Ricerca della Verità e meditazione 15 – Un primo punto fermo

Come abbiamo visto, sussistono moltissime “sfighe” che in occidente rendono difficile, se non impossibile, “partire” alla ricerca della Verità, per problemi semplicemente culturali.

In altre parole, l’uomo occidentale nasce, vive e cresce in un ambiente che lo porta a rifiutare come ciarlatanerie moltissime cose che nascono con l’unico scopo di rendere possibile una qualche forma di indagine sulla verità dell’universo che ci circonda. Dalla New Age alle varie religioni, dalla morale alla paura della morte e della vita, dalle veline al denaro… tutto contribuisce a creare un’immagine “mistica” della ricerca che porta inevitabilmente a non prenderla neppure in considerazione.

La meditazione, ad esempio, viene intesa sempre come qualcosa di “religioso”, o “mistico”, o altro. Ma di fatto si tratta di una tecnica. O meglio di una serie di tecniche. Il fatto che tramite queste tecniche si possano toccare stati di coscienza così sensibili da poter sperimentare aspetti della realtà ordinariamente non percebili, non ha nulla a che vedere con la sdolcinata e assolutamente debosciata immagine che ci è stata propinata finora.

Se qualche centinaio di anni fa ci fossimo presentati in un villaggio della bassa padana con un computer portatile, e avessimo fatto vedere un film porno alla popolazione, molto probabilmente saremmo stati messi al rogo e bruciati con l’accusa di stregoneria.

Oggi, allo stesso modo, quando qualcuno si presenta in occidente con una tecnica di respirazione associata a una visualizzazione simbolica, invariabilmente c’è qualcuno che si mette a gridare alla “setta”.

Parimenti, se ci recassimo in una scuola elementare indiana, molto probabilmente i bambini del luogo saprebbero mettere in pratica la stessa tecnica con un’efficacia ed un’immediatezza tali da lasciare stupito qualunque occidentale.

O anche, se qualcuno si mette a parlare a Roma o Milano di reincarnazione, verrà preso per il culo da molti, all’incirca lo stesso numero di quelli che in India rifiuteranno un prete che tenti di proporre l’eucaristia.

La differenza però è che quelli che prendono per il culo l’idea della reincarnazione lo fanno sulla base del cosiddetto “metodo scientifico” (non ci sono prove quindi non esiste), mentre in India quelli che rifiutano di credere all’eucaristia porteranno a loro sostegno alcuni testi, in cui tecniche che oggi cominciano a trovare un riscontro negli esperimenti occidentali, sono descritte per filo e per segno, con tanto di descrizione degli effetti a breve, medio e lungo termine.
Inutile dire che i suddetti testi sono stati scritti molto prima della più antica datazione di Bibbia, Vangelo, Corano o qualunque altro testo religioso vi venga in mente.

Insomma la sintesi è che il motivo per cui in occidente la sola parola “meditazione” produce genericamente un istantaneo contorcimento di budella è che qualcuno si è dato parecchio da fare perchè questo avvenisse.

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Gianluca

Questo articolo lo vorrei urlare al mondo. Ma mi accontento di continuare a proporre questi principi alle persone che mi stanno vicine, che già di prese per il culo me ne becco a sufficienza. Comunque per fortuna i giovani d’oggi essendo più smarriti dei giovani degli anni 70 80, non hanno pregiudizi cosi radicati come questi ultimi.
Speriamo i una rivoluzione culturale e scientifica.
Grazie dell’articolo