Internet: come distinguere le cose che hanno un senso dalle stronzate
Non è mai semplice separare il grano dal loglio, figuriamoci sulla rete, dove chiunque può scrivere qualunque cosa. Non esistono regole certe, naturalmente, ma ci sono molti sistemi per garantirsi un minimo di “verità”.
Innanzitutto occorre tenere presenti alcuni aspetti legati al “come” si trovano le notizie. Nella stragrande maggioranza dei casi, quando cerchiamo qualcosa, utilizzeremo un motore di ricerca (ormai indispensabile).
Questo già crea dei problemi: i motori di ricerca, primo fra tutti Google, non sono nati come strumenti interni della rete, ma sono realtà aziendali fortemente commerciali. Inevitabile quindi che i risultati delle ricerche eseguite tramite essi siano già parziali in quanto tali, come ho già spiegato in questo articolo.
Vi è un ulteriore problema: tantissimi articoli sono in realtà dei duplicati di altri (magari riscritti formalmente per evitarne l’identificazione come “duplicato”). Se il primo articolo della serie era una sciocchezza, ecco che tutti quelli che ne derivano riproporranno la medesima. Purtroppo il problema è maggiore di quanto non si creda.
E’ da molto tempo ormai che si è capito che Google vuole testi, e più ce ne sono meglio è. Da qui l’esistenza di tantissimi articoli del tutto idioti, magari anche privi di fondamento ma formalmente e semanticamente corretti, messi lì per fare massa di parole da dare in pasto a Mountain View.
Se un’informazione viene riprodotta senza citare la fonte in un certo numero di articoli, è molto probabile che non sia accurata, ma che sia stata scritta per ragioni di marketing, magari da un writer di 17 anni pagato due dollari l’ora per produrre testi arbitrari e poi copiata in serie su decine di pagine web. E’ una cosa che accade tipicamente in ambito sanitario, oppure quando cercate i sintomi di qualcosa: i risultati sono quasi del tutto uguali tra di loro pur puntando anche a siti apparentemente autorevoli.
Ecco quindi il primo consiglio: controllate bene i risultati elencati nella pagina di Google e date una rapida occhiata.
Se le parole dei vari articoli trovati coincidono troppo, per significato o per vocabolo, cercate l’articolo più vecchio della serie. Quello sarà probabilmente l’originale. A quel punto controllate su che sito è apparso: quasi sempre troverete che non si tratta di un sito davvero autoritativo per quello specifico argomento. A questo punto l’informazione, semplicemente, è da scartare.
Il secondo consiglio è facile: controllate sempre su che sito compare un dato argomento.
Dovete essere in grado di riconoscere una “content farm”, ovvero un sito che propone contenuti a caterva, di qualunque argomento, con l’unico scopo di essere indicizzato su Google tra i primi dieci risultati per una mare di parole chiave.
Il 99% dei contenuti di tali siti è autentica spazzatura. Non guardateli neppure: perdereste solo tempo.
Terzo consiglio: non limitatevi a guardare le figure e leggere i titoli.
Quando si cerca qualcosa, è meglio evitare di essere superficiali. Leggete bene un testo (a meno che evidentemente farlocco). Non è affatto raro leggere commenti di persone che manco hanno letto un articolo ma commmentano ugualmente pensando di aver già capito il contenuto.
E a proposito di commenti: leggeteli. Spesso accade che aggiungono nozioni fondamentali ad un contenuto, magari anche confutandolo.
Quarto consiglio (forse il più importante): incrociate i dati usando il cervello
Questo significa cercare più articoli che trattino l’argomento in modo originale, e poi incrociare le informazioni da essi ricavati, usando uno strumento oggi sempre più raro: il proprio raziocinio.
Alla fine, riconoscere una bufala può non essere semplice, perchè il testo può essere ben scritto, il contenuto ben organizzato. Ricordo che i testi più “disinformativi” sono scritti alla perfezione.
Infine l’ultimo consiglio: non accettate caramelle gratis
La rete è un autentico palcoscenico in cui si trovano attori di ogni genere: da quelli bonariamente imbecilli a quello sommamente bastardo: un contenuto scritto male può davvero contenere autentiche perle di saggezza e un trattato dall’aria scientifica essere completamente falso.
Usate il cervello: ricordate che i grandi gruppi industriali, commerciali e politici, hanno tutto l’interesse a distorcere qualunque informazione a proprio vantaggio.
Usate motori di ricerca diversi, fate attenzione ai siti che ospitano i vari contenuti, un contenuto di qualità si riconosce quasi sempre alla prima occhiata, ma non è detto. A volte vengono costruite intere catene di articoli per distruggere un fatto reale che da fastidio a qualcuno. Il sistema è sempre quello: decine di cosiddetti “esperti” che negano in modo subdolo (o anche aperto, poco importa) l’attendibilità di un fatto, ad esempio perchè “non vi sono evidenze scientifiche a riguardo”.
Questo è uno dei modi migliori per fregare le persone: le evidenze scientifiche a volte ci sono ma vengono abilmente fatte sparire, oppure confutate con decine di argomentazioni, del tutto plausibili, ma alla fine molto più farraginose del contenuto confutato.
Specialmente nel caso dei farmaci o delle cure per questa o quella malattia, ricordate che il 99% degli studi scientifici tanto amati dalla stampa ufficiale sono pagati dalle stesse case farmaceutiche che producono i farmaci in oggetto. Cercate di ricordare che oggi quello che conta è il dio denaro.
Quindi, chiedersi sempre “Chi ci guadagna e quanto da questo articolo?” è quasi sempre un buon modo per stanare contenuti del tutto falsi anche se perfetti in apparenza.
Distinguere la verità o quantomeno la plausibilità di un contenuto richiede allenamento: un allenamento ad usare un pensiero il più possibile lucido, critico e sempre, sottolineo sempre, disincantato.
In altre parole, farsi venire un dubbio (e poi risolverlo per quanto possibile) è un ottimo allenamento per imparare a pensare un po’ meglio.
Ecco fatto Max… tutto un post per te! 🙂