Sull’ANSA di poco fa, la notizia che l’Unione Europea dichiara uno stato di “recessione tecnica” per l’Italia, prevedendo un’ipotetica ripresa per il 2010.
Potranno anche aggiungere quel “tecnica” dopo “recessione”, ma il succo non cambia. In Italia la recessione c’è. Era ora che qualcuno si decidesse a dirlo.
E’ da diversi mesi che le persone se ne sono accorte, ma come sempre i governi prima di ammettere qualcosa di spiacevole, e come in questo caso pericoloso da dire, ci mettono un sacco di tempo.
Un po’ come la chiesa, che ci ha messo qualche secolo ad ammettere di aver fatto delle puttanate egregie con l’inquisizione e le crociate, o come il mondo politico che ancora non è riuscito a riconoscere che il passaggio all’Euro è stata una delle più grosse fregature che il popolo italiano abbia mai preso.
Però alla fine non ce n’è: siamo in recessione. Prendiamone atto, piantiamola di perdere tempo e cerchiamo di comprendere quale sia la verità dei fatti che ci hanno portato a questo livello.
Dopodichè rimbocchiamoci le mani e agiamo di conseguenza. Rinnovando una classe politica del tutto incompetente ed obsoleta, ad esempio. Relegando bacchettonismi religiosi ed etici in uno sgabuzzino che torneremo ad aprire fra qualche decennio, magari. Ma soprattutto smettendo di vivere una vita di sonno pesante, durante il quale il sogno la fa da padrone, intanto che qualche altro “addormentato” ma con delega da parte nostra continua a fare danni indisturbato.
Italia in recessione “tecnica”. L’UE indora la pillola.
Sull’ANSA di poco fa, la notizia che l’Unione Europea dichiara uno stato di “recessione tecnica” per l’Italia, prevedendo un’ipotetica ripresa per il 2010.
Potranno anche aggiungere quel “tecnica” dopo “recessione”, ma il succo non cambia. In Italia la recessione c’è. Era ora che qualcuno si decidesse a dirlo.
E’ da diversi mesi che le persone se ne sono accorte, ma come sempre i governi prima di ammettere qualcosa di spiacevole, e come in questo caso pericoloso da dire, ci mettono un sacco di tempo.
Un po’ come la chiesa, che ci ha messo qualche secolo ad ammettere di aver fatto delle puttanate egregie con l’inquisizione e le crociate, o come il mondo politico che ancora non è riuscito a riconoscere che il passaggio all’Euro è stata una delle più grosse fregature che il popolo italiano abbia mai preso.
Però alla fine non ce n’è: siamo in recessione. Prendiamone atto, piantiamola di perdere tempo e cerchiamo di comprendere quale sia la verità dei fatti che ci hanno portato a questo livello.
Dopodichè rimbocchiamoci le mani e agiamo di conseguenza. Rinnovando una classe politica del tutto incompetente ed obsoleta, ad esempio. Relegando bacchettonismi religiosi ed etici in uno sgabuzzino che torneremo ad aprire fra qualche decennio, magari. Ma soprattutto smettendo di vivere una vita di sonno pesante, durante il quale il sogno la fa da padrone, intanto che qualche altro “addormentato” ma con delega da parte nostra continua a fare danni indisturbato.
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