Silenzio… fate silenzio!

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Silen­zio… fate­ci caso a quan­te vol­te lo accettate.

E fate caso a quan­to vol­te vi vie­ne impo­sto inve­ce il rumo­re. Al risto­ran­te, al bar, in spiag­gia, ovun­que ci sia la anche mini­ma pos­si­bi­li­tà che piu’ per­so­ne si tro­vi­no a con­di­vi­de­re lo stes­so ambien­te. Nego­zi, stra­de… ovun­que l’on­ni­pre­sen­te “musi­ca”, per lo piu’ sgua­ia­ta, quan­do va bene una radio maga­ri mal sin­to­niz­za­ta, pub­blic­tà, DJ idio­ti che spa­ra­no caz­za­te nem­me­no degne del piu bece­ro degli idioti…

E se pro­va­te a dire al cial­tro­ne di tur­no, gesto­re del loca­le, del lido, o del bar di toglie­re la musi­ca o di abbas­sa­re alme­no il volu­me, la ripo­sta è sem­pre quel­la: “…eh, ma lei è il pri­mo che si lamen­ta…” oppu­re “…la gen­te vuo­le la musi­ca, sen­za i clien­ti non vengono”.

E guar­da­re al model­lo di diver­ti­men­to gio­va­ni­le, quan­do non impli­ca la deva­sta­zio­ne alcoo­li­ca, si vol­ge ver­so quel­la acu­sti­ca oppu­re al misto del­le due, in un sovrac­ca­ri­co di deci­bel che poi si chie­do­no come mai la sor­di­tà è in aumento.

Eppu­re… voi se non ave­te un sot­to­fon­do di rumo­re (non di musi­ca: di rumo­re!), non sie­te con­ten­ti. Non riu­sci­te a sop­por­ta­re nem­me­no un minu­to di silen­zio. Piut­to­sto accen­de­te la tele­vi­sio­ne sul pri­mo cana­le del caz­zo che riu­sci­te a tro­va­re, anche le tele­ven­di­te vi van­no bene.

E sape­te per­chè? Per­chè non ave­te den­tro nul­la! O meglio… ce l’a­ve­te ma non sape­te come si fa ad ascol­tar­lo. E nel malau­gu­ra­to caso vi capi­ti dav­ve­ro di ascol­ta­re quel­lo che ave­te all’in­ter­no, fate di tut­to per far­vi cre­sce­re le pal­pe­bre sui tim­pa­ni per­chè quel­lo che sgor­ga dal­l’in­ter­no, anche solo un sin­go­lo ato­mo, vi dice che sta­te sba­glian­do tut­to, che non sta­te facen­do un caz­zo di quel­lo che dovre­ste, di quel­lo che potre­ste e que­sto vi ter­ro­riz­za trop­po per affron­tar­lo, e quin­di lo sof­fo­ca­te nel rumo­re, nel chias­so che piu alto è meglio è, così da non riu­sci­re a sen­ti­re voi stes­si man­co se vi urla­te nel­le orecchie!

Ora, per come la vedo io le scel­te sono due: o vi deci­de­te ad ascol­ta­re quel­lo che ave­te den­tro, per quan­to spia­ce­vo­le sia, oppu­re no.

Nel pri­mo caso potre­ste sco­pri­re, dopo l’i­ne­vi­ta­bi­le shock ini­zia­le, che vera­men­te c’è qual­co­sa che pote­te fare per ren­de­re la vostra vita qual­co­sa di dav­ve­ro degno di esse­re vis­su­to, ed ini­zia­re un cam­mi­no di tra­sfor­ma­zio­ne che vi por­te­rà ad una pie­nez­za del tut­to inimmaginabile.

Nel secon­do inve­ce pote­te anda­re avan­ti così, vive­re una vita sen­za sen­so e ter­mi­nar­la con una mor­te anco­ra meno sen­sa­ta, ma alme­no in que­sto caso assu­me­te­vi la respon­sa­bi­li­tà di aver scel­to di non vive­re, fate­ve­ne una ragio­ne e smet­te­te­la di cer­ca­re di con­vin­ce­re anche gli altri che “…è così che s’ha da fa!!!”.

Ma soprat­tut­to, pian­ta­te­la di ten­ta­re di assor­da­re anche chi inve­ce qual­co­sa al pro­prio inter­no vuo­le ascol­ta­re, solo per­chè così vi sen­ti­te meno cialtroni!

Ci si vede in giro!!!

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