Ci sono leggi che davvero valgono per tutti. Ma possiamo liberarcene.
C’è una sostanziale differenza tra le leggi nate dalla mente dell’uomo e quelle naturali. Per le prime occorre da un lato che qualcuno vi si sottometta, dall’altro un modo per imporle.
Queste leggi non hanno un effetto diretto, non sono oggettive: possiamo infatti scegliere di ignorarle (ovviamente subendone le conseguenze).
Le leggi naturali non prevedono la sottomissione volontaria, ne tantomeno si impongono. Sono causa diretta di un effetto.
La legge di gravità, per fare un esempio. Possiamo scegliere di ignorarla? No, ovviamente. Questa legge regola l’attrazione tra corpi in possesso di massa, e vale per tutti.
Anche se abbiamo trovato il modo di andare oltre questa legge (possiamo raggiungere la cosiddetta “velocità di fuga” e quindi abbandonare la superficie del pianeta), siamo comunque sempre sottoposti al suo effetto. E’ infatti insito in questa legge che, ad una certa distanza, il suo effetto diventa nullo (o quasi). In realtà anche il travalicare questa legge è ancora un effetto previsto dalla legge stessa.
La morte, almeno per ora, è la causa della fine della vita del corpo fisico. A questa legge non si sfugge, non c’è verso. Etc. etc.
Ma sapendo che alcune leggi sono uguali per tutti, abbiamo anche la possibilità di capire che, molte volte, il nostro agire è anch’esso un effetto di qualcuna di queste leggi. E, sempre nell’ambito della loro sfera d’azione, possiamo trovare un modo per opporci, per esulare da esse.
E’ di fatto quello che accade quando avviene un’evoluzione: si acquisiscono strumenti coscienziali diversi, tali per cui alcune leggi cominciano ad avere meno effetto. Ma non sono le leggi a cambiare, siamo noi che, progressivamente, usciamo dal loro campo d’azione.
Tutta la storia delle religioni è pervasa da racconti di santi o mistici che hanno, prima o poi, compiuto atti che esulavano dalle leggi comuni: levitazione, guarigione, resurrezione… tutti atti che non sono previsti come possibili dalle relative leggi ma che, in particolari condizioni coscienziali divengono possibili.
Ma non occorre andare a scomodare i santi per avere un esempio di come trascendere alcune leggi. Si, perchè il punto è proprio questo: non si sfugge ad una legge naturale: o vi si è sottoposti o la si trascende.
Ognuno di noi può trascendere alcune o tutte le leggi che lo imprigionano: dipende dalla sua capacità di applicare una certa Conoscenza (di più, di meno… dipende solo da quanta se ne è realizzata) per portarsi in dimensioni in cui quella legge non vale.
Certo, se uno si mette in testa di cominciare con quella di incompenetrabilità dei corpi… beh, probabilmente passerà parecchio tempo a cercare la soluzione. Così come potrebbe in un attimo arrivare alla capacità di staccarsi dal corpo fisico e trovarsi di colpo in uno spazio in cui proprio quella legge non vale… o quasi!
Tuttavia, volendo fare qualche esempio più percorribile, un primo step potrebbe essere quello di raggiungere la capacità di non fare influenzare le proprie azioni dagli stati emotivi.
Già questo potrebbe essere un buon risultato, non vi pare? Liberarsi dalla paura, dalla sofferenza. Non nel senso di diventare delle macchine prive di sentimenti, ovvio. Ma in quello di diventare delle persone il cui agire esula dall’influenza emotiva.
Scegliere: di questo si tratta. Ma di scegliere davvero, non perchè spinti da questa o da quella emozione o da questo o quel bisogno (il che significa che, di fatto, proprio non scegliamo una beata fava), quanto di scegliere… liberamente e non tra questa e quella cosa (capite la fregatura? Scegliere tra due o più opzioni non è libertà, perchè la nostra scelta non può esulare dalle opzioni proposte)!
Per cominciare, suggerirei un esperimento: raddrizzare la schiena! Facile? Forse. Ma non quanto sembra. Potremo raddrizzarci, spingere bene il petto in fuori e le spalle indietro. E per qualche momento, in quella posizione, sentire che anche qualcos’altro, al nostro interno, si raddrizza.
Solo che poi, infallibilmente, ritorneremo ad essere più o meno curvi. Perchè? Perchè tutto il nostro mondo, fisico ed emotivo, ci porta a fare il contrario. La forza di gravità, per cominciare. Una vita intera in cui abbiamo mantenuto una postura del tutto o in parte inconsapevole, per continuare. Una condizione interna non corrispondente, per concludere.
Cosa ci servirà allora per rimanere dritti? Diverse cose.
Primo: la memoria, per ricordarci di controllare la nostra posizione il più spesso possibile
Secondo: la volontà, per raddrizzarci tutte le volte (e all’inizio questo equivale praticamente a… sempre) che ci sorprendiamo a cedere.
Terzo: energia, per mettere in atto l’osservazione e l’atto fisico di tenere dritta una schiena che invece tende sempre ad incurvarsi.
Quarto: pazienza, per non mandare tutto a quel paese quando tra un momento di consapevolezza e l’altro passano magari un paio di giorni.
Tuttavia, se manteniamo tutto questo, prima o poi finiremo per avere una postura davvero dritta, regale, quasi.
E la prima legge l’abbiamo trascesa: quella piccola legge che ci porta sempre ad assumere la posizione che implica il minor dispendio di energia.
Se questo vi sembra poca cosa, considerate che in realtà è un risultato enorme.
Perchè dimostra che, se una legge può essere trascesa, allora questo deve essere possibile anche per tutte le altre.
Non importa quando, non importa a quale sforzo, non importa con l’aiuto di chi: quello che conta è che è possibile essere liberi.
E questo, come disse il bardo, è pur sempre qualcosa!
Eccellente Franz, sopratutto lo sprono a raddrizzarsi e rimanerci.…saggiamente concreto…