Einstein e i neutrini: la sindrome della culla e il limite del mondo accademico
Sindrome delle culla: la più frequente causa di morte tra i piloti di aerei da guerra: l’aereo è colpito, tutti i sistemi sono in default, senza speranza di poter recuperare il controllo. In altre parole, l’aereo è morto. Eppure il pilota stenta ad eiettarsi, perchè lì dov’è, all’interno della carlinga, la situazione è, apparentemente, più sicura. Più che apparentemente, temporaneamente. Come in una culla, all’esterno c’è l’ignoto, all’interno il noto. E’ questo che rende così difficile uscirne.
La sindrome della culla però non vale solo per i piloti di aerei. Vale per tutti, per tutte le situazioni che hanno fatto il loro tempo ma che ancora concedono un grado di illusoria sicurezza a chi si trova all’interno.
La teoria della relatività di Einstein ha dato origine a gran parte della fisica moderna; scovare qualcosa che, pur appartenendo all’universo materiale, si muova più velocemente della luce mette i fisici nella stessa condizione del pilota.
Ma questa “posizione” è a sua volta un falso. Non è detto che, ammesso che esista qualcosa che si muove a velocità ultraluce, questo releghi Einstein nell’angolino dei fallaci.
Potrebbero essere cambiate le condizioni al contorno: a tutti gli effetti potrebbe semplicemente essere caduto un limite.
Siamo infatti sicuri che, fino a ieri, i neutrini si muovessero a velocità iper luminica? Non è che invece qualcosa è cambiato per cui i famigerati 299.792 Km/sec semplicemente… non sono più un limite?
Mi spiego meglio: ammettendo che la scoperta dei ricercatori del Gran Sasso sia reale, siamo sicuri che prima i neutrini non si muovessero più lentamente?
Al di là di questi interrogativi però, mi viene veramente da ridere delle resistenze del mondo accademico di fronte alla possibilità che quello che avevano sempre considerato un limite riveli la sua perfetta illusorietà.
Come qualunque praticante di meditazione sa, infatti, un limite è tale solamente fino a che non si travalica. Dopo, semplicemente, attiene al passato.
I limiti sono fatti per essere superati, così come le feste son fatte per gabbare i santi. L’unico limite reale è quello che ci impedisce di progredire e vale solo fino a che non lo si supera. Dopo, non vale più.
Ma soprattutto, l’uomo saggio festeggia la caduta di un limite. Lo stolto, preda della sindrome della culla, farà di tutto per continuare a subirne l’influsso.
La risposta è ovvia: esci dal limite ed un intero mondo di possibilità ti si aprirà davanti. Resta nel limite e rimarrai dove sei, subendo le conseguenze della tua scelta, con buona pace dell’anima tua.
La ricerca interiore riassunta in un’unica, agghiacciante riga.