Ho smesso di fumare da un paio di mesi…
… e la vita è decisamente migliore. Inutile dirlo, mi pare. Ho usato un po’ di trucchi, però al momento la faccenda è stabile e mi pare che abbia un senso condividere il come: si sa mai che a qualcuno sia utile. Per cominciare: occorre una motivazione. Si, perchè se siete come me, uno a cui fumare “piace intrinsecamente”, non c’è versi a convincersi che il fumo fa male: te ne freghi. Questo avviene perchè il piacere della sigaretta è immediato, mentre la percezione dei danni, ammesso che non arrivi insieme al danno finale, è sfumata, lontana, quasi inesistente.
Quindi la prima cosa da fare è: rendersi conto della situazione. Per cominciare, ad esempio, si può provare a fare una piccola corsa: il fiatone arriva subito. Ma se ascoltiamo con attenzione, il nostro corpo ci dirà che non è così che dovrebbe essere; va bene essere avanti con gli anni, ma cinquanta metri di autonomia sono un po’ pochi, no?
La seconda cosa è ascoltare il cuore. Quel cuore che, da ragazzi, ci accorgevamo che c’era solo in due occasioni: prima di un’interrogazione e dopo una scopata e che oggi, invece, a volte si fa sentire pesantemente.
Ma fin qui… non basta, ve l’assicuro. Se siete dei VERI fumatori, non vi farà ne caldo ne freddo. Per quanto mi riguarda, quello che ha fatto la differenza è stato ascoltare quello che stava succedendo nei miei bronchi: catarro! Tossetta stizzosa frequente, scaracchio vero e proprio occasionale a parte, quello che mi ha fatto decidere è stato ascoltare con sincerità la condizione interna. A quel punto lo capisci per forza che ti stai facendo del male.
Ma non solo lo capisci: lo senti! Ecco cosa serve per darsi una motivazione: sentire! Possono anche farti la foto dei tuoi bronchi dall’interno, ma se non li senti, non fai tua quell’immagine. E non ci pensi nemmeno a smettere. Presa la decisione, ho fatto così: mi sono fissato una data: nel mio caso (era aprile, quando ho deciso) la data era il 31 Dicembre. Entro la fine dell’anno avrei smesso. Punto.
Poi la programmazione del sistema umano del cazzo, quello che abbiamo in testa. Tenere nella mente fisso il pensiero della data e della decisione presa. Poi, ad ogni sigaretta, ascoltare il vero effetto sul mio corpo: la pressione che schizza alle stelle, il bruciore alla gola, etc. etc. E poi la puzza: lo confesso, mi lavo piuttosto spesso. E dato che dopo ogni doccia mi cambio gli abiti, ho cominciato a far caso all’odore di fumo che li impregnava, anche dopo lavati; uno schifo totale! Ma come, mi piace essere profumato e poi vado in giro puzzando come un portacenere?
Insomma, per farla breve mi sono fatto il lavaggio del cervello da solo, continuando ad osservare gli effetti nefasti di una sigaretta (che continuavo a fumare imperterrito).
Ma il problema della dipendenza è serio: la nicotina è una brutta bestia e chi fabbrica sigarette fa di tutto perchè diventi ancora peggiore. Quando si da’ un tiro, la concentrazione di nicotina nel sangue arriva a livelli cosmici: ed è questo che crea la dipendenza. La falsa sensazione di benessere che una quantità smodata di nicotina nel sangue fa arrivare al cervello!
Quindi usiamo quel cervello: la nicotina crea la dipendenza. La nicotina è responsabile si e no dell’un per cento dei danni della sigaretta. E’ il fumo che fa male in una maniera bestiale. Sono le circa 4.000 sostanze chimiche con cui viene trattato il tabacco delle sigarette a potenziare l’effetto della nicotina e, contemporaneamente, a farci a pezzi polmoni e arterie.
Ergo, teniamoci per un po’ la nicotina (ammettiamo i nostri limiti, cazzo!) ed eliminiamo il fumo.
Come? Io ho fatto così: mi sono fiondato in farmacia e ho comprato cerotti transdermici e pastigliette alla nicotina. Nella fattispecie i cerotti più esagerati (quelli della “fase 1”) e le pastigliette più “leggere” (quelle da 1,5 mg).
A quel punto, la sera del 1° di novembre, ho preso la sigaretta che mi stavo fumando e, mentre era ancora a metà, l’ho lanciata a terra, calpestandola. Poi ho preso il pacchetto ancora a metà e l’ho buttato nel cestino.
