I Sussurri del Lama: esiste una sola Luce…

Fu durante una calda estate in un villaggio a Est di Delhi che, insieme al mio adorato Maestro, ci trovammo a pernottare in una piccola pensione.

In quei giorni ero stato assalito da una strana febbre e quella notte inziai a delirare. Come seppi poi, si trattò di una sorta di febbre da tifo, che mi portò quasi alla morte.

Il Maestro, accortosi della gravità della situazione, mandò a chiamare un medico esperto nella medicina tibetana che viveva in un altro villaggio, a poche decine di chilometri.

Ricordo poco di quella notte e delle due successive ma, a quanto mi disse dopo il Maestro, rischiai più volte di lasciare questo corpo.

Qualche giorno dopo, ripresomi dalla febbre, ero ugualmente debole come un gatto caduto nel fiume e il Maestro decise, su consiglio del medico, di rimanere qualche giorno nel villaggio per evitare che ricadessi nel malanno, cosa che mi avrebbe certamente ucciso.

Faceva molto caldo e solo la notte portava un momentaneo sollievo, per quanto appena percettibile e, non appena riuscii a sollevarmi e mettermi seduto, approfittavamo di quelle poche ore per meditare assieme.

Forse fu la febbre, o forse il caldo, ma la seconda notte accadde che, aperti gli occhi, vidi il mio Maestro circondato da una meravigliosa luce come d’oro, un fulgore che si estendeva a grande distanza dal suo corpo, fino a riempire completamente lo spazio di quella minuscola stanza.

Ricordo ancora che in quel momento, ero ancora molto giovane, pensai che quella fosse la luce di Dio e che tale fosse il mio Maestro.

Lui sorrise lievemente, cogliendo il mio sentire e il mio pensiero. Ricordo che fece un certo sospiro e poi, con voce molto sommessa, disse.

“Caro T, è notevole che tu possa vedere alla tua età, già non più tenera ma non ancora adulta. Tuttavia dovrai ricordare che occorrono anche la più grande saggezza e la più profonda comprensione a supportare la vista, altrimenti, come in questo caso, vedere servirà solo a creare confusione.

Ciò che hai veduto pochi minuti fa, non era la mia luce. Non esiste la “mia” luce. Così come non esiste la “tua” luce.

Come tutto l’universo vibra nell’unico Aum, così lo stesso è immerso nell’unica Luce. Non esiste “io” e non esiste “altro”. Tutto è uno, anche se alla distanza, qualche parte di quest’uno prende illusoria coscienza di sè come parte separata.”

Io feci un’espressione, che ben ricordo ancora oggi, di assoluta belluinità, giacchè non avevo compreso nulla di quello che diceva.

Allora il Maestro rise apertamente con un amore così grande che io mi sentii incredibilmente fortunato per quei momenti passati con lui.

“T. non ti preoccupare. Verrà un giorno in cui realizzerai appieno quello che ti ho detto; te lo prometto solennemente.

Ma fino alla venuta di quel giorno, occorre che tu ricordi solo questo: esiste un’unica Luce, un unico Suono, un’unica Volontà.

Tutto il resto, prima o poi, si rivela inconsistente.”

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