Discriminazione, pregiudizio e meccanicità

Questo post ha solo la versione audio (podcast) e scritta.

Pote­te ascoltare/scaricare il pod­ca­st qui sot­to oppu­re iscri­ver­vi al cana­le Telegram: 

Body sha­ming, raz­zi­smo, ses­si­smo etc. etc.; in una paro­la: discriminazione.

Al di là di quel­lo che, come appa­re sem­pre più evi­den­te, sta diven­tan­do una moda o, in mol­ti casi un modo per acqui­si­re noto­rie­tà, fama o dena­ro, quel­lo del­la discri­mi­na­zio­ne è un feno­me­no che va ana­liz­za­to per bene.

Par­tia­mo, come spes­so fac­cio, dal­l’e­ti­mo­lo­gia: discri­mi­na­re deri­va dal lati­no e signi­fi­ca, let­te­ral­men­te “ciò che ser­ve a sepa­ra­re” nel sen­so di ciò che ci per­met­te di sce­glie­re. In ita­lia­no si usa spes­so il ter­mi­ne “indi­scri­mi­na­to” per inten­de­re ad esem­pio un com­por­ta­men­to scel­le­ra­to, sen­za discer­ni­men­to, che toc­ca tut­ti sen­za scel­ta (indi­scri­mi­na­ta­men­te).

La capa­ci­tà di discri­mi­na­re è quin­di la capa­ci­tà di sce­glie­re. Sen­za discri­mi­na­zio­ne, non vi è pos­si­bi­li­tà di scel­ta per­chè non vi è modo di sepa­ra­re una o più par­ti da altre.

Lascia­mo per­de­re per il momen­to la que­stio­ne del­la scel­ta che pre­ve­de la pre­sen­za del­l’in­di­vi­duo e non del­l’es­se­re mec­ca­ni­co, altri­men­ti non c’è pro­prio nes­su­na scel­ta ma sem­pli­ce­men­te l’il­lu­sio­ne di essa nel momen­to in cui si rispon­de mec­ca­ni­ca­men­te ad uno sti­mo­lo. Quel­lo che con­ta è che, anco­ra una vol­ta, un ter­mi­ne com­ple­ta­men­te neu­tro (anzi, un ter­mi­ne che indi­ca la capa­ci­tà posi­ti­va di distin­gue­re tra un aspet­to ed un altro) vie­ne usa­to esclu­si­va­men­te in sen­so nega­ti­vo. La lin­gua ita­lia­na è estre­ma­men­te com­ples­sa, com­pli­ca­ta e com­ple­ta. Usar­la pro­pria­men­te impli­ca lo stu­dio e l’ap­pro­fon­di­men­to di essa. Tut­ta­via risul­ta evi­den­te come la dila­gan­te igno­ran­za abbia come pri­ma vit­ti­ma pro­prio la lin­gua par­la­ta, ormai deci­sa­men­te lon­ta­na da qua­lun­que rea­le pro­prie­tà nel suo utilizzo.

Det­to que­sto, quel­lo che oggi si inten­de con il ter­mi­ne discri­mi­na­zio­ne non ha nul­la a che vede­re con il discer­ni­men­to quan­to con la dispa­ri­tà di trat­ta­men­to sul­la base di fat­to­ri raz­zia­li o di pre­fe­ren­ze ses­sua­li o di genere.

In real­tà quin­di stia­mo par­lan­do di qual­co­sa che è figlio diret­to del­la mec­ca­ni­ci­tà uma­na: il pre­giu­di­zio. Per pre­giu­di­zio inten­dia­mo un giu­di­zio emes­so pri­ma del mani­fe­star­si di una qua­lun­que con­di­zio­ne ogget­ti­va. Ad esem­pio la fra­se “gli ita­lia­ni sono un popo­lo di mam­mo­ni” (che spes­so si sen­te all’e­ste­ro), è un pre­giu­di­zio per­chè chi lo con­tie­ne cre­de di sape­re que­sta cosa degli ita­lia­ni anche se non ne cono­sce nem­me­no uno.

Il pre­giu­di­zio è quin­di figlio diret­to del­l’in­con­sa­pe­vo­lez­za e del­la mec­ca­ni­ci­tà del­l’es­se­re uma­no la cui men­te ha biso­gno di inca­sel­la­re qua­lun­que nuo­va espe­rien­za all’in­ter­no del pro­prio sche­ma cogni­ti­vo già pre­sen­te. Come sap­pia­mo la de-men­te ordi­na­ria sce­glie sem­pre il per­cor­so di minor resi­sten­za o fati­ca ed è deci­sa­men­te più con­ve­nien­te inca­sel­la­re un con­cet­to all’in­ter­no di uno sche­ma esi­sten­te piut­to­sto che svi­lup­par­ne uno nuo­vo “ad hoc”.

