I Sussurri del Lama: tenere stretta la voglia di vivere

Duran­te gli ulti­mi anni pri­ma che fos­si costret­to a fug­gi­re, conob­bi un ragaz­zo. Era poco più di un bam­bi­no quan­do ini­ziò la sua istru­zio­ne e diven­ne pri­ma ado­le­scen­te e poi adul­to pro­prio all’in­ter­no di quel­l’an­go­lo di para­di­so che era il Mona­ste­ro in cui entram­bi stu­diam­mo. Nam­gyal era il suo nome.

Era bra­vo, stu­dio­so e volen­te­ro­so. Ave­va sem­pre modi gar­ba­ti ed un’e­spres­sio­ne dol­ce ma den­tro ave­va un entu­sia­smo ed un amo­re per la vita dav­ve­ro uni­ci. For­se non era il più avan­za­to o il più intel­li­gen­te ma, di sicu­ro, era il più entu­sia­sta e vulcanico.

Fino a che suc­ces­se qual­co­sa. Anco­ra oggi non so cosa sia suc­ces­so fino in fon­do. Un gior­no, sem­pli­ce­men­te, smi­se di esse­re così. Non accad­de all’im­prov­vi­so; fu come la fiam­ma di una can­de­la che oscil­la per un po’ pri­ma di spegnersi.

Len­ta­men­te, ma ine­qui­vo­ca­bil­men­te, la fiam­ma ini­ziò ad oscil­la­re, a non esse­re sem­pre così bel­la e ful­gi­da come sem­pre. Per bre­vi momen­ti pri­ma, ma poi sem­pre più fre­quen­ti e lun­ghi, la fiam­ma ini­ziò a rim­pic­cio­li­re, a diven­ta­re sem­pre più sottile.

Fino a che un mat­ti­no in cui il fred­do sem­bra­va voler esse­re più taglien­te del soli­to, essa lo lasciò.

Non morì, ne ebbe cam­bia­men­ti fisi­ci, ma la dif­fe­ren­za tra “pri­ma” e “dopo” era chia­ra come la quel­la tra il gior­no e la not­te e si era mani­fe­sta­ta con la stes­sa man­can­za di con­fi­ni precisi.

Quan­do chie­si al mio ado­ra­to Mae­stro la ragio­ne di un sì ter­ri­bi­le cam­bia­men­to, lo vidi per la pri­ma ed ulti­ma vol­ta esi­ta­re nel rispondermi.

Stet­te per mol­to tem­po in silen­zio, fer­mo nel­la bru­ma del mat­ti­no. Poi, scuo­ten­do appe­na la testa, così mi disse:

“Noi nascia­mo con una cer­ta quan­ti­tà di voglia di vive­re. E’ come un rega­lo con il qua­le venia­mo al mon­do, la nostra dote nel­lo spo­sa­re la vita. Pos­sia­mo spen­der­la con atten­zio­ne, atten­den­do che nuo­va voglia sosti­tui­sca la vec­chia con­su­ma­ta pri­ma di usar­ne dell’altra. 

Oppu­re pos­sia­mo usar­la tut­ta sen­za pre­oc­cu­par­ci del­la fine che fa. A vol­te capi­ta che qual­cu­no la usi addi­rit­tu­ra tut­ta in un uni­co, lumi­no­sis­si­mo istan­te; si può fare. Ma biso­gna fare atten­zio­ne per cosa la si usa.

La voglia di vive­re non è infi­ni­ta. Quin­di se la spen­dia­mo per un moti­vo non puro, non con­so­no al cam­mi­no che il nostro esse­re deve per­cor­re­re in que­sta incar­na­zio­ne, a vol­te suc­ce­de che essa si esaurisce. 

E quan­do que­sto acca­de, può suc­ce­de­re quel­lo che hai visto acca­de­re a Nam­gyal: ci si spe­gne e nul­la più. Non sem­pre si può di nuo­vo riem­pi­re le sti­ve ormai vuote. 

Per que­sto, mio ama­to T., ti pre­go di non per­de­re mai il con­trol­lo sul tuo entu­sia­smo. Ricor­da sem­pre di riem­pi­re costan­te­men­te il tuo ser­ba­to­io con tut­ta la voglia di vive­re che puoi”

A quel pun­to il Mae­stro mi si avvi­ci­nò e, per la pri­ma vol­ta da quan­do lo cono­sce­vo, mi abbracciò.

Quan­do sciol­se l’ab­brac­cio, si disco­stò un poco, mi affer­rò per le spal­le e mi fis­sò per qual­che istan­te. Quel­lo che sen­tii non è descri­vi­bi­le con le paro­le: fu come se aves­si posa­to gli occhi sopra il mare, o diret­ta­men­te nel cie­lo. Fu solo dopo mol­ti anni che com­pre­si che in quei bre­vi momen­ti mi ave­va dato l’ac­ces­so alla sua per­so­na­le “scor­ta di voglia di vivere”.

Una scor­ta cui anco­ra oggi attin­go, quan­do sono trop­po stan­co o tri­ste per anda­re avan­ti con le poche for­ze che anco­ra mi sosten­go­no. Una scor­ta sen­za cui non riten­go sarei riu­sci­to ad arri­va­re fin dove mi tro­vo ora.

Le Sue paro­le di quel gior­no non mi abban­do­na­ro­no mai.

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5 Commenti
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Donatilla

SANTE PAROLE E CONSIGLI .… GRAZIE

lucia

😀 :par­ty: Viva!

Fede

nama­sté

Valentina Petrova-Manavska

una lacri­ma dal mio cuore,talmente “piena”,come un lago profondo,sembra infinito.….certo,la stu­pi­di­tà è il mio altro forte,ho spre­ca­to le ener­gie del cuo­re per cose futili,cuore mio,perdonami…Grazie Lama !