Il gesto, lo riconosco, è stato piuttosto pregnante, bello “carico” di intenzione. Sostanzialmente il gesto ha sublimato qualche mese di programmazione mentale.
Poi sono andato a casa e, dopo un paio d’ore, mi sono appiccicato il primo cerotto al culo.
Il mattino dopo, quando mi sono alzato, non avevo voglia di fumare. Ma avendo una certa esperienza, sapevo che era un bluff. E infatti, subito dopo il caffè, la scimmia sulla spalla si è fatta sentire.
Nessun problema: ho respirato; a fondo, davanti alla finestra aperta (un freddo porco, ma fa niente). E, come per magia, ho di colpo sentito l’odore dell’aria.
Lo so, dovrebbero volerci dei giorni perchè il corpo cambi a questo punto. Ma so anche che la mente, quando la usi per delle cose serie, fa miracoli. E’ bastato quel singolo inspiro per far scappare la scimmia a gambe levate.
Ma a questo punto il post è diventato troppo lungo e proseguo domani.…
yeah! it’s very useful to speak about dependence on, not just drugs, but everything… this article is very interesting for non-smoking people, like me, too
resisti!
:bye:
:embrace:
Ciao Franz,
ho letto con interesse il tuo scritto sul fumo.
Quattro mesi fa mi sono trovato con i tuoi stessi sintomi ( 25 sigarette al giorno avevano inziato a produrmi una tosse tremenda )e mi sono ripromesso di smettere di fumare fino a Capodanno.
Quindi ho ripreso in mano il libro di Allen Carr che si intitola ” E’ facile smettere di fumare se sai come farlo”.
Me lo avevano consigliato qualche anno fa.
Premesso che non ho alcun interesse a fare la pubblicità a questo libro, devo anzi dire dire che inizialmente non ci credevo per niente.
Ne trovavo la lettura per molti aspetti monotona, ( alcuni concetti sono ripetuti all’esasperazione )però ho dovuto poi riconoscere che al suo interno c’era qualcosa di originale.…
specialmente la raccomandazione di non smettere di fumare prima di aver completato la lettura del libro.
Ho poi adottato, anch’io come te, il metodo di fissare una data.
Solo che fissare una sola data è pericoloso.
Metti che proprio quel giorno ti capitano due o tre sfighe in fila.…sei rovinato.
Allora ne ho prefissate tre, e alla seconda ho avuto successo.
Mi considero fortunato, perchè in quattro mesi ho avuto solo quattro o cinque ” picchi” di desiderio di fumare.
Mi sono comunque trovato d’accordo con l’autore del libro che il fumo rappresenta una vera e propria tossicodipendenza.
Adesso sta arrivando Capodanno ed è vero che ho messo su 6 kg., ma sto da dio e non so se riprenderò, anche perchè mi pare stupido rifare la fatica sperimentata il primo mese di astinenza.
Mi aiuta anche il motto di cui non ricordo le parole esatte ma il senso era” non quel che si comincia ‚ma dove si persevera ”
Un caro saluto, anche a Katy.
Antoine.
Grazie Antonio. In effetti non avevo scelto di smettere proprio “il” 31 dicembre, ma “entro il”. Così di date ne avevo quante ne volevo! :muah: :muah: :muah:
Comunque… tieni duro! E buon anno! :bye:
Io non fumo, non bevo e non dico parolacce
.…porca puttana, mi è caduta la cikka nel whisky
a parte gli scherzi volevo dirti che questo post è una figata..mi piace quando dici che la mente per le cose serie fa miracoli.
Il problema è che nella dipendenza la mente è stronza perchè cerca qualunque stratagemma per giustificare la non resistenza al comportamento dipendente.
Come dici tu. bisogna sentire!
Ma quanto è difficile!
A presto
“…la mente è stronza perchè cerca(e trova!)qualunque stratagemma per giustificare…“Patrizio,puo rispondere,con quale parte della(stessa)mente lo ha notato?
..non credo, Valentina, che sia una parte della mente a notarlo. Se così fosse la mente potrebbe vedere se stessa, dunque sarebbe un entità consapevole, colui che sperimenta e osserva. Credo invece che la mente sia un mezzo attraverso cui qualcos’altro sperimenta, qualcosa o qualcuno che sta dietro ( o dovrebbe stare).
Ciao
Lo sai da quanto che ci provo? Però sono decida per il 2017, metterò in pratica