Se non ottieni la presenza, devi svilupparla.
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Lo stato di vera presenza, quell’essere qui ed ora di cui molti parlano (ma che, onestamente, evidentemente molti non conoscono), si può sperimentare a seguito di due possibilità: la botta di culo (che poi tale non è), e la botta di… sforzo e lavoro.
Il primo caso, ad esempio sperimentato da Eckhart Tolle, è quello per cui, ad un certo punto, senza un apparente motivo… ti ritrovi presente. E’ una botta di culo dal punto di vista del tempo relativo, nel senso che puoi avere o non avere memoria di ciò che, in altri tempi, hai fatto per arrivare in quel punto, ma è comunque frutto di un lavoro che DEVI aver fatto da qualche parte, nel corso della tua storia ( ed è per questo che prima ho detto che non è davvero una botta di culo).
Ma al di là di casi isolati come questo, i poveri esseri umani, per arrivare a quello stato, devono fare uno sforzo preciso, protratto per tutto il tempo che serve, affinché ad un certo punto (che non si sa mai quand’è), lo stato di presenza divenga reale.
Oggi la mercificazione dei contenuti e la superficialità a cui questo mondo ci spinge in modo sempre più deciso, portano sempre più persone a pensare che ci sia un trucco, una scorciatoia, un modo breve per ottenere tutto.
Ed è per questo che individui, raramente in buona fede, più spesso semplicemente privi di scrupoli, hanno buon gioco nel proporre dei surrogati di ricerca interiore, promettendo appunto sistemi e soluzioni di rapida applicazione.
Se è vero che possono esserci strumenti e tecniche che permetto di accelerare un processo evolutivo, è però altrettanto vero che tali strumenti non abbreviano il percorso vero e proprio ma, al massimo (come nel caso di Antaratiman Yoga), consentono di arrivare più rapidamente al principio dello stesso. Da quel punto in poi, ci vuole sempre il tempo che ci vuole, non un solo istante in più o in meno.
Ma soprattutto, oltre al tempo, occorre l’azione. Ed è davanti a questo grande ostacolo che praticamente tutti si arenano. Quelli che speravano esistesse appunto la pillola blu del momento e che quando scoprono che gli tocca darsi da fare, decidono che quel lavoro su loro stessi “non è quello che ci vuole per loro”, quelli che dopo poco tempo arrivano alla stessa conclusione, etc. etc.
Qualunque ottenimento, se possiamo usare questa parola, nel campo della ricerca interiore, richiede applicazione e sforzo, quantomeno in questo mondo in cui la materia, oltre a non fare sconti a nessuno, richiede un pesante pedaggio per essere in qualche modo influenzata dalla volontà o dal pensiero.
Non esiste la pillola blu e, se qualcuno la propone, è davvero meglio girare alla larga. Come ho detto tante altre volte esiste un’unica bacchetta magica: il fare.
Se non facciamo almeno un passo, non cambierà mai nulla. Occorre fare ma non solo: occorre fare la cosa giusta nel modo giusto per il tempo giusto.
L’unico tempo giusto per fare qualcosa è questo momento. L’unico luogo giusto da cui iniziare è questo punto.
E non per amore di retorica o gusto di scherno, quanto perchè non esistono altri momenti o altri luoghi.
Solo qui ed ora.
Ci si vede in giro!