Comunicare – By Giuseppe

Comunicare.

E’ gia da un bel pezzo che viviamo in piena era della comunicazione.

Mai come oggi è stato così facile “comunicare”, basti pensare alla Rete o alle telecomunicazioni: in un istante puoi collegarti e “comunicare“ con chiunque ti aggradi, ovunque si trovi.

Eppure mai come oggi è stato così difficile capirsi.

 

Forse prima la gente era più semplice…o forse ascoltava non con il cervello, ma con qualche altro organo.

Oggi, invece, i “contenuti mentali” di ognuno di noi sono diventati talmente articolati – e strettamente individuali – da rendere quasi impossibile comprendere anche una sola parola di ciò che dice il nostro interlocutore.

Lì dove uno dice “amore” l’altro capisce sesso.

E dove un’altro dice sesso l’altro “interpreta” matrimonio (o stare assieme vita natural durante)

Scherzi a parte sembra proprio che le parole abbiano assunto un significato diverso per ognuno di noi.

Nonostante queste difficoltà la voglia di comunicazione è sempre più forte.

Ed a ben ragione.

Comunicare (dal lat. communicàre = rendere comune)  è un atto meraviglioso che testimonia (anche se non ne siamo ancora ben consapevoli) dell’unità esistente tra gli individui della stessa specie e tra i popoli.

Infatti, se osserviamo bene, tutte le specie dei vari regni di natura possiedono specifiche forme di comunicazione.

Comunicano tra di loro gli uccelli, i delfini, le formiche, le api…

Anche le piante comunicano (queste utilizzano due forme di comunicazione: attraverso impulsi elettromagnetici e tramite messaggi ormonali); e non so se anche i minerali comunichino tra loro, ma è risaputo che sono indispensabili per la comunicazione tra le cellule del corpo umano (e non solo, visto il loro largo impiego in ogni settore delle telecomunicazioni).

Insomma: la comunicazione è indice di “comunione”, cioè il bisogno di “partecipazione con altri” di ciò che abbiamo conquistato (spesso a fatica).

 

Di questo “bisogno di comunione” ne è un bell’esempio il proliferare di siti internet e blog, dove ognuno mette in “comune“ le sue conoscenze.

Questo bisogno di sentirsi “parte di”, comunicando e condividendo, è antico come il mondo perché tutti siamo e sempre saremo – pur nella diversità delle forme – in “unità“.

E’ all’unità vissuta consapevolmente che, coscientemente o meno, aspira ognuno di noi.

Questo ben lo sapevano (e ancora lo sanno) sia i Partiti politici che la Chiesa Cattolica.

Quest’ultima ha ben “cavalcato” quest’aspirazione all’unità delle coscienze umane con l’impossessarsi dell’Eucarestia (effettivamente un rito di Magia Bianca di basso livello) e con “l’Invenzione” della Scomunica.

Se da un lato con l’Eucarestia la Chiesa si è arrogata il diritto di farci entrare in comunione con Cristo (fosse così facile), dall’altro con quella terribile “tortura” psicologica che rappresenta la Scomunica (soprattutto in passato tutti temevano gli Anatemi della Chiesa di Roma, anche i Re e gli Imperatori), la Chiesa si è posta a suprema giudice di chi fosse degno di rimanere nella Comunità Cristiana e chi, invece, ne doveva essere messo fuori (fosse stato solo quello il problema la gente se ne sarebbe anche fregata altamente – vi sono ben altri sistemi per entrare in comunione col Cristo – è solo che chi veniva scomunicato perdeva, di solito, anche tutti i suoi beni, il lavoro e, spesso, anche la vita).

Chiesa a parte…

Per concludere, la battaglia contro le direttive dell’AGCOM che si sta svolgendo in questi giorni (e ci auguriamo che si rinforzi, portando frutti nell’immediato futuro) è un altro di quei segni della “volontà” di comunione e di condivisione, propria ad ogni essere umano che aspiri alla libertà.

Parlo di una marea di uomini, donne, giovani e meno giovani che vogliono imparare a comunicare meglio, per meglio capire e crescere in conoscenza.

A tutti loro dico: NON MOLLATE! CONTINUATE A LOTTARE PER LA LIBERTA’ DI PARLARE! Perché Comunicare, oggi, è veramente di vitale importanza, e chi vuole chiudere le vostre bocche o i vostri siti e blog ben lo sa.

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4 Commenti
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jackll

é giusto usare i nostri mazzi telematici, ma se fosse necessario, dobbiamo riunirci fisicamente d’avanti alle sedi , o aala sede AGCOM e dimostrare che facciamo sul serio !

mcc43

La voglia di comunicare, in rete e/o nella vita cresce anche perchè riceviamo troppo, questo riduce la possibilità di ascoltare/leggere con autentica attenzione e comprensione dell’altro. Finisce allora che parliamo o scriviamo … a noi stessi in quanto più facilmente comprensibili. C’è, voglio dire, dentro di noi una chiusura mascherata; proprio oggi che incontriamo più gente nella realtà e nella rete.
Mi è piaciuto molto questo post.

Giuseppe

Grazie mille.

cinzia opezzi

una singolare interpretazione molto condivisibile