La Ricerca Interiore in un mondo completamente sbagliato

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Que­sto nostro mon­do è ormai così com­ple­ta­men­te sba­glia­to, tal­men­te rove­scia­to e illu­so­rio che per le per­so­ne è diven­ta­to pra­ti­ca­men­te impos­si­bi­le anche solo imma­gi­na­re che potreb­be esse­re miglio­re. Non è ras­se­gna­zio­ne; quan­do uno si ras­se­gna signi­fi­ca che sa come potreb­be esse­re una situa­zio­ne ma si arren­de a quel­lo che inve­ce è. Qui sia­mo ben oltre la ras­se­gna­zio­ne: su que­sto mon­do assur­do, le per­so­ne non sono ras­se­gna­te: no, sono così incon­sa­pe­vo­li di come potreb­be esse­re da liti­ga­re, in tut­ti i sen­si e le con­ce­zio­ni di que­sto ter­mi­ne, all’in­ter­no del­le con­di­zio­ni assur­de in cui vivono.

Ci sono le ecce­zio­ni ovvia­men­te, ma essen­do tali, tale è con­si­de­ra­ta anche la loro visione.

Per esse­re più chia­ri, è come se il mon­do fos­se una gran­de stan­za con den­tro una fol­la. All’in­ter­no del­la stan­za ci sono alcu­ni pic­co­li tavo­li, for­se tre o quat­tro, con sopra poco cibo, per giun­ta in avan­za­to sta­to di decom­po­si­zio­ne. L’a­ria è tor­ri­da, pie­na di fumo, maleo­do­ran­te e La stan­za non è chiu­sa, ci sono por­te, fine­stre, usci­te di emergenza.

All’in­ter­no del­la stan­za la fol­la in pre­da alla fame si ammaz­za costan­te­men­te per il poco cibo marcio.

All’e­ster­no del­la stan­za, il mon­do è pie­no di cibo fre­sco, è pri­ma­ve­ra inol­tra­ta, l’a­ria puli­ta pro­fu­ma di fio­ri e le per­so­ne che ci vivo­no pro­spe­ra­no in civil­tà, armo­nia, salu­te ed evoluzione.

Ogni tan­to qual­cu­no da “fuo­ri” deci­de che non ha sen­so la con­di­zio­ne del­le per­so­ne den­tro nel­la stan­za e ci entra, cer­can­do di con­vin­cer­le ad usci­re. Media­men­te vie­ne fat­to fuo­ri, oppu­re impri­gio­na­to, mal­me­na­to etc. etc.

All’in­ter­no del­la stan­za ogni tan­to qual­cu­no deci­de di non poter­ne più: ini­zia a far­si lar­go tra la fol­la. Le entra­te e le fine­stre non si vedo­no a cau­sa del fumo ma, pro­se­guen­do sem­pre nel­la stes­sa dire­zio­ne, ovve­ro lon­ta­no dai pochi tavo­li di cibo mar­cio, pian pia­no arri­va in vista di una por­ta. Quan­do la tro­va si accor­ge che è aper­ta e il mon­do, quel­lo vero, è facil­men­te rag­giun­gi­bi­le: allo­ra si gira per avver­ti­re gli altri i qua­li, per tut­ta rispo­sta, gli si avven­ta­no addos­so per cer­ca­re di tra­sci­nar­lo di nuo­vo all’in­ter­no, a vol­te riu­scen­do­ci, a vol­te no.

Ecco, più o meno que­sta è la con­di­zio­ne del mon­do vista da chiun­que abbia attra­ver­sa­to una del­le por­te, ma anche sem­pli­ce­men­te rag­giun­to una fine­stra e dato una sbir­cia­ti­na fuori.

