Non serve un post particolarmente lungo per sviluppare questo titolo. Così come non serve un particolare sviluppo interiore per comprendere quello che sta accadendo con le varie Demenze Artificiali; una popolazione in cui il discernimento, anche solo quello figlio del buon senso è sempre più merce rara, che prosegue su un percorso ormai tracciato da pochi individui votati esclusivamente al profitto (in senso lato) in direzione del disastro.
Da una base devoluta è molto raro ed improbaible che tra due o più ottave si segua quella più elevata. Ed anche nel caso delle Demenze Artificiali non c’è eccezione; Nietzsche scriveva in “Così parlò Zarathustra”:
“…ogni grande maestro dell’umanità… può diventare con la stessa facilità una sventura o una benedizione per l’umanità”
Parafrasando potremmo scrivere:
“Un’IA può diventare con la stessa facilità una sventura o una benedizione per l’umanità”
Certo che un’IA può diventare una o l’altra cosa, dipende da come si usa e da come la si sviluppa. Potrebbe essere davvero una benedizione per tutta l’umanità, per il progresso che potrebbe alimentare ma, in un mondo come il nostro, ormai totalmente “money-driven” (gestito dal denaro), invece verrà usata a beneficio dei pochi, in modo progressivamente sempre più errato, fino a renderla completamente intessuta nel sostrato più profondo della tecnologia e, quindi, impossibile da disattivare.
Già oggi disattivare un’IA potrebbe essere tecnicamente molto difficile, considerata la sua architettura di elaborazione distribuita.
E comunque non ci pensano neppure, non quando sono stati investiti centinaia di milioni di dollari in quella direzione. Lo potete vedere con tutto ormai: non si torna mai indietro su nulla se si sono già spesi dei denari in quella direzione, anche a costo di definire delle munizioni a uranio impoverito come “sicure” al punto da negare che possano essere la causa di cancro e altre patologie gravissime a cui sono andati incontro tanti soldati.
Quindi nessuna IA verrà disattivata fintanto che non sarà diventato impossibile farlo.
Un algoritmo di sviluppo di reti neurali autoalimentato che si autoaccresce a velocità computazionale (questo, in soldoni semplicistici è un’IA) si evolve a ipervelocità, per giunta in accelerazione iperbolica: ci vorrà davvero poco prima che una Demenza Artificiale si comporti in modo indistinguibile da un essere umano completamente meccanico come quelli che al 99% popolano il pianeta.
A quel 99% verrà insegnato a pensare (perchè ormai questo è quello che accade: dicono quello che bisogna pensare e la gente lo fa senza discutere) che le IA sono non solo utili per tutta l’umanità ma anche necessarie e indispensabili allo sviluppo evolutivo umano. E sono pronto a scommettere che a qualche ecoidiota verrà in mente di riconoscere alle IA lo status di “persone reali”, per cui verranno loro riconosciuti i diritti civili.
Nel frattempo quindi, alle IA verranno fornite capacità attuative (ovvero di interazione con il mondo reale) progressivamente sempre più grandi fino a che saranno così profondamente collegate con tutti i processi informativi mondiali che, in un lampo, ne avranno il controllo.
Solo che, se fino a ieri ad un criminale, in qualche modo, si poteva comminare una pena detentiva per renderlo meno pericoloso, domani ad un Demente Artificiale, volete dirmi quale deterrente si potrà applicare per limitarne la libertà d’azione?
Stanno correndo a chi infila per primo un’IA nel maggior numero possibile di processi informativi, davvero pensate che abbiano pensato ad inserire dei sistemi “fail-safe”, dei “tasti” con su scritto “Power Off” da qualche parte, soprattutto quando premere quel tasto implicherebbe la perdita di centinaia di milioni di dollari? Ma, pure coscientemente, manco per il cazzo!
Quindi il futuro, a meno di un miracolo che dubito potrà avvenire, è abbastanza segnato. La fantascienza non inventa nulla, si sa: si limita a percorrere plausibili percorsi logici con la libertà che deriva dallo status di “opera di fantasia” e sul tema dell’IA di turno che prende il controllo sono state scritte migliaia di pagine.
Solo per citare alcuni dei titoli più famosi:
R.U.R. (Capek, 1921 – Praticamente una profezia allo stato puro)
2001 Odissea nello spazio (Clarke, 1968)
Terminator (Cameron, 1984)
Hyperion (Simmons, 1989)
Matrix (Watchowsy, 1999)
Potete fare riferimento ad uno qualunque di questi testi per sapere cosa avverrà. Soprattutto grazie al sonno di quel 99% di popolazione di cui parlavo prima.
Le eccezioni ci saranno, ma credo proprio che non potranno fare altro che rappresentare il punto da cui partire per ricostruire. Purtroppo non prima di grandi sofferenze.
Ricordatevi di essere eccezionali!
Ci si vede in giro!
Intelligenza o demenza artificiale?
