Moralismo e sport in tv: il sonnifero è servito

Mon­dia­li di Cal­cio, Omi­ci­dio Yara: e l’i­ta­lia­no medio se li beve tut­ti e due come acqua fre­sca: pec­ca­to che nel­l’ac­qua in que­stio­ne ci sia un’al­ta con­cen­tra­zio­ne di sonnifero!

Ma andia­mo con ordi­ne: il cal­cio. Sem­bra esse­re l’u­ni­co argo­men­to degno di cui par­la­re: dal lune­di al mer­co­le­di del­la par­ti­ta tra­scor­sa, dal vener­di al saba­to di quel­la che deve veni­re, sen­ten­do­si così uno “spor­ti­vo” men­tre ingras­sa alla gran­de sedu­to sul­la sua sedia in ufficio.

La pas­sio­ne per il cal­cio (o per un qual­sia­si altro sport) non è di cer­to una brut­ta cosa. Lo diven­ta quan­do sur­ro­ga la pro­pria atti­vi­tà spor­ti­va, sosti­tuen­do­la e costi­tuen­do sem­pli­ce­men­te un ber­sa­glio di identificazione.

Que­sta cosa è nota da tem­pi imme­mo­ri: suc­ce­de­va già mol­to pri­ma del­l’e­ra roma­na ma, per fare un esem­pio, pren­dia­mo i gio­chi del Cir­co nel­l’an­ti­ca Roma: ser­vi­va­no a cana­liz­za­re la rab­bia popo­la­re e il con­se­guen­te desi­de­rio di san­gue in modo che la gen­te sfo­gas­se tut­to ciò su ber­sa­gli diver­si dal gover­no: i gio­chi non era­no una tra­di­zio­ne da rispet­ta­re ma un mez­zo per tene­re sot­to con­trol­lo la massa.

Oggi i mez­zi sono tan­ti, ma l’i­dea è sem­pre quel­la: for­ni­re un ber­sa­glio per l’i­den­ti­fi­ca­zio­ne di mas­sa in modo da svia­re l’at­ten­zio­ne (se sei iden­ti­fi­ca­to con o in qual­co­sa non puoi esse­re atten­to) ma soprat­tut­to in modo da sot­trar­re ener­gia ad altri lati del­la vita.

E un popo­lo sen­za ener­gia non può ribellarsi.

Par­lan­do del­l’o­mi­ci­dio di Yara inve­ce sia­mo di fron­te ad un’al­tro meto­do (sem­pre con lo stes­so sco­po: svia­re e sot­trar­re ener­gia). Qui si fa leva sul­la mora­le (o meglio sul mora­li­smo) inna­to del­l’i­ta­lia­no per cui “…i fig­ghi so’ piez­z’e’­co­re”. Sen­za voler smi­nui­re, ovvia­men­te, la gra­vi­tà del delit­to in sé, si for­ni­sce un ber­sa­glio per l’in­di­gna­zio­ne, in modo che essa si sfo­ghi non su ciò per cui dav­ve­ro dovreb­be ma su ciò che fa il gio­co di chi gesti­sce la faccenda.

E in que­ste cose con gli ita­lia­ni si ha gio­co faci­le, per­chè sono così bigot­ti che non capi­sco­no che la loro indi­gna­zio­ne non solo va a fini­re nel ces­so ma non cam­bie­rà una vir­go­la su quel­lo che con­ta: quel­la ragaz­za è mor­ta. Pun­to. Tro­va­re il col­pe­vo­le non dovreb­be ave­re la valen­za del­la ven­det­ta, quan­to evi­ta­re che a qual­che altra per­so­na pos­sa acca­de­re lo stesso.

Ma que­sto, all’i­ta­lia­no medio, non solo non glie­lo puoi spie­ga­re ma, se ci pro­vi, ti sal­ta addos­so per­chè sei tu ad esse­re insensibile.

Ma la mora­le in sé non sareb­be una cosa nega­ti­va, se fos­se di pro­ve­nien­za libe­ra. Il pro­ble­ma è che da essa, per inter­pre­ta­zio­ne e per­ver­sio­ne, deri­va il mora­li­smo, che è uno dei più gran­di osta­co­li allo svi­lup­po ed all’e­vo­lu­zio­ne inte­rio­re e socia­le (oltre che, spes­so, tecnologica).

La que­stio­ne è che la mora­le è con­trol­la­ta dai media, dal­la reli­gio­ne e dall’ignoranza.

Que­ste tre cose sono a loro vol­ta con­trol­la­te da chi detie­ne il potere.

E dato che chi con­trol­la la mora­le, alla fine con­trol­la il Pae­se, ecco che abbia­mo chiu­so il cerchio.

Pren­den­do la soli­ta craniata!

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Hugus

Dav­ve­ro mol­to chia­ro, con­di­vi­do pienamente !