Come trasformare la verità in menzogna
E’ molto semplice: è una questione di morale e inconsapevolezza.
Facciamo un esempio, del tutto di fantasia, ma che esemplifica la faccenda.
Ci sono alcuni conoscenti. Uno solo di questi, che chiameremo Mario, è una persona sincera, che fa del suo meglio per non raccontare balle e per essere il più consapevole possibile. Tutti gli altri, pur essendo brave persone, non si curano di ciò.
Quando Mario parla con uno qualsiasi degli altri, si sforza sempre per essere “trasparente“. Vale a dire che, per ciò di cui è consapevole, cerca di non mentire. E ci riesce, con grandi sforzi.
Un giorno Mario, parlando con Alessandro, si dice preoccupato perchè un suo amico, Gianni, sta lavorando come un matto e potrebbe ammalarsi.
Solo che, quando le sue parole vengono riferite agli altri conoscenti, vengono immancabilmente trasformate, per due effetti classici dell’inconsapevolezza. Il primo è che chi ascolta non può che farlo da dietro il filtro della propria percezione. Meno sei consapevole e più le parole degli altri assumeranno i connotati di quello che vuoi sentire anziché di quello che l’altro sta dicendo.
Il secondo, conseguenza del primo, è l’effetto “telefono senza fili“. Vale a dire che ad ogni intermediazione un messaggio viene variato, anche se di poco, rispetto al passaggio precedente. Maggiore è la lunghezza della catena e maggiore sarà la differenza tra il messaggio originale e quello che arriva all’ultimo interlocutore.
A questo punto, la situazione paradossale è che tutti gli intermediari sono convinti di quello che hanno sentito e di quello che hanno detto, mentre quello che aveva detto originariamente Mario non ha nulla a che vedere con ciò che viene riferito all’ultimo anello della catena, ovvero Gianni, il quale si sente dire che:
“Mario ha detto che sei uno così malato che se non hai da lavorare diventi matto”
Da questo momento in poi accade un fenomeno particolare; se Gianni va da Mario a chiedergli spiegazioni, questi risponderà immancabilmente: “No, non ho detto nulla di tutto ciò!” e fornirà la versione originale, quindi la verità.
Gianni a quel punto chiederà conferma alle altre persone del gruppo le quali, in toto, si diranno assolutamente sicure di quello che hanno udito e riferito e che è Mario che racconta balle. Dato che tutto il gruppo dirà la stessa cosa, Gianni manderà a cagare Mario, il quale risulterà come l’unico che racconta balle mentre invece è l’unico a non farlo.
Questa dinamica, per quanto possa sembrare assurda, ha alla base, oltre all’inconsapevolezza, un altro nemico della verità: il moralismo.
E’ la morale che trasforma le parole nella percezione di chi le ascolta, alterandone la semantica e la morale cambia da persona a persona, allo stesso modo in cui cambia da popolo a popolo, da nazione a nazione, di anno in anno. Minore è la consapevolezza (e quindi, tra le altre cose, la capacità di prescindere dai condizionamenti morali), maggior sarà l’effetto della morale sulla comunicazione.
Con il risultato che la verità diviene menzogna e viceversa.
Il telefono senza fili! Ci abbiamo giocato tutti da bambini e ci faceva ridere. Solo che poi siamo diventati grandi, e ci siamo dimenticati del gioco e anche di riderci su…