Occorre innanzitutto chiarire cosa si intende con “separazione” per quanto attiene l’ambito di quanto stiamo dicendo.
Separare ha una doppia valenza. La prima, chiamiamola di ottava bassa, è quella di cui più o meno parliamo tutti: separare nel senso di scindere in parti diverse qualcosa che prima era unito.
La seconda, questa la chiamiamo di ottava alta, come dissi in altro post (non mi ricordo più quale) è un po’ più complessa e necessita dell’etimologia. Sé – parare (“sé” e non “sed” come sostengono alcuni) significa preparare sé stessi. Questa però la spieghiamo in un’altra occasione.
Scindere ciò che era unito, allontanare in parti diverse ciò che prima era uno. Un atto che, visto dal punto di vista esoterico, è l’aspetto primario della manifestazione. Dall’Uno occorre la separazione, quella che porta al Due. Dall’immanifesto al manifesto. Per dirla in termini un po’ più semplici, per quanto indubitabilmente superficiali, significa quell’atto con cui il Creatore genera (manifesta) il Creato… per riflettersi in esso. Si separa per conoscersi, dall’Uno passando per la molteplicità a partire dal Due (e poi avanti con tutti gli altri numeri), per tornare all’Uno ovvero sé stesso con, diciamo… “cognizione di causa”.
Ma questa separazione, questo atto di autoriconoscimento, prima di portare all’Uno dopo un lungo cerchio, passa appunto per la condizione “Io” e “gli altri”. Ed ecco che nell’istante in cui nasce la separazione, nasce si il riflesso di sé stessi ma anche, allo stesso tempo, la dualità. Il che implica la nascita degli opposti e, quindi, di una evoluzione ma anche di una opposizione ad essa.
Tutti gli esseri umani, a qualunque livello evolutivo, percepiscono d’istinto la presenza di quell’entità chiamata “il male”. Lasciate perdere le interpretazioni bibliche (o di qualunque altra religione). Il male trova posto non solo nella nostra coscienza ma anche in qualunque forma di religione, tradizione o spiritualità. E questo perchè, al di là di come viene “vestito” dalle varie parti, ha una sua esistenza, una sua essenza ben precisa.
In tempi come questi non credo sia difficile per nessuno intuire, percepire o sentire che c’è qualcosa di molto maligno nel mondo. Da qui, in ottava bassa, derivano tutte le teorie sui poteri occulti. Tutte teorie, appunto ma che, come tutte le leggende, contengono una base di verità.
E dato che parliamo in termini duali, come si percepisce la presenza di una dimensione operativa, chiamiamola “Nera”, allo stesso modo (ma purtroppo con molta meno facilità, per motivi che andremo ad esplorare in altra sede), esiste una dimensione operativa che possiamo chiamare “Bianca”; siamo nella dualità, ricordate? Non può esistere la zuppa senza che esista anche il “pan bagnato” (senza voler mancare di rispetto…) .
La separazione di cui si parla in ottava alta è separazione nell’unità (io mi separo per potermi vedere ma rimango sempre Uno): questo non è quello che purtroppo viene scambiato per tale, ovvero la divisione, e questa è opera nera.
Nel momento in cui la separazione nell’unità viene mostrata come divisione, ecco che avviene un sovvertimento, una perversione di qualcosa di assai elevato. La separazione (nell’unità) viene vista come divisione e da questo si genera la paura, che porta inevitabilmente alla violenza a seguito di un sopraggiunto bisogno di difesa.
Tale difesa porta a sua volta ad un movimento centripeto, in chiusura verso sé stessi, una volta in più contrapposto al movimento centrifugo che è invece caratteristica chiave evolutiva. Il centripeto, la chiusura, la paura portano all’incapacità di vedere l’Amore (che invece porta dritto come una freccia in direzione dell’unità) e, in opposizione ad esso, sempre più verso la paura e la chiusura in un circolo vizioso sempre più stretto, risultante in quella che possiamo facilmente capire come rappresentabile da una spirale centripeta.
