Vita e Ricerca Interiore: non c’è differenza!

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Qual­cu­no mi ha rivol­to una doman­da un po’ cri­ti­ca un paio di gior­ni fa. Voglio con­di­vi­de­re qui la risposta.

La doman­da era: “Scu­sa Franz ma non capi­sco: per­chè sul tuo blog si vedo­no spes­so post sul­l’at­tua­li­tà, più che sul­la Ricer­ca Interiore?”

Una doman­da dav­ve­ro bel­lis­si­ma, per­chè mi ha dato la pos­si­bi­li­tà di una rispo­sta “evo­lu­ti­va”, ovve­ro di quel­le che pos­so­no per­met­te­re a chi le rice­ve un cam­bia­men­to in sen­so evolutivo.

La vita (inte­sa come l’in­sie­me di even­ti che ci acca­do­no dal momen­to del­la nasci­ta a quel­lo del­la mor­te) può esse­re effet­ti­va­men­te vis­su­ta in due modi: atti­va­men­te o passivamente.

Gli even­ti che acca­do­no cam­bia­no in modo sostan­zia­le a secon­da che si viva in un modo o nel­l’al­tro e anche a secon­da del nostro livel­lo evolutivo.

Allo stes­so modo in cui gli even­ti in un sogno cam­bia­no a segui­to di quan­to sia­mo con­sa­pe­vo­li di sogna­re (ma anche a segui­to di quan­ti chi­li di pata­ti­ne ci sia­mo sgar­ga­roz­za­ti pri­ma di anda­re a dor­mi­re), la vita cam­bia a segui­to di come la vivia­mo, del cibo con cui nutria­mo le varie par­ti del­la nostra per­so­na­li­tà e da quel­lo che al nostro inter­no sia­mo davvero.

Se ci “lascia­mo vive­re”, ovve­ro seguia­mo sem­pli­ce­men­te il flus­so degli even­ti, la nostra vita sarà quel­lo che deve esse­re in con­se­guen­za degli acci­den­ti ester­ni, ovve­ro di quel­lo che le varie otta­ve che incro­cia­no la nostra otten­go­no come effet­to. Nul­la da ridi­re, ovvia­men­te: la stra­gran­de mag­gio­ran­za degli esse­ri uma­ni non può fare a meno di vive­re in que­sto modo. Da un lato per­chè non han­no pos­si­bi­li­tà mate­ria­li per fare altri­men­ti, da un altro per­chè sono in pos­ses­so di stru­men­ti cogni­ti­vi insuf­fi­cien­ti per vive­re altri­men­ti oppu­re per­chè non sono anco­ra pron­ti per ave­re un ruo­lo più “diri­gen­zia­le” all’in­ter­no del­la pro­pria incar­na­zio­ne: nes­su­na mac­chia, come direb­be l’I-Ching.

Se inve­ce sce­glia­mo di diri­ge­re la nostra vita in una deter­mi­na­ta dire­zio­ne, ecco che già gli even­ti cui andre­mo incon­tro cam­bie­ran­no cor­so. Se deci­dia­mo di rag­giun­ge­re un deter­mi­na­to tra­guar­do mate­ria­le, ad esem­pio, la nostra volon­tà e deter­mi­na­zio­ne nel rag­giun­ge­re quel tra­guar­do influi­ran­no sul nostro sche­ma com­por­ta­men­ta­le, spin­gen­do­ci ver­so espe­rien­ze cor­re­la­te al cor­so che abbia­mo scel­to. Que­sto per­cor­so può esse­re evo­lu­ti­vo o meno, in dipen­den­za diret­ta da quel­la che è la nostra traen­za e anche da una miria­de di altri fattori.

Se infi­ne la nostra vita è impron­ta­ta alla cre­sci­ta inte­rio­re, essa cam­bie­rà in modo anco­ra diver­so, por­tan­do­ci ad even­ti di un’al­tra cate­go­ria ancora.

In que­sti ulti­mi due casi, se la nostra evo­lu­zio­ne inte­rio­re è suf­fi­cien­te, inol­tre, ciò che acca­de attor­no a noi cam­bie­rà non solo in con­se­guen­za del­la nostra traen­za inte­rio­re, ma anche in segui­to a quan­to rea­liz­zia­mo di noi stes­si all’in­ter­no. Mag­gio­re la con­sa­pe­vo­lez­za rag­giun­ta, mag­gio­re la capa­ci­tà di diri­ge­re il cor­so degli even­ti: ricor­dia­mo­ci che, all’in­ter­no di un sogno, più sia­mo con­sa­pe­vo­li di star sognan­do, più il sogno rispon­de alla nostra volontà.

La vita mate­ria­le è tran­quil­la­men­te equi­pa­ra­bi­le ad un sogno all’in­ter­no del qua­le più sia­mo con­sa­pe­vo­li di “altro”, più abbia­mo pos­si­bi­li­tà di inter­ve­ni­re sul­la “regia” del nostro per­cor­so vitale.

La vita mate­ria­le non è altro che il pal­co su cui reci­tia­mo la par­te che ci sia­mo scrit­ti. Solo che il “noi” che ha scr­tit­to quel­la par­te non si pre­sen­ta sul pal­co, a meno che non riu­scia­mo ad invitarlo.

Se il regi­sta si pre­sen­ta sul pal­co del­lo spet­ta­co­lo, può anche improv­vi­sa­re (entro cer­ti limi­ti dovu­ti alle con­di­zio­ni al con­tor­no pre­sen­ti) e cam­bia­re al volo le bat­tu­te, le situa­zio­ni, per­si­no l’in­te­ra storia.

Quan­do un Ricer­ca­to­re sepa­ra la vita dal­la Ricer­ca fa il più gran­de erro­re che si può fare: la Vita è la Ricer­ca. Non c’è dif­fe­ren­za, non c’è separazione.

Per que­sto mi occu­po spes­so di quan­to acca­de su que­sto pia­ne­ta ed in que­sta invo­lu­ta socie­tà: è uno degli aspet­ti del­la ricerca.

Rico­no­sce­re la real­tà degli even­ti, al di là degli ingan­ni o del­le men­zo­gne pro­po­ste da altri atto­ri sul­lo stes­so pal­co che maga­ri, oltre ad esse­re inter­pre­ti di par­ti odio­se, pure si inven­ta­no par­ti non pre­vi­ste dal copio­ne, signi­fi­ca avvi­ci­nar­si sem­pre di più a chi ha in mano la regia.

Indi­ca­re alcu­ni aspet­ti ordi­na­ria­men­te non visi­bi­li o non com­pre­si di quel­lo che acca­de nel mon­do è qual­co­sa che ho scel­to di fare dai pri­mis­si­mi momen­ti in cui ho ini­zia­to ad apri­re gli occhi sul­la realtà.

Vive­re atti­va­men­te la mia vita come Ricer­ca è, sem­pli­ce­men­te, ciò che deve esse­re fatto.

Ci si vede in giro!

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