Per “qui” intendo “la rete” ma anche lo spazio di esperienza in cui tengo i miei corsi e le varie cose correlate.
Anzitutto chiariamo il primo punto: se condivido qualcosa è perché sono fermamente convinto che questi tempi siano sempre più oscuri e che se qualcuno ci vede qualcosa appena un po’ di più degli altri abbia il dovere (nonché insindacabile diritto) di dirlo ad alta voce.
Attenzione: ho parlato di diritto e di dovere. Non ho scritto “bisogno”.
Da questo il lettore, anche moderatamente scaltro, dovrebbe comprendere che se condivido qualcosa, una tecnica, un mantra, anche solo un’osservazione sul mondo, non lo faccio per bisogno personale ma in quanto fermamente convinto di quanto detto sopra.
In più, beh… certamente c’è anche questo, il fatto è che se ti ritrovi circondato da idioti, prima o poi questo viene a tuo danno. Se non ora, cosa comunque probabile, diciamocelo: il rischio è che alla prossima vita tutti ci troveremo incarnati in un mondo che, se ci dice bene, è esattamente quello che abbiamo lasciato, e per migliorare il quale non abbiamo mai fatto una ceppa.
In sintesi, la probabilità di morire in un mondo di merda oppure, per chi ci crede, di reincarnarsi in uno ancora più di merda, è molto elevata. Da qui, se vogliamo, una certa “bisogna” di migliorare le cose.
Da questo primo punto possiamo saltare direttamente al secondo: se a qualcuno non sta bene quello che dico o che penso, non è che ci sia un esercito di medici o di polizia che lo obblighi a leggere le mie parole. Ergo, può andare ad affondare il grugno dove più gli tira che a me non frega la proverbiale ceppa!
Quello che mi frega è quando qualcuno viene a discutere quello che dico senza preoccuparsi di avere il cervello collegato.
Cioè… intendiamoci: non è che non sono disposto a discutere il mio pensiero o le mie tesi. E’ che non sono disposto a farlo con chi non vuole capirci qualcosa, ma solo dimostrare che “ha ragione lui” ovviamente in antitesi. Vuoi discutere quello che dico? Vuoi confutarlo, parlandone da persona civile? Nessun problema!
Vieni a fare il pirla, portandoti dietro una vita di minchiate di cui alla fine ti sei o ti hanno convinto? Ecco… a quel punto scatta il vaffanculo. Il che significa che, dove posso, eviterò non solo di parlare con te ma anche che tu possa accedere ai contenuti da me condivisi. E questo perchè il mio scopo non è quello di soddisfare un egoico bisogno di notorietà e nepure quello di raccontare alla gente i cazzi miei.
Il mio scopo è quello di cambiare me stesso (possibilmente in meglio, ovvero in direzione evolutiva) e condividere con le persone quello che scopro nel corso di questo processo.
Ergo, se non vi piace quello che scrivo e non volete proprio andare a leggere qualcos’altro ma vi piace l’idea di venire a fare polemica sul mio diario di FB o sul mio blog… beh non meravigliatevi se prendete un vaffanculo e vi ritrovate bloccati: non sono tenuto a discutere con chi non mi va di farlo, e neppure a rispondere a considerazioni idiote da parte di gente che passa la sua giornata a condividere cazzate e poi pretende di venire a farmi la morale (che se poi condividesse cazzate ma facesse osservazioni sensate nessuno avrebbe nulla da ridire).
Questo non è più un mondo in cui scherzare. Si possono avere momenti di relax, certo, ma poi occorre ritornare alla concentrazione, perchè la vita che viviamo è sempre più racchiusa in parametri di “non libertà”.
E continuando a condividere cazzate la cosa non cambia.
Anzi…
Cosa faccio qui e perchè ogni tanto mando qualcuno a fare in culo..
Per “qui” intendo “la rete” ma anche lo spazio di esperienza in cui tengo i miei corsi e le varie cose correlate.
Anzitutto chiariamo il primo punto: se condivido qualcosa è perché sono fermamente convinto che questi tempi siano sempre più oscuri e che se qualcuno ci vede qualcosa appena un po’ di più degli altri abbia il dovere (nonché insindacabile diritto) di dirlo ad alta voce.
Attenzione: ho parlato di diritto e di dovere. Non ho scritto “bisogno”.
Da questo il lettore, anche moderatamente scaltro, dovrebbe comprendere che se condivido qualcosa, una tecnica, un mantra, anche solo un’osservazione sul mondo, non lo faccio per bisogno personale ma in quanto fermamente convinto di quanto detto sopra.
In più, beh… certamente c’è anche questo, il fatto è che se ti ritrovi circondato da idioti, prima o poi questo viene a tuo danno. Se non ora, cosa comunque probabile, diciamocelo: il rischio è che alla prossima vita tutti ci troveremo incarnati in un mondo che, se ci dice bene, è esattamente quello che abbiamo lasciato, e per migliorare il quale non abbiamo mai fatto una ceppa.
In sintesi, la probabilità di morire in un mondo di merda oppure, per chi ci crede, di reincarnarsi in uno ancora più di merda, è molto elevata. Da qui, se vogliamo, una certa “bisogna” di migliorare le cose.
Da questo primo punto possiamo saltare direttamente al secondo: se a qualcuno non sta bene quello che dico o che penso, non è che ci sia un esercito di medici o di polizia che lo obblighi a leggere le mie parole. Ergo, può andare ad affondare il grugno dove più gli tira che a me non frega la proverbiale ceppa!
Quello che mi frega è quando qualcuno viene a discutere quello che dico senza preoccuparsi di avere il cervello collegato.
Cioè… intendiamoci: non è che non sono disposto a discutere il mio pensiero o le mie tesi. E’ che non sono disposto a farlo con chi non vuole capirci qualcosa, ma solo dimostrare che “ha ragione lui” ovviamente in antitesi. Vuoi discutere quello che dico? Vuoi confutarlo, parlandone da persona civile? Nessun problema!
Vieni a fare il pirla, portandoti dietro una vita di minchiate di cui alla fine ti sei o ti hanno convinto? Ecco… a quel punto scatta il vaffanculo. Il che significa che, dove posso, eviterò non solo di parlare con te ma anche che tu possa accedere ai contenuti da me condivisi. E questo perchè il mio scopo non è quello di soddisfare un egoico bisogno di notorietà e nepure quello di raccontare alla gente i cazzi miei.
Il mio scopo è quello di cambiare me stesso (possibilmente in meglio, ovvero in direzione evolutiva) e condividere con le persone quello che scopro nel corso di questo processo.
Ergo, se non vi piace quello che scrivo e non volete proprio andare a leggere qualcos’altro ma vi piace l’idea di venire a fare polemica sul mio diario di FB o sul mio blog… beh non meravigliatevi se prendete un vaffanculo e vi ritrovate bloccati: non sono tenuto a discutere con chi non mi va di farlo, e neppure a rispondere a considerazioni idiote da parte di gente che passa la sua giornata a condividere cazzate e poi pretende di venire a farmi la morale (che se poi condividesse cazzate ma facesse osservazioni sensate nessuno avrebbe nulla da ridire).
Questo non è più un mondo in cui scherzare. Si possono avere momenti di relax, certo, ma poi occorre ritornare alla concentrazione, perchè la vita che viviamo è sempre più racchiusa in parametri di “non libertà”.
E continuando a condividere cazzate la cosa non cambia.
Anzi…
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