La mia compagna

Io sono del segno del Cancro. Ad alcuni di quelli come me, la memoria gioca strani scherzi, per cui qualunque cosa sia accaduta prima di cinque minuti fa… è accaduta più o meno nello stesso istante. Vale a dire, semplicemente, che il presente è tale, ma il passato è un unico minestrone di fatti, cose accadute e i ricordi stanno tutti lì o quasi, paralleli, non in serie.

Da un certo punto di vista, credetemi, è un vero casino: quando devi ricordare se una cosa l’hai fatta prima o dopo quell’altra, se un evento è accaduto prima o dopo un altro… beh, è uno sfacelo. In più, per parafrasare Brodsky, difficilmente le cose “approfittano dell’ombra” perchè “la luce non le riesce a riparare”. Così le sofferenze passate raramente si stemperano.

Ma ci sono anche un sacco di vantaggi: difficile dimenticarsi di un bacio, impossibile dimenticare un gesto, una carezza, uno sguardo. Persino le emozioni sono tutte lì, messe in prima fila. Poche si ritrovano in seconda!

Nel 1987 incontrai una donna. Leggera, sexy, intelligente. Ricordo la prima volta che ci siamo parlati… eravamo in un bar in Piazzetta Santo Stefano a Milano, e il dialogo non è ripetibile, ma ovviamente sta ancora tutto nella mia testa.

Oggi, a 26 anni di distanza (e da 26 anni) quella donna è la mia compagna. La nostra visione della vita è strana, perchè ognuno dei due ha ancora la sua, tutta intera, ma in più abbiamo avuto la fortuna di crearne un’altra, comune. Due spazi di esperienza separati e uno unito.

Su molte cose accordiamo, su altre un po’ meno. A volte litighiamo con foga incredibile, ma con la stessa foga con cui esploriamo gli altri momenti assieme. Abbiamo avuto, ritengo, un’immensa fortuna a raggiungere il punto in cui siamo arrivati. Un punto in cui tutte le cazzate che non hanno davvero a che vedere con l’unità tra due esseri sono state (e vengono regolarmente, tutte le volte che qualcuna, sfuggita precedentemente, si ripresenta) buttate nel cesso.

Ho sempre pensato di avere avuto un’enorme fortuna ad incontrare questa donna, e molto spesso accolgo con una risata (non sempre palese), gli atti, o anche solo i pensieri di alcune persone che, lasciatemelo dire, dimostrano di non aver capito un cazzo: in primis della propria vita ma soprattutto della nostra; tutti abbiamo dei difetti, altrimenti non saremmo qui a prenderci la briga di avere un corpo di carne deperibile, ma quello che conta davvero è quando si riesce ad andare “oltre”.

Ho anche avuto la fortuna di aver incontrato persone meravigliose che mi hanno insegnato a vedere e non solo a guardare, che mi hanno costretto a superare la mia innata pigrizia e ad alzare la mia vibrazione per poter cogliere di più di loro. Forse la prima è stata la mia compagna.

E’ fatta in modo strano. Se esiste una persona Solare è proprio lei: occulta quando serve (vabbè… per lei serve sempre!) ed espressa totalmente in un microsecondo (quando lo decide lei, non quando pensa che lo voglia qualcun altro).

Determinata all’inverosimile e con l’incredibile capacità di attuare quella Magia del Cuore che è tanto rara ma, soprattutto, quella Magia dell’Essere di cui ormai credo si siano perse quasi completamente le tracce.

E’ passato più di un quarto di secolo da quando abbiamo avuto il primo “incontro”. Lo ricordo come fosse oggi. E ricordo anche tutti gli altri.

Vedo il percorso che il nostro reciproco sentire ha seguito, e vedo, solo in quella piccola parte di cui posso essere consapevole, i cambiamenti e la crescita che l’hanno portata prima ad essere e poi ad esprimere la Donna straordinaria che è.

Qualche giorno fa ha scritto un post sul suo blog. Vi invito a leggerlo. Ma a leggerlo davvero. Quel post è proprio come lei: apparentemente evidente, ingannevolmente semplice, occultamente profondo quanto il più grande degli oceani e in grado di comunicare, per chi riesca a coglierlo, qualcosa che non è affatto alla normale portata.

Lo trovate qui: Farfalle, gioielli e oltre.

Non c’è volontà di nascondere, di occultare, anzi. Il problema, semmai, sta nella possibilità di chi cerca.

Auguro di cuore a tutti di riuscire a coglierlo.

In caso non ci riusciste: beh, mi spiace, ma io l’ho visto bene: quindi…

Condividi

Comments are closed.