Capitan America il primo vendicatore: pura tradizione Marvel
L’ho visto in 2D questa volta (non mi faccio più fregare) e credo proprio di aver fatto la scelta giusta.
Steve Rogers, ragazzo gracile e un po’ rachitico, ma con la statura morale dell’eroe, vede potenziate tutte le sue doti fisiche, morali ed intellettuali, grazie al “siero del super- soldato”.
In questo film viene narrata l’origine del primo vendicatore, il colosso di tutti i super eroi, che vede la nascita della propria leggenda durante la seconda guerra mondiale, come reazione della ricerca scientifica bellica americana ai tentativi di Hitler nello stesso campo e che si scontrerà con il Teschio Rosso, orrida trasformazione di un uomo in super criminale a causa di una versione sperimentale dello stesso siero, che diverrà il suo nemico giurato.
Ho trovato lo spettacolo davvero encomiabile sotto diversi punti di vista; l’aderenza alla storia originale, tanto per iniziare, probabilmente anche grazie alla presenza di Stan Lee nella produzione esecutiva.
La scenografia è semplicemente grandiosa, con uno sforzo immaginativo enorme per rendere credibile una super tecnologia che deve giocoforza essere ambientata negli anni ’40, con una grossa ricerca nella ricostruzione di ogni genere di mezzo corazzato o volante, attingendo a piene mani da tutti quei progetti sperimentali che, per fortuna, non videro mai la luce.
Anche i costumi sono stati realizzati con notevole raffinatezza e attenzione quasi maniacale ai particolari.
Buona la recitazione (menzione speciale, ovviamente, per quel colosso di Tommy Lee Jones), ottimo ritmo e colonna sonora decente, anche se un po’ troppo “eroica”.
Unica pecca, se vogliamo chiamarla così, la scelta del protagonista, secondo me un po’ troppo giovane per la parte.
La figura di Capitan America ha sempre rappresentato qualcosa di particolare nell’Universo Marvel: il carisma di Steve Rogers non viene tanto dai poteri (che non sono infatti particolarmente notevoli) quanto dalla sua profonda saggezza e dall’incredibile pulizia interiore e drittura morale. All’interno dei Vendicatori è sempre stato il punto di riferimento per ogni questione morale, etica o anche “semplicemente” strategica. E’ il cuore di Capitan America a renderlo una leggenda anche al di fuori della carta stampata.
E nel film questo viene rispettato in pieno. Fatta salva, appunto, la forse un po’ troppo tenera età del protagonista, che comunque regge sufficientemente bene il gioco.
Onestamente, da vecchio lettore di fumetti, non saprei dire se il film può piacere così tanto anche a chi non ne ha mai letti ma credo che questo prodotto possa rappresentare un ottimo spettacolo per chiunque.
Da vedere.
Stan Lee ha il suo nome nella produzione esecutiva solo perché ha vinto una causa ultramilionaria contro la Marvel. Nei film, come pure nei fumetti dai tardi anni ’60 in poi, il suo ruolo è solo quello di un marchio. E anche prima tendeva a prendersi (non sempre in mala fede) molti più meriti di quanti ne avesse davvero.
Secondo me Chris Evans non ha il problema d’esser troppo giovane (un soldato deve essere giovane) quanto piuttosto che è abbastanza “cane”. :bleah:
Scritto una lunga recensione anche di questo film sul mio blog, nella quale mi concentro sopratutto si come è stata strutturata la sceneggiatura in vista del prossimo film sugli “Avengers”.
Ho letto la tua recensione su Cap. La trovo ottima! Non sapevo della causa di Stan Lee, ma ti do piena ragione su Jack Kirby, che ogni tanto potrebbero anche citare, visto che alla fine la Marvel gli deve molto di più che a Lee.
Devo dire che sono curioso di cosa combineranno con Avengers. Tutto sommato la storia è bella incasinata!
Ciao! :bye:
Grazie a te 🙂
A proposito. Proprio di questi giorni è la notizia che gli eredi di Jack Kirby invece la causa conntro Marvel/Disney l’hanno persa.