. Riconoscimento, gra­ti­tu­di­ne, effet­to. Tutti esem­pi di cose che non ci spet­ta­no ma che la mag­gior par­te degli esse­ri uma­ni bra­ma immen­sa­men­te, gene­ran­do sof­fe­ren­za e dipendenza.

Da distin­gue­re tut­ta­via è l’a­spet­ta­ti­va dal risul­ta­to. L’azione in se’ pre­su­me un risul­ta­to come con­se­guen­za di essa. L’azione deve esse­re effi­ca­ce. Il risul­ta­to deve seguirla.

Per que­sto il risul­ta­to è par­te del­l’a­zio­ne stes­sa. Un’azione sen­za risul­ta­to, assai comu­ne nel­la mate­ria, non è una vera azione.

Occorre però distin­gue­re tra azio­ne e con­ce­zio­ne del­la stes­sa. La vera azio­ne non è infat­ti sem­pre quel­lo che noi con­si­de­ria­mo tale. Molto spes­so cre­dia­mo di aver com­piu­to un’a­zio­ne quan­do ne abbia­mo mes­sa in atto solo una pic­co­la par­te. Allora il risul­ta­to non può arri­va­re, dato che non abbia­mo com­piu­to l’a­zio­ne completa.

Azione e rea­zio­ne fan­no par­te del dua­li­smo irri­nun­cia­bi­le in que­sto livel­lo del Dharma, così come dare e rice­ve­re. Pertanto, ad azio­ne segue obbli­ga­to­ria­men­te il risultato.

Ciò da cui dob­bia­mo guar­dar­ci è fare del risul­ta­to lo sco­po del­l’a­zio­ne. L’azione ha sco­po in se’. Il risul­ta­to, essen­do par­te del­l’a­zio­ne, non è da essa disgiunto.

L’apparente para­dos­so vie­ne risol­to allor­quan­do ese­guia­mo la vera azio­ne e non il sogno di essa. Ecco per­chè a vol­te un atto vol­to ad otte­ne­re un risul­ta­to lo sor­ti­sce imme­dia­ta­men­te, men­tre, mol­to più spes­so, abbi­so­gna di una con­ti­nua pres­sio­ne, di una reiterazione.

L’azione va ripe­tu­ta, oppu­re agi­ta per un tem­po più o meno lun­go, per­chè abbia effi­ca­cia. L’azione divie­ne vera quan­do il risul­ta­to ha luogo.

Il tem­po fa la dif­fe­ren­za ma, se ci eman­ci­pia­mo da esso, allo­ra si vede come l’a­zio­ne sia sem­pre perfetta.

Lo svi­lup­po tem­po­ra­le di un’a­zio­ne è un’il­lu­sio­ne, che fa si che mol­to spes­so le azio­ni non sia­no dav­ve­ro tali.

Per fare un esem­pio, la pra­ti­ca del­la medi­ta­zio­ne è un’a­zio­ne che ha come risul­ta­to lo sta­to di medi­ta­zio­ne. Agli ini­zi non vi è medi­ta­zio­ne ma, quan­do la pra­ti­ca vie­ne pro­trat­ta per il giu­sto tem­po, ecco che il risul­ta­to ha luo­go e si spe­ri­men­ta quel­lo sta­to det­to meditazione.

Interrompere l’at­to del­la pra­ti­ca pri­ma del tem­po per cui esso si com­pia, equi­va­le a non ese­gui­re l’a­zio­ne del medi­ta­re. Pertanto la medi­ta­zio­ne non ha luogo.

L’origine del­l’a­zio­ne è nel­la men­te. Quando la men­te con­ce­pi­sce l’a­zio­ne essa avvie­ne in quel­lo stes­so istan­te. La men­te tut­ta­via espe­ri­sce uno spa­zio di cui la mate­ria è un limi­ta­to sot­toin­sie­me. L’azione, quin­di, per pas­sa­re dal­la men­te alla mate­ria, deve cam­bia­re ener­gia, tra­sfor­man­do l’in­trin­se­ca essen­za dal mon­do del­la men­te a quel­lo mate­ria­le, da imma­ni­fe­sto a manifesto.

Questo pro­ces­so impli­ca l’im­mer­sio­ne nel tempo.

La vera azio­ne è già acca­du­ta nel­la men­te ma nel­la mate­ria deve per­ma­ne­re per un tem­po suf­fi­cien­te al tota­le dispiegamento.

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5 Comments

  1. Artos ha detto:

    Ciao Lama T, gra­zie del­l’ar­ti­co­lo che come sem­pre è mol­to signi­fi­ca­ti­vo. Mi sem­bra di aver capi­to che l’e­pi­so­dio del­l’al­tro arti­co­lo riguar­dan­te la piu­ma quel­l’a­zio­ne si era svol­ta pri­ma nel­la men­te tua e del tuo mae­sto e poi si è mani­fe­sta­ta? Il tut­to per capi­re maga­ri quan­to tem­po pas­sa fra men­te e mani­fe­sta­zio­ne? Grazie Lama T.

  2. Giuseppe ha detto:

    Quest post l’ho stam­pa­to, è trop­po pre­zio­so per lasciar­lo scor­re­re così.
    Grazie infinite.

  3. Sting ha detto:

    Qualcosa sem­bra cam­bia­to, in Lama T.
    Dai post pre­ce­den­ti a que­sto, è sta­to come pas­sa­re dal­la toc­can­te descri­zio­ne di un tra­mon­to, al per­ce­pi­re la niti­da, geli­da (ogget­ti­va) bel­lez­za del­le leg­gi che gover­na­no la rivo­lu­zio­ne planetaria.
    Comprensione, rea­liz­za­zio­ne, esposizione.
    Tujechhe