A proposito di vibrazione: la storia di Evelyn Glennie, percussionista sorda.
Un articolo su “La Stampa” di qualche giorno fa, che mi ha molto colpito. Trovate l’edizione integrale qui (ammesso che non lo rimuovano, non si sa mai).
In sostanza si parla di una percussionista molto famosa, Evelyn Glennie, che viene chiamata da parecchie orchestre per la sua abilità.
Una donna completamente sorda ma che, grazie all’intuizione di un insegnante davvero geniale, ha imparato a percepire la vibrazione attraverso tutto il corpo (in primis con le mani), scoprendo che la sensibilità che viene così chiamata in azione non solo permette di suonare con grande maestria, ma anche di cogliere sfumature che l’udito non può neppure lontanamente supportare.
Tanto è vero che Evelyn suona, oltre alle percussioni, anche pianoforte e clarinetto.
Dopo tanti articoli scritti sul suono, sulla vibrazione e sulla sua natura universale, leggere le parole di questa donna e la sua storia mi ha dato una particolare soddisfazione.
In particolare modo mi è piaciuto scoprire che, grazie al suo caso, nelle scuole di musica inglesi, nessun disabile viene più giudicato sulla base dei suoi impedimenti fisici, ma solo ed unicamente su quella delle sue capacità musicali.
Un principio che in Italia dovremmo recepire non solo per quello che riguarda la musica.
Inutile sperarci, lo so, ma mi consola molto sapere che ogni tanto, qua e là, anche se notizie di questo tipo non filtrano quasi mai attraverso il ciarpame del cosiddetto giornalismo italiano, ancora accadono cose belle come questa.
Notizia bellissima !
Purtroppo la scuola italiana non può competere con le altre, datosi che continuano a togliere fondi, sono già conciati male gli istituti normali, figurarsi se pensano a quelli particolari.
C’è qualche speranza per quelli privati ma solo se non pensano unicamente ai soldi!!!!!!!!Cosa molto difficile.