Matrimonio, cassazione e impotenza: perchè la gente sclera…
C’è questa sentenza della Corte di Cassazione che mi ha fatto davvero riflettere.Ve ne riporto uno stralcio poi, volendo, l’articolo lo trovate qui.
“L’uomo che nasconde la sua impossibilità di generare figli alla donna che sta per sposare, rischia l’addebito della separazione se la moglie, dopo il matrimonio, scopre che il marito le ha sempre taciuto la sua impotenza. E la circostanza che la moglie, appresa la verità, abbia poi intrapreso una relazione adulterina, è del tutto irrilevante e non può cancellare la colpa del coniuge omertoso su un aspetto così importante nella vita di coppia. Lo sottolinea la Cassazione nella sentenza 3230.”
Prima di continuare, una puntualizzazione: nesssuna critica sulla sentenza in sè o sulla sua congruenza o legittimità legali. Chiaro? Ok, adesso proseguo.
Com’è possibile che l’atto di unione tra due esseri possa essere ridotto a così incredibilmente limitati orizzonti? Voglio dire: siamo nel 2012, in Italia (e quindi non in un paese perso magari nelle lande desolate dell’Uzbekistan, Kazakistan, ‘ndocazzostan).
La morale cattolica: non c’è altro alla radice di una visione così riduttiva del rapporto tra due esseri. Una visione che finisce per stravolgere completamente il vero, profondo significato della ricerca dell’unità per ridurlo alla base legale necessaria per la riproduzione.
La differenza è abissale ed attiene alla divergenza tra le cose che accadono e gli atti che si compiono. Le cose che accadono semplicemente… accadono. Gli atti che si compiono davvero sono quegli atti guidati dalla consapevolezza (più o meno elevata o profonda che dir si voglia).
Le cose che accadono sono quelle di pertinenza del mondo animico, animale. Gli atti che si compiono sono figli dell’individuo e della sua scelta o arbitrio.
Ogni essere umano deve sviluppare i propri talenti, creare cioè il proprio spazio di esperienza ed espanderlo, col progredire del suo cammino nella vita. Ad un certo punto può anche darsi che due esseri decidano di condividere parte di essa; è il momento in cui oltre ai due spazi di esperienza personali, se ne viene a creare un terzo: quello comune. Allora i due esseri continuano il proprio cammino, condividendone una parte. A questo punto la generazione di un figlio, qualora scelta, può avere un profondo senso, strettamente connesso con alcuni dei principi più elevati che ci sia dato di toccare. Parliamo di una visione profonda quindi, votata alla Conoscenza e sviluppata in essa, quanto profondamente… poco importa.
Ma una visione del matrimonio come quella evidenziata dalla Cassazione, onestamente, è talmente riduttiva, becera, e fuorviante da qualunque possa essere un’idea di sacro, da darmi la nausea.
E’ la visione materialista, completamente volta al sovvertimento di ciò che può esserci di bello, luminoso e pulito nell’universo. Una visione che relega la ricerca dell’unità a mero atto legale il cui unico, o quantomeno maggior, intendimento è quello di provvedere alla procreazione.
E poi uno si stupisce se la gente sclera per strada?
Ma cristo! Ci credo! E’ inevitabile!
Con una simile grevità di visione, con una così bassa voltura di qualunque aspirazione ad un ideale, come puoi non impazzire?
veramente la sentenza ha a che far con qualcosa di molto piu` profondo della riproduzione e che é molto in linea con la tua visione del rapporto tra i sessi: la sincerità. 🙂
Infatti la sentenza non l’ho discussa. E sono d’accordo con te sulla sincerità! Grazie!
ecco…finalmente,intravedo un filo di luce “reale” in questo lugubre paese.(l’ITALIA)bravo franz,continua a irrorare,col tuo magico “deltaplano”questo informe agglomerato di umani, chiamata:patria.so long. :devil:
Ho letto la tua versione, ma onestamente non sono d’accordo. Non credo riguardi la cultura cattolica ma i problemi di indentità di ciascuno. Perché se tu mi parli di coppia e della fusione delle due identità che per le loro esperienze si sono trovate a condividere un pezzo di strada creando un coppia, nel caso specifico, anche se non conosciamo l’aspetto emozionale del rapporto e della sentenza, non si può parlare di coppia.Il coniuge ha nascosto una parte di se di inestimabile valore e di cui lui probabilmente si vergogna. Bisogna guardare la sua storia e anche a quella di lei per capire perchè si sono “trovati”, che aspettative entrambe avevano. Personalmente la vedo più come un sottrarsi alla coppia di lui “ingannando” lei nel suo bisogno di avere figli e lei lo ha scelto probabilmente perchè qualcosa frena anche lei nel non averli. Se fossi lei non avrei agito l’adulterio e non sarei andata in tribunale, ma con lui avrei intrapreso un percorso per crescere insieme e questo è possibile solo se c’è amore da parte di entrambe.
Nulla da dire sul caso in se’, effettivamente. Ma in realtà è la sentenza della cassazione (o meglio l’ambito in cui è stata emessa) il focus del post.
Non sono andato al leggermi l’articolo in versione intergale, ma lo stralcio riporta che l’uomo ha nascosto la sua impotenza.
Orbene, é vero che senza rapporti non si generano figli, ma forse la questione è stata strumentalizzata alla cattolica maniera quando la signora in questione ha capito che “non si tromba”!
Allora largo agli deali per giustificare relazioni adultere e necessità di separazione.
Strumentalizzare princìpi magari neanche condivisi, solo per tirare l’acqua al proprio mulino.
Poi, certo, ci si dovrebbe chiedere se lo scopo di un’unione é trombare, o procreare, o cucinare, o stirare, o…..
Ma forse sono solo troppo malizioso……. :finger: