Ricerca della Verità e Meditazione 7 – una risposta a Highlander: la sfiga della libertà
The_highlander, nel suo commento al post ultimo su Berlusconi, cita l’omniconosciuto motto secondo cui la nostra libertà termina dove inizia quella dell’altro. Questa è a parer mio una delle più grosse sfighe che l’uomo sia riuscito a piantarsi nel cervello. In realtà infatti questo luogo comune ce lo pianta dritto nel culo.
Come possiamo sapere dove inizia la libertà altrui? E soprattutto: perchè la mia libertà dovrebbe finire lì?
Per anni mi sono sentito dire questa stronzata, e per anni tutte le volte che la sentivo mi incazzavo come una vipera senza sapere perchè. Poi un giorno ho capito: la nostra libertà finisce esattamente dove noi permettiamo che finisca. Cioè nella stragrande maggioranza dei casi prima ancora di iniziare.
La libertà viene spesso confusa con la libertà di fare, di agire. E’ vero, queste sono libertà, anche se secondarie. La vera libertà è quella di essere. Se al nostro interno siamo, tutto ciò che ci limita svanirà. Se al nostro interno possiamo “vivere” una libertà completa, allora saremo veramente liberi di agire o meno in una determinata direzione.
Se noi rinunciamo ad “essere”, rinunciamo alla nostra libertà, e il nostro agire o non agire non sarà altro che la risultanza della schiavitù: alla paura delle conseguenze, al bisogno di essere considerati “buoni”, al bisogno di far parte di un gruppo, alla paura di essere soli… e così via.
Se invece noi siamo liberi al nostro interno, allora il nostro agire sarà espressione della manifestazione della nostra volontà. Allora veramente potremo scegliere le nostre azioni sulla base del nostro sentire, e tali azioni saranno veramente libere.
Fintanto che le nostre azioni saranno determinate da tutti i fattori di cui sopra, non saranno altro che la manifestazione di un poveraccio, che non sa da dove viene, dove va, ma soprattutto dove cazzo è su quel percorso.
Il rispetto per le altre persone nasce nel momento in cui si riconosce qualcosa al nostro interno. Prima è una balla, un falso costrutto edificato nella nostra personalità dalla morale e dalla paura.
La nostra libertà inizia quando “siamo”, e cessa quando cessiamo di essere.
Quella degli altri non è affar nostro.
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In effetti questa frase mi ha sempre fatto sorgere un dubbio molto semplice nato dall’osservazione che lo spazio dove la nostra libertà non ha effetti su nessuno è estremamente limitato, praticamente si limita a quando ci grattiamo il naso. Quindi questo “motto” non ha nessuna utilità pratica perchè il problema nasce quando le libertà tra individui si scontrano per mille motivi e lì casca l’asino.
Ci sono mille leve che vengono usate da terzi (ed anche da noi stessi), in modo consapevole o meno, per “inquadrare” e limitare la libertà, Franz le ha elencate bene. Non si parla solo di libertà di agire, ma di libertà più sottili, che bloccano il nostro esprimere quotidiano, anche se mille scuse ci convincono che siamo noi a scegliere oppure che non si può agire altrimenti.
Da mia esperienza quando ci si vuole prendere delle libertà nuove, succede il finimondo e quasi sempre si lasciano diversi “morti” per strada (relazioni, “amicizie”, lavori…). Non è facile accettare, almeno per me, che la mia libertà porti sofferenza a chi mi sta vicino.
Ma ti conviene farlo… tanto non cambia nulla!!!
A Frà, ma sei proprio un disincantato…! E facci sognare un pò, facci credere che l’altruismo,seppur sporadicamente, esista ancora! Caro vecchio immortale, io ti appoggio!Anna
E chi ha detto che l’altruismo non esiste? Esiste eccome! Per adesso sto elencando le sfighe… aspetta il resto 😉