Intensità: sempre di meno ma… Spes ultima dea!

Forse un frutto dei tempi, anzi, sicuramente tale, l’intensità sembra essere qualcosa di sempre più raro. Nella vita, negli sguardi, nei rapporti umani, l’intensità entra sempre di meno.

Ma nella politica, nel far denaro, nell’intenzione di prevaricare e delinquere… allora lì si che molti trovano il modo di diventare intensi.

A farci caso, l’intensità sembra esser sempre più prerogativa di un lato sempre più oscuro di questa nostra era. Sei intenso? Allora fai paura, sei troppo serio ed è meglio che stai alla larga.

Sei stronzo? Alè… tappeti rossi che si stendono a ripetizione.

L’intensità è come un coltello, puoi usarlo per tagliare il pane o per fare del male al prossimo. Essere intensi è indipendente dalla morale, dall’intento o dalla pulsione interiore che ti anima, ma è stretta conseguenza semplicemente dell’anima, bianca, nera o di qualunque colore essa sia.

Siamo arrivati ad un punto che se sei intenso ma non sei uno che insegue qualcosa di materiale, allora sei degno… di sospetto.

Se alzi la voce in una discussione perchè hai dell’energia e la metti in quello che dici, ti danno del violento. Se un torto ti fa male e lo dai a vedere perchè un’anima alla fine ce l’hai anche tu, allora sei un debole, uno che mostra troppo le proprie emozioni. Se sostieni una tesi che non è quella della maggioranza e lo fai con tutto te stesso, sei un fanatico.

Se credi in un ideale e fai di tutto per viverlo, se vivi per come davvero vorresti che fosse la vita, se tratti gli altri come vorresti essere trattato tu… allora sei da allontanare.

Ma se sei un venditore che crea un bisogno laddove non esiste, allora sei da imitare. Se sei un dirigente politico la cui unica capacità è quella di aumentare le tasse ma vieni dopo uno che si è fatto odiare alla grande, allora sei un salvatore. Se tratti gli altri come pezze da piedi ma li convinci che lo fai per il loro bene, sei uno in gamba, un leader naturale.

E’ il frutto dell’attrito, quell’attrito che l’intensità produce in chi non la vive, perchè lo mette immancabilmente di fronte alla sua superficialità, alla sua mancanza di forza, di capacità di vivere con una parte appena più abbondante di se stesso, un attrito che tenderà ad evitare in tutti i modi, anche e soprattutto ai propri danni.

Eppure, per contro, e forse perchè questa è proprio l’era degli estremi, ci sono ovunque scintille che si accendono. Persone che improvvisamente, scuotendo la testa come da appena sveglie, si guardano metaforicamente intorno e si chiedono: “Ma cosa ci faccio qui?”. E poi cominciano a vivere, magari in sordina all’inizio, ma poi con sempre più forza, sempre più… intensità, appunto

Sono una speranza di questo strano periodo e, alla fine, per mio modesto parere, saranno quelli che davvero faranno la differenza.

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Gianluca

Interessante….