Non ci avete capito un gran che, vero? Sappiate che è più che normale: alla fin fine vi sto esponendo un’estrema sintesi di concetti che, se tradotti in parole (ancorché questo fosse davvero fattibile), hanno riempito (e riempiono tuttora) decine di libri, trattati, manuali e testi esoterici, per non parlare degli anni che occorrono anche solo per scalfirne il significato. Ma questo davvero è ininfluente.
Quello che conta è un concetto finale., importante al punto da essere imprescindibile:
LA SEPARAZIONE PER COME VIENE INTESA COMUNEMENTE E’ LA VIA PIU’ DIRETTA VERSO IL MALE.
Incidentalmente, l’inganno di mostrare la separazione come divisione, è a sua volta lo strumento primario del male.
Nell’ultimo capitolo della saga di Guerre Stellari (per intenderci: “L’ascesa di Skywalker”) c’è una frase che riassume perfettamente quanto detto finora:
“…VINCONO FACENDOTI CREDERE DI ESSERE SOLO”
Fa molto strano pensare che anche in un film di fantascienza sia possibile trovare insegnamenti così profondi, eppure è esattamente quello che è accaduto (e che accade), a prescindere da quanto fossero consapevoli gli autori dei testi.
Tornando al nostro argomento (la separazione), occorre rendersi conto di quanto sia importante non soccombere ad essa. E anche di quanto le sue cause (o meglio i suoi promotori), non siano affatto quelli che potremmo pensare di primo acchito.
In riferimento a quanto dirò di seguito, non pensate di poter identificare in personaggi conosciuti l’origine del male, perchè tale origine non si trova neppure all’interno di quella dimensione operativa di cui ho parlato prima; l’origine è ancora più lontana e nascosta, mentre i suddetti personaggi ne sono gli esecutori, principalmente in modo del tutto inconsapevole: sono convinti di operare per il bene.
Continuiamo ripetendo: la separazione è lo strumento principale del male, quantomeno su questo oscuro pianeta e va prima capita, poi compresa, allo scopo di evitarla con il fine ultimo di allontanarsi dalla paura per ritornare all’Amore.
E’ sotto gli occhi di tutti come le società mondiali e in particolare quella italiana si stiano sempre più separando, e come questo processo porti all’odio, alla discriminazione, alla follia; è l’effetto malato della separazione… e non è l’unico. Al di là della sempre attuale efficacia strategica riassumibile con il vecchio detto “Divide et impera“, peraltro di estrema pertinenza in questo momento, il problema è… la mancanza di evoluzione. O, meglio, l’involuzione conseguente a detta straegia.
Dobbiamo renderci consapevoli, comprendere quello che sta accadendo e imparare a stare sempre più alla larga da tutti quegli atti, pensieri ed emozioni che si muovono verso la separazione. Il che non significa evitare il conflitto, se serve, ma imparare a non generarlo: se nessuno lo genera non c’è bisogno di difendersi, n’est pas?
Torniamo a rispettare la libertà come tale e quindi disinneschiamo qualunque conflitto nei confronti di chi la pensa in modo diverso da noi ma cerchiamo un sano e aperto confronto, dove per “sano e aperto” si intende quello stato in cui vogliamo conoscere l’idea altrui per comprenderla e capirla, non per confutarla a priori.
Ritorniamo a difendere la libertà dei nostri fratelli anche quando fanno scelte per noi incomprensibili. Questo non significa cadere ancora più prede del buonismo più becero, anzi, l’esatto contrario; significa spegnere la separazione anche e soprattutto al nostro interno, diventare sempre più “individui” nel senso latino (non divisibili ) del termine.
