Le scale della verità
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La Verità. La cerchiamo ma non sappiamo in effetti se esista una Verità. Tuttavia, per fortuna, “sapere” non è tutto quello che possiamo “noscere” e quindi qualcosa al nostro interno spinge tutti, vuoi in questa vita, vuoi nella prossima o a partire da una già trascorsa, a cercare la Verità.
Non siamo Dei, e non siamo neppure la Causa Prima, la Dea Creatrice, il Noumeno iniziale. Per questo possiamo abbracciare porzioni di verità di volta in volta più dilatate ma, a meno di un miracolo o di un evento straordinario, possiamo procedere solamente per porzioni.
La realizzazione della verità è progressiva, avviene un tassello alla volta, un’espansione coscienziale alla volta. Possiamo realizzare, ad esempio, completamente il nostro Essere; quello è un “tassellone” e a quel punto quella a cui abbiamo accesso è una porzione gigantesca di verità. Ma gigantesca rispetto alla nostra umanità, non di certo in riferimento a quella Verità ultima, vera ed univoca.
Ogni esperienza “oggettiva” in sé è come un gradino su una scala piantata nel terreno dell’ignoranza e che svanisce su su, nel cielo, e va a finire nel cuore della Dea. Ad ogni passo su questa scala, il nostro sguardo si alza un po’ rispetto al terreno e, proprio come avviene fisicamente, l’orizzonte si sposta un po’ più in là, le cose vicine nascondono meno quelle lontane e ciò che possiamo vedere è sempre di più.
Salendo questa scala, la nostra prospettiva muta, ampliandosi. Con essa si amplia la nostra possibilità percettiva e realizzativa, insieme alla quantità di esperienze che possiamo avere, alla quantità di verità che possiamo abbracciare nella nostra coscienza.
Immaginiamo di essere su un ascensore, uno di quelli con le pareti di vetro che salgono all’esterno di grattacieli altissimi. Quando saliamo sull’ascensore vediamo quello che vediamo per la strada. La nostra possibilità di visione è ostruita da palazzi, muri, altre persone; abbiamo una possibilità di visione limitata. Eppure, con quel singolo passo, la nostra visione diventa potenzialmente amplissima.
Quando l’ascensore parte, questa potenzialità diventa progressivamente realtà. Alzandoci rispetto al terreno, gli oggetti nascosti da ciò che si frappone tra noi ed essi, iniziano a rivelarsi, ad essere visibili. Non appena saliamo oltre i primi palazzi, l’orizzonte si sposta all’esterno di quel cerchio immaginario di cui noi siamo al centro, dilatandosi in proporzione. E più saliamo, più la realtà della città che ci circonda diventa visibile. Ciò che sta sotto di noi si allontana e ciò che possiamo vedere di ciò che ci circonda diventa sempre “di più”.
Ora sostituiamo il termine “ascensore” con “ricerca interiore” e il termine “vedere” con “realizzare”. Poi spostiamo l’esperienza dall’esterno al nostro interno. Le scale della verità sono lì, da salire, un gradino alla volta o due, o anche dieci se siamo dei “free climber interiori”.
Ad ogni gradino che saliamo, il nostro Essere raccoglie la parte oggettiva dell’esperienza e la porta in quello spazio potenziale che è la nostra Coscienza. Ad ogni esperienza oggettiva, il nostro Essere ci parla più chiaramente di ciò che abbiamo dentro e ci porta a fare un altro gradino, mentre la nostra Coscienza diventa sempre più reale e meno potenziale, la sua parte “chiara” si espande rispetto a quella ancora potenziale, scura e lo spazio che lasciamo vuoto nel salire viene riempito da chi, a noi collegato per karma o destino, trasciniamo con noi.
Fino a che, quando ad un certo punto saremo saliti abbastanza, tutto di noi, in noi, sarà chiaro. Illuminati noi saremo. E allora alzeremo lo sguardo, perchè quello che potremo vedere sarà così tanto… ma il cielo sarà ancora lontano.
E qualcuno deciderà che il cielo bisogna assolutamente raggiungerlo e continuerà nella sua benedetta salita, qualcuno si appagherà dell’Illuminazione raggiunta. E qualcuno tornerà giù, per spiegare a chi non sa che esiste quell’ascensore, che a prenderlo si possono vedere cose bellissime.
Magari pregando nel frattempo che qualche ingegnere, di quelli che quell’ascensore lo hanno costruito e non solo usato, abbia la tentazione di fare altrettanto.
Ci si vede in giro!