Da sempre quando questo problema si presenta, qualunque capo non può avere esitazioni: l’interesse di tutti deve prevalere. Credo che a questa regola, non scritta ma quasi lapalissiana nella sua validità, ci siano ben poche eccezioni. Anzi, a ben vedere solo una: quella in cui il singolo ha più importanza in sé di tutti gli altri messi assieme; ma è evidente che si tratta di caso rarissimo. Di certo non applicabile all’ambito della politica italiana.
In questi giorni abbiamo assistito allo scempio del PDL che, pur di salvare la posizione di un singolo uomo, per quanto importante all’interno del partito, ha accettato di far cadere un governo ma, quello che più conta, di provocare danni incommensurabili all’intero Paese Italia.
Non so se questa gente sia davvero così assurdamente avulsa dal contesto che, in teoria, dovrebbe essere chiamata a rappresentare oppure, come sempre, approfitti di una situazione per depistare l’attenzione o fornire ambiti alternativi in cui farla inquadrare dal popolo, ma una cosa è certa: quello che sta accadendo in Italia in questi giorni dovrebbe essere guardato con attenzione da tutti i cittadini.
Queste sono le persone che abbiamo eletto a nostra rappresentanza, cerchiamo di farcene una ragione: in qualche modo, anche se personalmente stento a comprendere quale, questa congerie di irresponsabili rappresenta la maggioranza del popolo italiano. Forse non quella d’oggi, ma certamente quella di pochi mesi fa. Se non la maggioranza, almeno un terzo circa degli aventi diritti al voto.
Qui assistiamo alla morte della ragion di stato, della ragion d’essere e, in buona sostanza, della ragione in senso lato.
Ma quello che più dovrebbe impressionare è che assistiamo a come un solo essere umano, ultrasettantenne, possa tenere in scacco e poi disporre di un intero governo (e, di conseguenza, l’intera nazione) per quello che, mi pare evidente, altro non è che un egoico capriccio, un immenso, egoico bisogno di vedere riconosciuta una propria importanza ed una propria posizione in seno alla società, a scapito della società stessa.
In un qualsiasi altro paese, la persona in questione sarebbe stata già da giorni esautorata da qualunque responsabilità politica, e assoggettata, volente o nolente, alla pena comminata in sede giudiziaria.
A ben vedere, un qualunque altro essere umano, ricco al punto da non saper come spendere il denaro in proprio possesso e di ragguardevole età ma, soprattutto, in possesso di una lucidità quantomeno normale, avrebbe da tempo rinunciato a far valere un ego ormai bruciato e si sarebbe ritirato in qualche paradiso naturale, circondato dai propri cari, a godersi gli anni rimanenti della propria vita, per quanto numerosi.
E’ ovvio che qui non siamo più in odore di lucidità, tantomeno di santità ed assolutamente non di coscienza di qualunque livello.
Ma ripeto: chi ha ancora una scintilla di vita nella mente, faccia caso che tutto questo è stato possibile grazie al voto di circa un terzo degli italiani; e a quel punto, a costo di ripetermi, si faccia venire un dubbio…
L’interesse del singolo contro quello di tutti
Da sempre quando questo problema si presenta, qualunque capo non può avere esitazioni: l’interesse di tutti deve prevalere. Credo che a questa regola, non scritta ma quasi lapalissiana nella sua validità, ci siano ben poche eccezioni. Anzi, a ben vedere solo una: quella in cui il singolo ha più importanza in sé di tutti gli altri messi assieme; ma è evidente che si tratta di caso rarissimo. Di certo non applicabile all’ambito della politica italiana.
In questi giorni abbiamo assistito allo scempio del PDL che, pur di salvare la posizione di un singolo uomo, per quanto importante all’interno del partito, ha accettato di far cadere un governo ma, quello che più conta, di provocare danni incommensurabili all’intero Paese Italia.
Non so se questa gente sia davvero così assurdamente avulsa dal contesto che, in teoria, dovrebbe essere chiamata a rappresentare oppure, come sempre, approfitti di una situazione per depistare l’attenzione o fornire ambiti alternativi in cui farla inquadrare dal popolo, ma una cosa è certa: quello che sta accadendo in Italia in questi giorni dovrebbe essere guardato con attenzione da tutti i cittadini.
Queste sono le persone che abbiamo eletto a nostra rappresentanza, cerchiamo di farcene una ragione: in qualche modo, anche se personalmente stento a comprendere quale, questa congerie di irresponsabili rappresenta la maggioranza del popolo italiano. Forse non quella d’oggi, ma certamente quella di pochi mesi fa. Se non la maggioranza, almeno un terzo circa degli aventi diritti al voto.
Qui assistiamo alla morte della ragion di stato, della ragion d’essere e, in buona sostanza, della ragione in senso lato.
Ma quello che più dovrebbe impressionare è che assistiamo a come un solo essere umano, ultrasettantenne, possa tenere in scacco e poi disporre di un intero governo (e, di conseguenza, l’intera nazione) per quello che, mi pare evidente, altro non è che un egoico capriccio, un immenso, egoico bisogno di vedere riconosciuta una propria importanza ed una propria posizione in seno alla società, a scapito della società stessa.
In un qualsiasi altro paese, la persona in questione sarebbe stata già da giorni esautorata da qualunque responsabilità politica, e assoggettata, volente o nolente, alla pena comminata in sede giudiziaria.
A ben vedere, un qualunque altro essere umano, ricco al punto da non saper come spendere il denaro in proprio possesso e di ragguardevole età ma, soprattutto, in possesso di una lucidità quantomeno normale, avrebbe da tempo rinunciato a far valere un ego ormai bruciato e si sarebbe ritirato in qualche paradiso naturale, circondato dai propri cari, a godersi gli anni rimanenti della propria vita, per quanto numerosi.
E’ ovvio che qui non siamo più in odore di lucidità, tantomeno di santità ed assolutamente non di coscienza di qualunque livello.
Ma ripeto: chi ha ancora una scintilla di vita nella mente, faccia caso che tutto questo è stato possibile grazie al voto di circa un terzo degli italiani; e a quel punto, a costo di ripetermi, si faccia venire un dubbio…
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