Oggi la discri­mi­na­zio­ne vie­ne por­ta­ta sem­pre più alla luce e con­dan­na­ta, ovvia­men­te con i mez­zi tro­glo­di­ti­ci a dispo­si­zio­ne del­l’es­se­re uma­no. Ma la real­tà è che non si può usa­re la leg­ge per cam­bia­re un siste­ma di pen­sie­ro, per­chè con la leg­ge, al mas­si­mo (e solo se il legi­sla­to­re è in gam­ba, al pari degli uffi­cia­li depu­ta­ti alla sua appli­ca­zio­ne), cam­bie­rai for­se un com­por­ta­men­to ma non la men­ta­li­tà die­tro ad esso. For­se con il tem­po cam­bie­rà anch’es­sa ma in real­tà sta­rai solo castran­do un pen­sie­ro, quin­di con pochis­si­ma spe­ran­za di cam­biar­lo dav­ve­ro. Anzi, con ogni pro­ba­bi­li­tà ne sta­rai solo esa­cer­ban­do gli aspet­ti, come in effet­ti sta accadendo.

Nel­la testa del­l’es­se­re uma­no, la discri­mi­na­zio­ne in sen­so nega­ti­vo diven­ta par­te del DNA, in quan­to mec­ca­ni­ca­men­te pre­de­ter­mi­na­ta dal­la mora­le, dal­l’am­bi­to cul­tu­ra­le, da quel­lo edu­ca­ti­vo e da quel­lo sociale.

Se sei nato in un pae­se cat­to­li­co, ten­de­rai a discri­mi­na­re chiun­que pro­fes­si un’al­tra reli­gio­ne (e lo stes­so vale se sei nato in un pae­se musul­ma­no). Se sei nato di ses­so maschi­le in un pae­se ara­bo dif­fi­cil­men­te pen­se­rai alle don­ne come ad esse­ri libe­ri al pari tuo (e para­dos­sal­men­te, se sei nato di ses­so fem­mi­ni­le nel­lo stes­so pae­se, potre­sti tro­va­re cor­ret­ta que­sta visio­ne). Se sei nato in Giap­po­ne, in una fami­glia di ele­va­to livel­lo socia­le e sto­ri­co, avrai il con­cet­to di Giri com­ple­ta­men­te intes­su­to nel­la tua visione.

Quin­di non è la leg­ge che potrà cam­bia­re le cose, non è la con­dan­na ma la pre­sa di con­sa­pe­vo­lez­za del­la vita reale.

La discri­mi­na­zio­ne non può nep­pu­re esse­re com­bat­tu­ta sul pia­no cul­tu­ra­le. C’è un uni­co pia­no pos­si­bi­le: la cre­sci­ta inte­rio­re ed il con­se­guen­te pro­gres­si­vo risveglio.

Quan­do l’es­se­re uma­no capi­rà che maschi e fem­mi­ne sono diver­si e com­ple­men­ta­ri e non infe­rio­ri o supe­rio­ri, che i gusti e le abi­tu­di­ni ses­sua­li sono una que­stio­ne esclu­si­va­men­te pri­va­ta (pedo­fi­lia a par­te sul­la qua­le pri­ma o poi scri­ve­rò qual­co­sa ma che qui mi limi­to a dire che è da stron­ca­re sen­za pie­tà), che il colo­re del­la pel­le non ha nes­sun signi­fi­ca­to, e che le reli­gio­ni sono fat­te per chi non è pron­to per la spi­ri­tua­li­tà ma che comun­que non dovreb­be­ro in alcun modo influi­re sul modo in cui si trat­ta­no gli altri esse­ri uma­ni, solo allo­ra la discri­mi­na­zio­ne ces­se­rà di esistere.

Non suc­ce­de­rà mai in un uni­co istan­te (a meno del pro­ver­bia­le mira­co­lo) ma sarà una (pur­trop­po) len­ta, pro­gres­si­va, fati­co­sa sca­la­ta ver­so quell­la che dav­ve­ro pos­sia­mo defi­ni­re civil­tà ma che in que­sto momen­to non è mai sta­ta più lon­ta­na dal­le men­ti degli esse­ri uma­ni e sarà in real­tà la con­se­guen­za di una aumen­ta­ta con­sa­pe­vo­lez­za interiore.

Ecco per­chè, per ora, la discri­mi­na­zio­ne in tut­ti i suoi aspet­ti, è ben lon­ta­na dal lascia­re la men­te ed il cuo­re degli esse­ri uma­ni, che cre­do­no di esse­re civi­li ma che, in real­tà, dal pun­to di vista evo­lu­ti­vo, non sono anco­ra nep­pu­re alle pri­me clas­si dell’asilo.

Ricor­da­te­vi di esse­re eccezionali!

Ci si vede in giro!

Con­di­vi­di

Comments are closed.