Disposizione interiore nell’azione: correre con i lupi
Ci sono fondamentalmente due modi, due possibiltà di vivere; o vivi o “vieni vissuto”.
La distinzione è operabile unicamente sui modi, non sulla vita intera. Vale a dire che in ogni istante ci sono cose che vivi e altre su cui vieni vissuto. Le due modalità sono spesso attive contemporaneamente, ordinariamente con una preponderanza della seconda.
Alla maggior parte di noi uomini, le cose semplicemente … accadono. Ma attenzione: non stiamo parlando di risultato, stiamo parlando di modo di vivere la nostra vita.
A guardare attentamente, dovrebbe saltare all’occhio che, nella stragrande maggioranza dei casi, non è possibile scegliere, agire, etc. etc. E’ la vita che decide per noi quello che ci capiterà. Pensare di avere anche il minimo controllo sugli eventi esterni, nelle condizioni in cui versiamo quasi tutti, è pura illusione.
Quello su cui però possiamo davvero intervenire è la disposizione interiore con cui affrontiamo la nostra giornata. Possiamo sbuffare, sospirare, ed essere perennemente all’inseguimento del tempo, oppure possiamo respirare, e con tutta la nostra sensibilità e consapevolezza, costantemente allenate e migliorate, rimontare il ritardo fino ad essere allineati al nostro tempo.
Allora, quando sei “in sincrono” con quello che accade, sei nel momento, sei nell’istante. Non sei nel passato (che nel frattempo se n’è andato) e neppure nel futuro (che a quel punto è solo immaginazione e, intanto che lo sogni, quello reale ti scappa via).
Si tratta di lavorare nella direzione della corrente e non contro di essa (il che non significa lasciarsi andare agli eventi ma “correre con i lupi”).
Ecco allora che qualsiasi azione, anche un supersforzo, oppure una sofferenza volontaria, oppure il raccogliersi in un momento di silenzio quando tutto intorno a noi sembra sul punto di esplodere, pur sembrando un’azione “contro corrente”, è al contrario esattamente allineata con la nostra vita.
I segnali di quando siamo fuori sincronia sono tanti ma alcuni possono essere (dico “possono” perchè non sono patognomonici, ovvero non identificano univocamente una condizione errata) la tendenza a parlare sospirando, un atteggiamento che spesso induce una sorta di autocommiserazione, il modo stesso di parlare, con una preponderanza di “ma”, “però”, “purtroppo”, “e cosa vuoi che ti dica”. Anche il corpo ci può avvisare che stiamo deragliando: spalle curve, passo strascicato, addome troppo rilassato, il respiro corto e superficiale.
In altre parole, quando la sensibilità non basta a farci rendere conto che stiamo “rimanendo indietro sulla vita”, un minimo di osservazione di noi stessi ci può consentire di accorgerci che stiamo rallentando.
A quel punto dobbiamo evitare la peggiore delle trappole: il senso di colpa. Abbiamo tentato e non siamo riusciti. E allora? Ricominciamo da capo, senza giudicarci, senza darci dei titoli. Semplicemente riallineiamoci, acceleriamo la nostra energia e rifocalizziamo mente e cuore nella direzione giusta.
A furia di insistere, saranno sempre più lunghi i periodi di sincronia e sempre più brevi e rari quelli in cui ci troveremo “fuori tempo”.
Occorre semplicemente insistere senza mollare.
Non scappare o inseguirli ma correre CON i lupi.
Long life to the wolves!
corriamooooooooooooooooooooooooooooooo.…con loro…
sogno..il giorno“che tantissime persone stanche di vivere “belando” da pecore”,si guardino allo “specchio” e riconoscano il “lupo“che nei loro cuori “vive”. :ronf: :swim: :bye: :bye: :bye: f.