Arto fantasma: il problema è che non lo è affatto… o quasi

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E’ di poche ore fa la notizia che al Politecnico di Losanna è stata sviluppata una tecnologia bionica con cui alcune protesi posssono dialogare e trasmettere sensazioni reali agli arti fantasma di persone amputate, sensazioni oggettive che i soggetti dei primi esperimenti possono davvero percepire nel materiale che toccano con le protesi, in particolare alcune caratteristiche relative al calore.

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Al di là del modo in cui è scritto l’articolo, di cui non me ne frega nulla, quello che interessa è che qualcosa da sempre ritenuto una illusione (l’arto fantasma) in realtà è in grado di essere il bersaglio di trasmissione di feedback sensoriale.

Interessante lo è di sicuro. A questo punto mi permetto una piccola spiegazione su cosa sia un arto fantasma e perchè questa tecnologia possa funzionare.

E’ presto detto: quando un arto viene amputato, la parte fisica ovviamente cessa di esistere, ma la corrispondente parte sottile no e per molti resta esattamente dove era prima. Tuttavia, dato che manca la componente materiale, questo dà origine a una serie di conseguenze per cui gli esseri umani, ormai sempre più rincoglioniti e convinti dell’esistenza unicamente di ciò che è materiale, non sanno darsi una spiegazione e quindi bollano il tutto come illusione.

Nessuna illusione: la componente eterica dell’arto amputato è ancora lì,  a pochissima distanza vibrazionale dal piano materiale da cui riceve una sorta di interferenza. Questa interferenza, non mediata dalla componente materiale mancante, genera un “ritorno di segnale” che si tramuta a livello nervoso in sensazioni tattili di una parte fisica che non esiste più.

Il nostro corpo fisico interagisce in modo stretto con quello eterico. Molti dei processi biochimici e neurofisiologici dipendono strettamente da quello che combina il corpo eterico, compreso il processo di percezione delle sensazioni. Quando un arto fisico cessa di essere collegato al resto del corpo, la sua controparte eterica resta molto spesso attaccata al resto del corpo corrispondente e questo genera, come detto sopra, sensazioni tattili apparentemente erratiche.

Se gli esseri umani conoscessero la natura del corpo eterico e come interagire con esso anche dal punto di vista “medico sottile” (cioè della medicina vera), saprebbero anche cosa fare con la controparte eterica dell’arto materiale amputato.

Tuttavia l’interazione tra corpo fisico ed eterico è qualcosa che presumibilmente verrà scoperta tra qualche decina d’anni. Ammesso che a quel punto esista ancora una razza umana, ovviamente, e quando verrà resa pubblica (sempre volendo essere follemente ottimisti sul futuro di questa ignobile porcheria che ci si ostina a chiamare “scienza”) aprirà tutta una serie di spazi di esperienza da cui, forse, potrà partire una qualche rinascita spirituale.

Fino a quel momento, chi la sa, la sa, chi non la sa… ne nega l’esistenza .

Ricordatevi di essere eccezionali!

Ci si vede in giro!

 


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