Immagino che sarà capitato a chiunque di incazzarsi per un SMS, Whatsapp, Messenger etc. etc. ricevuto. E immagino sarà capitato altrettanto a chiunque di scoprire che quello che intendeva il mittente non era quello che avevamo inteso.
Perchè capita questo? Beh, semplice: per la nostra inconsapevolezza! E’ vero che, per chi sa ascoltare (in senso lato e comunque in un modo che è ben oltre la comune capacità), oltre alla parola scritta arriva spesso la qualità del mittente ma dobbiamo ricordare che quello che fa la differenza nella nostra reazione, in realtà è dovuto alla nostra voce interna.
Quando leggiamo le parole scritte da qualcuno, quasi sempre lo facciamo “ad alta voce” nella nostra mente, giusto? Ecco, quella voce che sentiamo leggere il messaggio ha un suo tono, una sua qualità e una sua carica emotiva che praticamente mai dipendono dal modo in cui si sentiva chi ha inviato il messaggio quanto dal modo in cui ci sentiamo noi. E’ nostra la voce che legge il messaggio e quindi nostra è la responsabilità del significato emotivo che diamo alle parole che leggiamo.
Occorre assolutamente rendersi conto di questo e ricordarsi, ogni volta che una situazione lo richiede, che una parola detta davanti agli occhi vale mille parole scritte in un messaggio elettronico.
Per la parola scritta in un messaggio su carta questo vale molto meno, perchè la persona che scrive, nel compiere questo atto, “impregna” la lettera della propria qualità emotiva ed altrettanto fa con la calligrafia ed il tratto: a quel punto quando teniamo tra le mani la lettera scritta di pugno su un foglio di carta, la possibilità di capire qualcosa di diverso è molto minore, perchè il mezzo cartaceo a tutti gli effetti crea un piccolo (o grande, dipende dalle persone) legame che consente alla qualità delle parole di propagarsi da chi scrive a chi legge. Ma questo non avviene con il mezzo elettronico.
Pensateci: perchè si è sentito il bisogno di introdurre le emoticon nei sistemi di messaggistica? Proprio per tentare (con scarsi risultati, se non per le emozioni più grezze) di supplire alla limitazione dovuta alla mancanza di contatto fisico. Se a questo ci aggiungiamo la mancanza della trasmissione di tutta la parte di linguaggio non verbale che costituisce il 95% della vera comunicazione, si capisce quale sia il livello di totale mancanza di contatto tra le persone.
Scambiarsi delle parole su uno schermo elettronico non ha nulla a che vedere con comunicare. Comprendere la differenza che c’è tra le due cose apre una serie quasi infinita di considerazioni.
Comprendere che tale differenza non è neppure ipotizzata dalla maggior parte delle persone dovrebbe invece portare a comprendere per quale motivo si sia arrivati all’attuale, monumentale livello di mancanza di comprensione.
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Immagino che sarà capitato a chiunque di incazzarsi per un SMS, Whatsapp, Messenger etc. etc. ricevuto. E immagino sarà capitato altrettanto a chiunque di scoprire che quello che intendeva il mittente non era quello che avevamo inteso.
Perchè capita questo? Beh, semplice: per la nostra inconsapevolezza! E’ vero che, per chi sa ascoltare (in senso lato e comunque in un modo che è ben oltre la comune capacità), oltre alla parola scritta arriva spesso la qualità del mittente ma dobbiamo ricordare che quello che fa la differenza nella nostra reazione, in realtà è dovuto alla nostra voce interna.
Quando leggiamo le parole scritte da qualcuno, quasi sempre lo facciamo “ad alta voce” nella nostra mente, giusto? Ecco, quella voce che sentiamo leggere il messaggio ha un suo tono, una sua qualità e una sua carica emotiva che praticamente mai dipendono dal modo in cui si sentiva chi ha inviato il messaggio quanto dal modo in cui ci sentiamo noi. E’ nostra la voce che legge il messaggio e quindi nostra è la responsabilità del significato emotivo che diamo alle parole che leggiamo.
Occorre assolutamente rendersi conto di questo e ricordarsi, ogni volta che una situazione lo richiede, che una parola detta davanti agli occhi vale mille parole scritte in un messaggio elettronico.
Per la parola scritta in un messaggio su carta questo vale molto meno, perchè la persona che scrive, nel compiere questo atto, “impregna” la lettera della propria qualità emotiva ed altrettanto fa con la calligrafia ed il tratto: a quel punto quando teniamo tra le mani la lettera scritta di pugno su un foglio di carta, la possibilità di capire qualcosa di diverso è molto minore, perchè il mezzo cartaceo a tutti gli effetti crea un piccolo (o grande, dipende dalle persone) legame che consente alla qualità delle parole di propagarsi da chi scrive a chi legge. Ma questo non avviene con il mezzo elettronico.
Pensateci: perchè si è sentito il bisogno di introdurre le emoticon nei sistemi di messaggistica? Proprio per tentare (con scarsi risultati, se non per le emozioni più grezze) di supplire alla limitazione dovuta alla mancanza di contatto fisico. Se a questo ci aggiungiamo la mancanza della trasmissione di tutta la parte di linguaggio non verbale che costituisce il 95% della vera comunicazione, si capisce quale sia il livello di totale mancanza di contatto tra le persone.
Scambiarsi delle parole su uno schermo elettronico non ha nulla a che vedere con comunicare. Comprendere la differenza che c’è tra le due cose apre una serie quasi infinita di considerazioni.
Comprendere che tale differenza non è neppure ipotizzata dalla maggior parte delle persone dovrebbe invece portare a comprendere per quale motivo si sia arrivati all’attuale, monumentale livello di mancanza di comprensione.
Tutti pensano solo alle parole: le proprie!
Ci si vede in giro!
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