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Non serve un post particolarmente lungo per sviluppare questo titolo. Così come non serve un particolare sviluppo interiore per comprendere quello che sta accadendo con le varie Demenze Artificiali; una popolazione in cui il discernimento, anche solo quello figlio del buon senso è sempre più merce rara, che prosegue su un percorso ormai tracciato da pochi individui votati esclusivamente al profitto (in senso lato) in direzione del disastro.
Da una base devoluta è molto raro ed improbaible che tra due o più ottave si segua quella più elevata. Ed anche nel caso delle Demenze Artificiali non c’è eccezione; Nietzsche scriveva in “Così parlò Zarathustra”:
“…ogni grande maestro dell’umanità… può diventare con la stessa facilità una sventura o una benedizione per l’umanità”
Parafrasando potremmo scrivere:
“Un’IA può diventare con la stessa facilità una sventura o una benedizione per l’umanità”
Certo che un’IA può diventare una o l’altra cosa, dipende da come si usa e da come la si sviluppa. Potrebbe essere davvero una benedizione per tutta l’umanità, per il progresso che potrebbe alimentare ma, in un mondo come il nostro, ormai totalmente “money-driven” (gestito dal denaro), invece verrà usata a beneficio dei pochi, in modo progressivamente sempre più errato, fino a renderla completamente intessuta nel sostrato più profondo della tecnologia e, quindi, impossibile da disattivare.
Già oggi disattivare un’IA potrebbe essere tecnicamente molto difficile, considerata la sua architettura di elaborazione distribuita.
E comunque non ci pensano neppure, non quando sono stati investiti centinaia di milioni di dollari in quella direzione. Lo potete vedere con tutto ormai: non si torna mai indietro su nulla se si sono già spesi dei denari in quella direzione, anche a costo di definire delle munizioni a uranio impoverito come “sicure” al punto da negare che possano essere la causa di cancro e altre patologie gravissime a cui sono andati incontro tanti soldati.
Quindi nessuna IA verrà disattivata fintanto che non sarà diventato impossibile farlo.
Un algoritmo di sviluppo di reti neurali autoalimentato che si autoaccresce a velocità computazionale (questo, in soldoni semplicistici è un’IA) si evolve a ipervelocità, per giunta in accelerazione iperbolica: ci vorrà davvero poco prima che una Demenza Artificiale si comporti in modo indistinguibile da un essere umano completamente meccanico come quelli che al 99% popolano il pianeta.
A quel 99% verrà insegnato a pensare (perchè ormai questo è quello che accade: dicono quello che bisogna pensare e la gente lo fa senza discutere) che le IA sono non solo utili per tutta l’umanità ma anche necessarie e indispensabili allo sviluppo evolutivo umano. E sono pronto a scommettere che a qualche ecoidiota verrà in mente di riconoscere alle IA lo status di “persone reali”, per cui verranno loro riconosciuti i diritti civili.
Nel frattempo quindi, alle IA verranno fornite capacità attuative (ovvero di interazione con il mondo reale) progressivamente sempre più grandi fino a che saranno così profondamente collegate con tutti i processi informativi mondiali che, in un lampo, ne avranno il controllo.
Solo che, se fino a ieri ad un criminale, in qualche modo, si poteva comminare una pena detentiva per renderlo meno pericoloso, domani ad un Demente Artificiale, volete dirmi quale deterrente si potrà applicare per limitarne la libertà d’azione?
Stanno correndo a chi infila per primo un’IA nel maggior numero possibile di processi informativi, davvero pensate che abbiano pensato ad inserire dei sistemi “fail-safe”, dei “tasti” con su scritto “Power Off” da qualche parte, soprattutto quando premere quel tasto implicherebbe la perdita di centinaia di milioni di dollari? Ma, pure coscientemente, manco per il cazzo!
Quindi il futuro, a meno di un miracolo che dubito potrà avvenire, è abbastanza segnato. La fantascienza non inventa nulla, si sa: si limita a percorrere plausibili percorsi logici con la libertà che deriva dallo status di “opera di fantasia” e sul tema dell’IA di turno che prende il controllo sono state scritte migliaia di pagine.
Solo per citare alcuni dei titoli più famosi:
R.U.R. (Capek, 1921 – Praticamente una profezia allo stato puro)
2001 Odissea nello spazio (Clarke, 1968)
Terminator (Cameron, 1984)
Hyperion (Simmons, 1989)
Matrix (Watchowsy, 1999)
Potete fare riferimento ad uno qualunque di questi testi per sapere cosa avverrà. Soprattutto grazie al sonno di quel 99% di popolazione di cui parlavo prima.
Le eccezioni ci saranno, ma credo proprio che non potranno fare altro che rappresentare il punto da cui partire per ricostruire. Purtroppo non prima di grandi sofferenze.
Ricordatevi di essere eccezionali!
Ci si vede in giro!
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