Un esperto al giorno.

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E’ sem­pre così ma in que­sto perio­do “vira­le”, cre­do sia anco­ra più evi­den­te a tut­ti. Non pas­sa gior­no sen­za che spun­ti qual­che esper­to che, inter­pel­la­to ora da un gior­na­le ora da un altro, non fac­cia pre­vi­sio­ni (ma spes­so sareb­be meglio par­la­re di pre­di­zio­ni) sul futu­ro dell’epidemia.

Raris­si­mi quel­li che evi­den­zia­no dei fat­ti, anco­ra più rari quel­li che non for­ni­sco­no idee cata­stro­fi­che sul futu­ro, a pre­scin­de­re da quan­to pos­sa­no ave­re ragione.

Qual­cu­no l’ha nota­to (alme­no così mi sem­bra, dai mes­sag­gi che ho rice­vu­to) e si è chie­sto per qua­le moti­vo acca­da ciò.

La rispo­sta, data più vol­te, è semplice.

Nono­stan­te sui social (che stan­no rive­lan­do­si sem­pre di più come incu­ba­tri­ci di ipo­sen­zien­ti più che siste­mi di con­nes­sio­ne) si gri­di al regi­me del ter­ro­re in cui ci voglio­no tut­ti, la real­tà è un po’ più com­ples­sa di così, alme­no secon­do me, e va divi­sa in due aspetti.

Il pri­mo è l’ot­ta­va bas­sa: un ambi­to ter­ra-ter­ra, in cui la volon­tà non ha nul­la di strut­tu­ra­to ma segue una sem­pli­cis­si­ma leg­ge non scrit­ta, appli­ca­bi­le in real­tà solo ad uno sta­to di com­ple­to son­no del­la coscien­za (sta­to in cui peral­tro, pur­trop­po e mio mal­gra­do, devo ammet­te­re sem­bra ver­si la gran par­te del­l’u­ma­ni­tà): le leg­ge del “peg­gio è, più pia­ce”. Ovve­ro par­lia­mo del­la plu­ri­ci­ta­ta “tos­si­co­di­pen­den­za da emo­zio­ni nega­ti­ve”. Se por­ta­te un tos­si­co­di­pen­den­te all’ul­ti­mo sta­dio del­la sua dipen­den­za in un risto­ran­te di lus­so, ammes­so che man­gi qual­co­sa non si godrà nul­la. Pri­mo per­chè non ha fame, secon­do per­chè il suo sen­so del gusto è più o meno destrut­tu­ra­to ma, soprat­tut­to, per­chè avrà in men­te solo una cosa: la pros­si­ma dose.

Lo stes­so acca­de con le emo­zio­ni nega­ti­ve: sono mol­to più desi­de­ra­te e ricer­ca­te di quel­le posi­ti­ve, a pre­scin­de­re da quan­to ce ne accor­gia­mo. Le cau­se sono diver­se e non sta­rò qui a disqui­sir­ne, ma è tut­ta­via un fat­to ogget­ti­vo: le emo­zio­ni nega­ti­ve han­no gene­ra­to ormai dipen­den­za in qua­si tut­ti gli esse­ri uma­ni, una dipen­den­za da cui libe­rar­si non è così dif­fi­ci­le ma occor­re alme­no aver fat­to i pro­ver­bia­li pri­mi pas­si di un cam­mi­no evo­lu­ti­vo, altri­men­ti non c’è versi.

I pen­ni­ven­do­li main­stream ita­lia­ni lo san­no per­fet­ta­men­te (ma non sono ovvia­men­te gli uni­ci) e quin­di van­no a cac­cia del­le noti­zie più nega­ti­ve pos­si­bi­le per­chè sono quel­le che fan­no ven­de­re i gior­na­li, soprat­tut­to quel­li online.

Su que­sta base fan­no leva sull tos­si­co­di­pen­den­za emo­ti­va del­la gen­te per moti­vi pura­men­te economici.

Lo stes­so san­no per­fet­ta­men­te i vari esper­ti che, come avre­te nota­to, o sono acce­si fau­to­ri del­le più spa­ven­to­se teo­rie oppu­re (ma sono una mino­ran­za), del­le teo­rie più “con­tro­cor­ren­te” pur­chè, benin­te­so, vada­no in dire­zio­ne del com­plot­to, del­la men­zo­gna da par­te dei “pote­ri for­ti” e chi più ne ha ne metta.

Quei pochi che cer­ca­no di ragio­na­re, di usa­re del­le rifles­sio­ni in meri­to a dati rea­li, di fat­to, non se li fila nes­su­na testa­ta. Si, maga­ri ne pub­bli­ca­no una ma poi mor­ta lì. Que­sto gli esper­ti lo san­no per­fet­ta­men­te e quin­di, mol­to spes­so se non tut­ti, spa­ra­no a zero sul futu­ro, in modo che il loro minu­to di noto­rie­tà si allunghi.

Il secon­do aspet­to è quel­lo del­l’ot­ta­va alta (se così si può defi­ni­re). Sen­za scen­de­re trop­po in par­ti­co­la­ri, quel­lo che si può dire in una sede come que­sta è che, se è vero che i pen­na­io­li di casa nostra pen­sa­no (quan­do ne sono con­sa­pe­vo­li) di acca­lap­pia­re più pub­bli­co ven­den­do emo­zio­ni nega­ti­ve, è anche vero che qual­co­sa deve spin­ger­li in que­sta dire­zio­ne. Quel “qual­co­sa”, sen­za sta­re a scen­de­re nei par­ti­co­la­ri, è un gran­dis­si­mo cam­po di for­za che basa la pro­pria sus­si­sten­za sul­le emo­zio­ni nega­ti­ve. Sen­za sta­re a tira­re in bal­lo qual­co­sa di con­sa­pe­vo­le (come in effet­ti è), pos­sia­mo anche sem­pli­ce­men­te pen­sa­re ad uno spa­zio emo­ti­vo che per con­ti­nua­re ad esi­ste­re deve esse­re ali­men­ta­to costan­te­men­te da emo­zio­ni nega­ti­ve. La sua stes­sa esi­sten­za influen­za in modo diret­to il pen­sie­ro e l’e­mo­ti­vo mec­ca­ni­co, orien­tan­do­lo in dire­zio­ne oppor­tu­na, esat­ta­men­te come il cam­po magne­ti­co ter­re­stre orien­ta l’a­go di una bussola.

Tan­to per cam­bia­re, meno sia­mo mec­ca­ni­ci, addor­men­ta­ti e meno ci orien­te­re­mo nel­la dire­zio­ne di quel cam­po. Se riu­scia­mo a man­te­ne­re una costan­za in que­sta “resi­sten­za all’o­rien­ta­men­to impo­sto” (ovve­ro se impa­ria­mo ad agi­re di più e rea­gi­re di meno), diven­te­re­mo pro­gres­si­va­men­te sem­pre meno suscet­ti­bi­li al sud­det­to orien­ta­men­to. Cosa che ci por­te­rà ad esse­re pro­gres­si­va­men­te più libe­ri e quin­di più veri e vici­ni a noi stessi.

Ci si vede in giro (tra poco, forse)!

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EO

Gra­zie:)