The Next Three Days: pesante e l’hanno fatto apposta

Un uomo (Rus­sel Cro­we) si vede arre­sta­re la moglie (Eli­za­beth Banks), per un omi­ci­dio che lei non ha asso­lu­ta­men­te com­mes­so. Dopo tre anni di ten­ta­ti­vi anda­ti buchi la con­dan­na a vita di lei è definitiva.

Il mari­to deci­de di far­la eva­de­re (e ci riu­sci­rà) ma per far­ce­la dovrà ope­ra­re su se stes­so un’au­ten­ti­ca disce­sa all’in­fer­no, tra­sfor­man­do­si da mite cit­ta­di­no in uomo spietato.

Det­ta così potreb­be anche sem­bra­re una tra­ma accat­ti­van­te ma l’ap­pa­ren­za inganna!

Due ore e mez­zo di film di cui due ore dedi­ca­te alla descri­zio­ne del­la sud­det­ta tra­sfor­ma­zio­ne. La sto­ria è solo una scu­sa per rap­pre­sen­ta­re la sof­fe­ren­za uma­na e quel­lo che acca­de quan­do si spin­ge un uomo al pun­to di rottura.

Il che potreb­be anche andar bene, se per far­lo la tra­ma del film non fos­se costrui­ta in modo tal­men­te arti­fi­cia­le da risul­ta­re lam­pan­te dopo die­ci minu­ti. Il resto è una con­ti­nua vio­len­za nei con­fron­ti del­lo spet­ta­to­re, che si tro­va con­ti­nua­men­te immer­so in un’at­mo­sfe­ra di dispe­ra­zio­ne, peso e sof­fe­ren­za asso­lu­ta­men­te insopportabili.

Il pro­ble­ma è che, per rag­giun­ge­re que­sto sco­po, il regi­sta ci met­te due ore abbon­dan­ti, con una tra­ma, oltre­tut­to, spes­so sur­rea­le e rea­zio­ni psi­co­lo­gi­che e uma­ne del tut­to inverosimili.

Come la poli­zia di Pitt­sburg, ad esem­pio, che per cer­ca­re una don­na eva­sa met­te in pie­di misu­re di sicu­rez­za pre­vi­ste dal pia­no anti­ter­ro­ri­smo, para­liz­zan­do i tra­spor­ti del­l’in­te­ra città.

Oppu­re come i con­ti­nui col­pi di sfi­ga addos­so a Rus­sel Cro­we che saran­no anche rea­li­sti­ci, ma alla fine ti esasperano.

Il film è reci­ta­to alla gran­de, soprat­tut­to dal­la Banks che, secon­do me, meri­te­reb­be l’O­scar; ma que­sto non toglie che si trat­ti di un’im­men­sa, lun­ghis­si­ma rot­tu­ra di coglioni!

Se vole­te anda­re a vede­re­lo fate pure, ma poi non lamentatevi.

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Pirata

Mi fido di te (come sem­pre) e non lo guar­de­rò. Buo­na giornata.

Ilia

Ho visto il film un paio di mesi fa al cine­ma in lin­gua ori­gi­na­le e per­so­nal­men­te mi è pia­ciu­to e non mi ha dato la sen­sa­zio­ne di pesan­tez­za descrit­ta da Franz. Sicu­ra­men­te è un film di una cer­ta ten­sio­ne. Ho comun­que osser­va­to che guar­da­re i film in lin­gua ori­gi­na­le è più leg­ge­ro rispet­to a veder­li dop­pia­ti in ita­lia­no… come se il dop­piag­gio, per quan­to la scuo­la ita­lia­na sia la miglio­re al mon­do, li appesantisca. 

Se vole­te vede­re un film vera­men­te pesan­te, fat­to mol­to bene e reci­ta­to da “Dio”, anda­te a vede­re NON LASCIARMI. Non sono in gra­do di dire se mi è pia­ciu­to o meno, per­ché è fat­to benis­si­mo, dal­la musi­ca alla foto­gra­fia, ma ha una sto­ria vera­men­te tosta…

Un salu­to,

:bye:

Pirata

Oltre alla tua opi­nio­ne c’è la tua ana­li­si oggettiva…

Luca Nardoni

Ciao, vie­ni sul mio blog che c’è un rega­lo per te. Lo so che sem­bra una fra­se da deficente\maniaco, ma tu fac­ci un sal­to. Non sono soli­to fare di que­ste cose, ma spe­ro che ti farà pia­ce­re in quan­to mi pia­ce mol­to il tuo blog.