DOBBIAMO tornare a difendere la libertà ma non solo la nostra, anche quella dei nostri fratelli (leggi “tutti gli altri” oltre che noi), perchè nell’istante in cui vogliamo prevaricare la libertà di un altro essere umano o permettiamo che qualcun altro lo faccia, generiamo immediatamente la spirale centripeta di cui abbiamo parlato prima. E ancora una volta, non sto dicendo questo nel senso di “porgere l’altra guancia” ma di evitare anche il primo schiaffo ed evitarlo ad altri anche e soprattutto nel senso di fare in modo che il suddetto ceffone non parta proprio da noi.
Guardate a cosa ci sta portando la separazione: durante il lockdown abbiamo perso molta della nostra affettività, della nostra capacità di relazione. E sono stati solo pochi giorni ma… quanto ci sono costati in termini di sofferenza?
Quanto sono costati a tutti noi in termini di soprusi subiti proprio da coloro che avrebbero dovuto starci accanto con tutto l’amore possibile?
E quanto ci sta costando in termini economici? Quante famiglie, quanti uomini, donne, bambini ed anziani si trovano sempre più sotto la soglia della povertà? E quanti si troveranno anche peggio nei prossimi mesi?
Quanti conflitti e liti stanno avendo origine tra fazioni ideologiche opposte, che si oppongono solo per paura ed egoismo con una violenza sempre più elevata, sempre più forte? E quanta ignoranza si sta generando oltre a quella già incommensurabile già presente?
Per non parlare di quanto questa separazione renda inefficace qualunque movimento si generi spontaneamente in risposta agli evidenti soprusi a cui governi sempre più accecati dalla paura, dalla sete di potere e dall’avidità stanno sottoponendo i propri popoli.
Opporsi all’opposizione è una contraddizione in termini. Annullare l’opposizione subito, adesso, dentro di noi non è alcuna contraddizione, alcuna macchia, come direbbe l’I Ching.
Ed è anche l’unica via che si allontani da quell’Inferno verso cui, evidentemente in modo sempre più inconsapevole, l’umanità sta accelerando sempre di più.
Ed è qui che nasce l’argomento del prossimo post, che cercherò di far seguire a breve: la preghiera e come praticarla.
Ci si vede in giro!
Separazione… opera nera
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Occorre innanzitutto chiarire cosa si intende con “separazione” per quanto attiene l’ambito di quanto stiamo dicendo.
Separare ha una doppia valenza. La prima, chiamiamola di ottava bassa, è quella di cui più o meno parliamo tutti: separare nel senso di scindere in parti diverse qualcosa che prima era unito.
La seconda, questa la chiamiamo di ottava alta, come dissi in altro post (non mi ricordo più quale) è un po’ più complessa e necessita dell’etimologia. Sé – parare (“sé” e non “sed” come sostengono alcuni) significa preparare sé stessi. Questa però la spieghiamo in un’altra occasione.
Scindere ciò che era unito, allontanare in parti diverse ciò che prima era uno. Un atto che, visto dal punto di vista esoterico, è l’aspetto primario della manifestazione. Dall’Uno occorre la separazione, quella che porta al Due. Dall’immanifesto al manifesto. Per dirla in termini un po’ più semplici, per quanto indubitabilmente superficiali, significa quell’atto con cui il Creatore genera (manifesta) il Creato… per riflettersi in esso. Si separa per conoscersi, dall’Uno passando per la molteplicità a partire dal Due (e poi avanti con tutti gli altri numeri), per tornare all’Uno ovvero sé stesso con, diciamo… “cognizione di causa”.
Ma questa separazione, questo atto di autoriconoscimento, prima di portare all’Uno dopo un lungo cerchio, passa appunto per la condizione “Io” e “gli altri”. Ed ecco che nell’istante in cui nasce la separazione, nasce si il riflesso di sé stessi ma anche, allo stesso tempo, la dualità. Il che implica la nascita degli opposti e, quindi, di una evoluzione ma anche di una opposizione ad essa.
Tutti gli esseri umani, a qualunque livello evolutivo, percepiscono d’istinto la presenza di quell’entità chiamata “il male”. Lasciate perdere le interpretazioni bibliche (o di qualunque altra religione). Il male trova posto non solo nella nostra coscienza ma anche in qualunque forma di religione, tradizione o spiritualità. E questo perchè, al di là di come viene “vestito” dalle varie parti, ha una sua esistenza, una sua essenza ben precisa.