La Ricer­ca Inte­rio­re è un pro­ces­so con­ti­nuo, pro­gres­si­vo, di ricer­ca appun­to, che con­sen­te di vede­re il mon­do per quel­lo che è dav­ve­ro. Lo sta­to di rea­liz­za­zio­ne è pro­gres­si­vo anch’es­so, a meno che non si giun­ga per un moti­vo qual­sia­si ad una con­di­zio­ne di rea­liz­za­zio­ne com­ple­ta o di illu­mi­na­zio­ne. Lo sta­to pre­ce­den­te, quel­lo di com­ple­to oscu­ra­men­to del­la ragio­ne, del­la per­ce­zio­ne e di tut­ti i sen­si è un po’ come la stan­za del­l’e­sem­pio. In real­tà non esi­ste una stan­za, non esi­ste una vera “pri­gio­ne” o un luo­go, se non nel­l’il­lu­sio­ne di chi non si ren­de con­to che il cibo per cui si bat­te è mar­cio, e con­ti­nua osti­na­ta­men­te a con­si­de­rar­lo come piat­to prelibato.

Se, per fare un esem­pio, metà di quel­li che si ammaz­za­no in pale­stra per gli addo­mi­na­li a tar­ta­ru­ga dedi­cas­se un deci­mo del tem­po che pas­sa ad alle­nar­si a svi­lup­pa­re con­sa­pe­vo­lez­za, que­sto mon­do non sareb­be asso­lu­ta­men­te rico­no­sci­bi­le rispet­to a quel­lo che vedia­mo ora.

Oppu­re, se un cen­te­si­mo dei medi­ci che pen­sa­no che la pro­pria pro­fes­sio­ne sia sce­glie­re qua­le far­ma­co som­mi­ni­stra­re, dedi­cas­se­ro un solo deci­mo del loro tem­po a com­pren­de­re qua­le sia la visio­ne più ogget­ti­va del­la vera cura, avrem­mo una vita media ben più lun­ga e uno sta­to di salu­te, nel frat­tem­po, com­ple­ta­men­te diverso.

Se i mini­stri del­le gran­di reli­gio­ni mono­tei­ste dedi­cas­se­ro un deci­mo del tem­po che dedi­ca­no alla poli­ti­ca ed all’in­ge­ren­za nel­le que­stio­ni mate­ria­li, al benes­se­re inte­rio­re degli altri esse­ri uma­ni, non avrem­mo più guer­re, delit­ti a sfon­do reli­gio­so, fana­ti­smi e sha­rie varie.

La Ricer­ca Inte­rio­re non è, come mol­ti pro­pi­na­no, una fuga dal­la real­tà ma il suo esat­to con­tra­rio: la poten­te ricer­ca di ciò che dav­ve­ro E’!

Que­sto mon­do è com­ple­ta­men­te sba­glia­to ma non “di suo”: sono gli uomi­ni che anco­ra non han­no impa­ra­to a rifiu­ta­re il cibo mar­cio e anda­re in cer­ca di quel­lo genui­no. Fin­tan­to che que­sto sta­to di igno­ran­za, super­fi­cia­li­tà e incon­sa­pe­vo­lez­za pro­se­gui­rà, la nostra vita con­ti­nue­rà ad esse­re così pro­fon­da­men­te errata.

E’ la visio­ne che deve cam­bia­re: occor­re cer­ca­re il cibo buo­no, occor­re rifiu­ta­re quel­lo cat­ti­vo. Ma dato che le per­so­ne cre­do­no che quel­lo mar­cio sia l’u­ni­co cibo pos­si­bi­le, ecco che, pri­ma di tut­to, occor­re ini­zi­no a ren­der­si con­to che quel­lo che gli vie­ne ser­vi­to costan­te­men­te non è quel­lo che gli spetta.

Occor­re sve­gliar­si, far­si veni­re dei dub­bi, intra­pren­de­re quei “per­cor­si” (espres­sio­ne oggi tan­to in voga quan­to fuor­vian­te) che por­ti­no a com­pren­de­re che la nostra vita, così com’è oggi e nel­la stra­gran­de mag­gio­ran­za dei casi, non è affat­to tale.

Sve­glia, cazzo!

Ci si vede in giro!

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