L’isis vuole la Libia per arrivare in Europa. Ma i media…

Due giorni fa, l’ISIS ha messo a segno un grave attentato a Tripoli in cui sono morte almeno 12 persone. L’obiettivo in questo caso era il capo del governo, ma sono mesi, stando a quanto riportano fonti di intelligence, che l’ISIS punta alla libia per la sua vicinanza strategica e tattica alle coste europee, facilmente raggiungibili con i barconi dei migranti.

“Se riusciremo a sfruttare questo canale, la situazione nelle città europee si trasformerà in un inferno”

Queste sono le parole stesse dell’ISIS, diffuse apertamente dalla stampa di regime e sulle quali, onestamente c’è poco da dubitare e molto da stare in guardia.

Sui media italiani la cosa non ha avuto nemmeno gli onori della home page, mentre altre notizie a dir poco inique tengono saldamente posto in classifica (solo  per fare un esempio  “Il villaggio russo dove la temperatura è di -50°” oppure “E’ crisi tra Amal e Clooney”).

Eppure la minaccia è seria, mortalmente seria. Certo, a gente come quelli che ancora purtroppo stanno al governo, di certo non fa comodo che le persone sappiano la verità.

Dopo aver sostenuto missioni come Mare Nostrum, in cui sono stati investiti milioni di euro, sotto la bandiera del “I migranti non sono pericolosi e chi dice il contrario è razzista”, ammettere che invece il pericolo c’è, e per giunta annunciato direttamente dalla fonte dei guai, ovvero l’ISIS, non sarebbe certo una bella cosa.

E allora… facile… la notizia la pubblichiamo in sordina (guai a farla comparire nella home page) e attribuiamo tutt’altre motivazioni al gesto terroristico, inventandoci storie assurde di vendetta e altre minchiate di questo livello, anche se c’è addirittura il comunicato ufficiale degli attentatori sul perchè e il percome.

L’unica a pubblicare la notizia per intero è l’ANSA.

Eppure milioni di persone continuano a dare corda alle testate ufficiali, perdendo anche tempo andando a commentare (peraltro, almeno nel 99% dei casi, con il livello di arguzia di un ornitorinco ubriaco) le stronzate che scrivono.

Abbiamo a disposizione l’intera rete per porre rimedio a tutto questo, ma ostinatamente sui social lato italiano si continuano a condividere storie di gatti e cani abbandonati, improbabili citazioni idiote e poco di più. (le eccezioni ci sono ma vai a trovarle…).

Ma anche sulla Grecia c’è un bel silenzio su quello che realmente sta accadendo per mano del neoeletto Tsipras. Sui media si legge solo la parte più o meno “pro europa” di quello che ha messo in piedi l’esecutivo. Ma andando a vedere sui media esteri, fortunatamente riportati da Dagospia, si scopre che il nuovo governo in soli tre giorni ha messo in campo una spending review che Renzi al confronto se la sogna ancora dopo 1000 giorni e che non solo non ha affatto intenzione di favorire l’Europa, ma definisce le condizioni imposte dalla Trojka per il rimborso del debito come “criminali”.

Non smetterò mai di sostenere che i media ufficiali dovrebbero essere utilizzati per quello che sono: testate scandalistiche di bassa qualità e non di certo come fonti di informazione.

Abbiamo una rete, usiamola!

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Walter

Ciao Franz
A questo punto, non per fare del complottismo facile, credo che sia tutta una situazione voluta. Non riesco a trovare altre spiegazioni plausibili.