In tempi come questi non credo sia difficile per nessuno intuire, percepire o sentire che c’è qualcosa di molto maligno nel mondo. Da qui, in ottava bassa, derivano tutte le teorie sui poteri occulti. Tutte teorie, appunto ma che, come tutte le leggende, contengono una base di verità.
E dato che parliamo in termini duali, come si percepisce la presenza di una dimensione operativa, chiamiamola “Nera”, allo stesso modo (ma purtroppo con molta meno facilità, per motivi che andremo ad esplorare in altra sede), esiste una dimensione operativa che possiamo chiamare “Bianca”; siamo nella dualità, ricordate? Non può esistere la zuppa senza che esista anche il “pan bagnato” (senza voler mancare di rispetto…) .
La separazione di cui si parla in ottava alta è separazione nell’unità (io mi separo per potermi vedere ma rimango sempre Uno): questo non è quello che purtroppo viene scambiato per tale, ovvero la divisione, e questa è opera nera.
Nel momento in cui la separazione nell’unità viene mostrata come divisione, ecco che avviene un sovvertimento, una perversione di qualcosa di assai elevato. La separazione (nell’unità) viene vista come divisione e da questo si genera la paura, che porta inevitabilmente alla violenza a seguito di un sopraggiunto bisogno di difesa.
Tale difesa porta a sua volta ad un movimento centripeto, in chiusura verso sé stessi, una volta in più contrapposto al movimento centrifugo che è invece caratteristica chiave evolutiva. Il centripeto, la chiusura, la paura portano all’incapacità di vedere l’Amore (che invece porta dritto come una freccia in direzione dell’unità) e, in opposizione ad esso, sempre più verso la paura e la chiusura in un circolo vizioso sempre più stretto, risultante in quella che possiamo facilmente capire come rappresentabile da una spirale centripeta.
Non ci avete capito un gran che, vero? Sappiate che è più che normale: alla fin fine vi sto esponendo un’estrema sintesi di concetti che, se tradotti in parole (ancorché questo fosse davvero fattibile), hanno riempito (e riempiono tuttora) decine di libri, trattati, manuali e testi esoterici, per non parlare degli anni che occorrono anche solo per scalfirne il significato. Ma questo davvero è ininfluente.
Quello che conta è un concetto finale., importante al punto da essere imprescindibile:
LA SEPARAZIONE PER COME VIENE INTESA COMUNEMENTE E’ LA VIA PIU’ DIRETTA VERSO IL MALE.
Incidentalmente, l’inganno di mostrare la separazione come divisione, è a sua volta lo strumento primario del male.
Nell’ultimo capitolo della saga di Guerre Stellari (per intenderci: “L’ascesa di Skywalker”) c’è una frase che riassume perfettamente quanto detto finora:
“…VINCONO FACENDOTI CREDERE DI ESSERE SOLO”
Fa molto strano pensare che anche in un film di fantascienza sia possibile trovare insegnamenti così profondi, eppure è esattamente quello che è accaduto (e che accade), a prescindere da quanto fossero consapevoli gli autori dei testi.
Tornando al nostro argomento (la separazione), occorre rendersi conto di quanto sia importante non soccombere ad essa. E anche di quanto le sue cause (o meglio i suoi promotori), non siano affatto quelli che potremmo pensare di primo acchito.
In riferimento a quanto dirò di seguito, non pensate di poter identificare in personaggi conosciuti l’origine del male, perchè tale origine non si trova neppure all’interno di quella dimensione operativa di cui ho parlato prima; l’origine è ancora più lontana e nascosta, mentre i suddetti personaggi ne sono gli esecutori, principalmente in modo del tutto inconsapevole: sono convinti di operare per il bene.
