Con mia grande sorpresa, questa sera alle 18.20 ho ricevuto una telefonata dal Sig. Pedrocco, Direttore del Museo Ca’ Rezzonico, che ha voluto gentilmente rispondere in modo verbale alla mia lettera pubblicata nell’articolo precedente.
E’ stata una telefonata piacevole e garbata, sul filo di un sereno confronto di opinioni.
La prima cosa di cui si è premurato è stata di riferirmi che lui non ha disposto il licenziamento di nessuno, tantomeno del guardasala, non essendo tale possibilità all’interno del suo mandato.
Il Sig. Pedrocco si è poi dichiarato d’accordo sull’essere stanco di questa Italia, così come lo sono io, e contestualmente, essendo persona ottimista, si è augurato che da questo pienone mediatico possa scaturire la volontà di definire una normativa in merito al volto coperto, dato che al momento una tale normativa non esiste.
In merito all’accaduto, ha invece esposto il suo punto di vista, ovvero che ritiene la cultura italiana del ‘700, in particolar modo quella veneziana, ispiratrice del museo da lui diretto, troppo importante per impedire a qualcuno di avvicinarvisi.
Successivamente, pur dichiarandosi contento del fatto che qualcuno pensi anche sul proprio lavoro, si è rammaricato del fatto che il guardasala abbia agito secondo lui impulsivamente, non utilizzando la radio di ordinanza per richieder istruzioni al suo diretto superiore, che tra l’altro era anche in possesso del suo numero di cellulare.
Ho offerto al Sig. Pedrocco lo spazio di questo blog per una eventuale replica, ma lui ha declinato l’invito, autorizzandomi a riferire del dialogo avvenuto.
Una copia di questo articolo viene inviata al Sig. Pedrocco per copia conoscenza.
Lascio a chi volesse il commento di quanto sopra esposto. Per canto mio, rimango della mia opinione, che non starò a ripetere per ovvii motivi.
Un ringraziamento al Sig, Pedrocco per la sollecita risposta.
Una risposta a Franz dal Sig. Pedrocco
Con mia grande sorpresa, questa sera alle 18.20 ho ricevuto una telefonata dal Sig. Pedrocco, Direttore del Museo Ca’ Rezzonico, che ha voluto gentilmente rispondere in modo verbale alla mia lettera pubblicata nell’articolo precedente.
E’ stata una telefonata piacevole e garbata, sul filo di un sereno confronto di opinioni.
La prima cosa di cui si è premurato è stata di riferirmi che lui non ha disposto il licenziamento di nessuno, tantomeno del guardasala, non essendo tale possibilità all’interno del suo mandato.
Il Sig. Pedrocco si è poi dichiarato d’accordo sull’essere stanco di questa Italia, così come lo sono io, e contestualmente, essendo persona ottimista, si è augurato che da questo pienone mediatico possa scaturire la volontà di definire una normativa in merito al volto coperto, dato che al momento una tale normativa non esiste.
In merito all’accaduto, ha invece esposto il suo punto di vista, ovvero che ritiene la cultura italiana del ‘700, in particolar modo quella veneziana, ispiratrice del museo da lui diretto, troppo importante per impedire a qualcuno di avvicinarvisi.
Successivamente, pur dichiarandosi contento del fatto che qualcuno pensi anche sul proprio lavoro, si è rammaricato del fatto che il guardasala abbia agito secondo lui impulsivamente, non utilizzando la radio di ordinanza per richieder istruzioni al suo diretto superiore, che tra l’altro era anche in possesso del suo numero di cellulare.
Ho offerto al Sig. Pedrocco lo spazio di questo blog per una eventuale replica, ma lui ha declinato l’invito, autorizzandomi a riferire del dialogo avvenuto.
Una copia di questo articolo viene inviata al Sig. Pedrocco per copia conoscenza.
Lascio a chi volesse il commento di quanto sopra esposto. Per canto mio, rimango della mia opinione, che non starò a ripetere per ovvii motivi.
Un ringraziamento al Sig, Pedrocco per la sollecita risposta.
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