Continuiamo ripetendo: la separazione è lo strumento principale del male, quantomeno su questo oscuro pianeta e va prima capita, poi compresa, allo scopo di evitarla con il fine ultimo di allontanarsi dalla paura per ritornare all’Amore.
E’ sotto gli occhi di tutti come le società mondiali e in particolare quella italiana si stiano sempre più separando, e come questo processo porti all’odio, alla discriminazione, alla follia; è l’effetto malato della separazione… e non è l’unico. Al di là della sempre attuale efficacia strategica riassumibile con il vecchio detto “Divide et impera“, peraltro di estrema pertinenza in questo momento, il problema è… la mancanza di evoluzione. O, meglio, l’involuzione conseguente a detta straegia.
Dobbiamo renderci consapevoli, comprendere quello che sta accadendo e imparare a stare sempre più alla larga da tutti quegli atti, pensieri ed emozioni che si muovono verso la separazione. Il che non significa evitare il conflitto, se serve, ma imparare a non generarlo: se nessuno lo genera non c’è bisogno di difendersi, n’est pas?
Torniamo a rispettare la libertà come tale e quindi disinneschiamo qualunque conflitto nei confronti di chi la pensa in modo diverso da noi ma cerchiamo un sano e aperto confronto, dove per “sano e aperto” si intende quello stato in cui vogliamo conoscere l’idea altrui per comprenderla e capirla, non per confutarla a priori.
Ritorniamo a difendere la libertà dei nostri fratelli anche quando fanno scelte per noi incomprensibili. Questo non significa cadere ancora più prede del buonismo più becero, anzi, l’esatto contrario; significa spegnere la separazione anche e soprattutto al nostro interno, diventare sempre più “individui” nel senso latino (non divisibili ) del termine.
DOBBIAMO tornare a difendere la libertà ma non solo la nostra, anche quella dei nostri fratelli (leggi “tutti gli altri” oltre che noi), perchè nell’istante in cui vogliamo prevaricare la libertà di un altro essere umano o permettiamo che qualcun altro lo faccia, generiamo immediatamente la spirale centripeta di cui abbiamo parlato prima. E ancora una volta, non sto dicendo questo nel senso di “porgere l’altra guancia” ma di evitare anche il primo schiaffo ed evitarlo ad altri anche e soprattutto nel senso di fare in modo che il suddetto ceffone non parta proprio da noi.
Guardate a cosa ci sta portando la separazione: durante il lockdown abbiamo perso molta della nostra affettività, della nostra capacità di relazione. E sono stati solo pochi giorni ma… quanto ci sono costati in termini di sofferenza?
Quanto sono costati a tutti noi in termini di soprusi subiti proprio da coloro che avrebbero dovuto starci accanto con tutto l’amore possibile?
E quanto ci sta costando in termini economici? Quante famiglie, quanti uomini, donne, bambini ed anziani si trovano sempre più sotto la soglia della povertà? E quanti si troveranno anche peggio nei prossimi mesi?
Quanti conflitti e liti stanno avendo origine tra fazioni ideologiche opposte, che si oppongono solo per paura ed egoismo con una violenza sempre più elevata, sempre più forte? E quanta ignoranza si sta generando oltre a quella già incommensurabile già presente?
Per non parlare di quanto questa separazione renda inefficace qualunque movimento si generi spontaneamente in risposta agli evidenti soprusi a cui governi sempre più accecati dalla paura, dalla sete di potere e dall’avidità stanno sottoponendo i propri popoli.
Opporsi all’opposizione è una contraddizione in termini. Annullare l’opposizione subito, adesso, dentro di noi non è alcuna contraddizione, alcuna macchia, come direbbe l’I Ching.
Ed è anche l’unica via che si allontani da quell’Inferno verso cui, evidentemente in modo sempre più inconsapevole, l’umanità sta accelerando sempre di più.
Ed è qui che nasce l’argomento del prossimo post, che cercherò di far seguire a breve: la preghiera e come praticarla.
Ci si vede in giro!
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