Cos’è la Meditazione?
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In questo video cerco di dare la mia risposta, derivante dalla mia personale esperienza sul campo ad una domanda che molte persone, giustamente, si pongono, ovvero: “Cos’è la meditazione?”
Benché definire la Meditazione sia poco più che un esercizio intellettuale, data la natura della stessa, trovo comunque sensato fornire un punto di vista che, appunto in quanto del tutto esperienziale, ritengo essere un pochettino fuori dalle righe.
In buona sostanza, la Meditazione è uno stato di coscienza che esula dall’ordinario (molti lo definiscono “alterato”, ma la realtà è che è quella che viene abitualmente definita “coscienza” ad essere alterata).
La possibilità di sperimentare questo stato è sempre esistita, da un certo punto della storia dell’umanità in poi, a prescindere dalle metodiche utilizzate per raggiungerlo. La Meditazione non è appannaggio di questa o quella via, metodo, tecnica o sistema. La Meditazione è uno stato oggettivo, a cui si può accedere indipendentemente dalla tecnica utilizzata per farlo. Quindi questo stato di coscienza esula da qualunque tradizione, collocazione geografica o storica.
Semmai, e questo è verissimo, sono praticamente infiniti i diversi livelli di profondità sperimentabili di tale stato e questo è innegabile.
La Meditazione è uno stato all’interno del quale si permane e che porta, tra le altre cose, ad una progressiva disidentificazione da sempre più elementi impermanenti, all’interno del quale si toccano livelli di percezione la cui oggettività è, abitualmente, sempre maggiore. Questa percezione porta alla realizzazione di porzioni progressivamente più dilatate della realtà, realizzazioni che poi si “portano con sé” all’uscita dallo stato e che producono una diversa visione del mondo che sperimentiamo quotidianamente.
Viene da dire che questa visione diventa progressivamente sempre meno illusoria e più oggettiva, comportando una crescita a tutti i livelli.
Ora, prendiamo in esame l’espressione “Ricerca Interiore” che da sempre viene associata a “Ricerca della Verità”. Perchè questa associazione? In realtà non è difficile da spiegare. La ricerca della verità è quella ricerca a cui è da sempre spinto l’uomo: si cerca la verità ultima, la “verità vera” come la definisce Altieri, nel senso di una traenza interna verso quella che si percepisce come la verità omnicomprensiva finale. Qualcuno la chiama così, qualcuno la chiama Dio, altri in mille altri modi, ma alla fine… sempre cocuzza è come dicono in Sicilia; si tratta cioè sempre di una verità completa, che contenga tutto ciò che esiste, materiale, spirituale o altro.
Una tale verità deve comprendere in essa qualunque cosa esista, quindi tutto deve essere compreso in essa. Proprio da questo deriva che qualunque cosa, anche un minuscolo atomo, deve obbligatoriamente contenere, anche se magari solo in potenza o principio, tutto ciò che esiste. E questo perchè se così non fosse, ciò significherebbe che esiste un punto della verità in cui essa non c’è “tutta”: ergo quella non sarebbe la verità omnicomprensiva che andiamo cercando. Di conseguenza, anche al nostro interno deve essere contenuta la verità nella sua integrità. Ecco spiegato perchè si parla di ricerca interiore come sinonimo di ricerca della verità. E la si cerca all’interno perchè l’esterno non è per noi in alcun modo sperimentabile in modo oggettivo, essendo da noi separato, quantomeno fino a che non ci eleviamo oltre tale (illusoria quanto effettiva) separazione.
Ecco perchè la Meditazione, o meglio l’entrata e la permanenza in tale stato, sono lo strumento principale e sostanzialmente indispensabile per qualunque tipo di ricerca interiore, a prescindere dalla tradizione o dalla via all’interno della quale ci si sta muovendo, proprio in virtù della sua oggettività.
Nessuna via è meglio o peggio di un’altra. Può essere più o meno adatta a ciascuno di noi ed essere più o meno efficace, ma se il suo scopo è la ricerca interiore, o della verità che dir si voglia, allora non può prescindere da quello stato coscienziale definito meditazione.
Il problema occidentale deriva dall’effetto prodotto dal movimento New Age e dalla fortissima tendenza alla superficializzazione che ne rappresenta la caratteristica principale, che hanno portato alla perdita della coscienza della reale natura della Meditazione. Tramite il movimento New Age infatti, abbiamo cominciato innanzi tutto a confondere lo stato di Meditazione con le tecniche usate per raggiungerlo. Successivamente, come se non bastasse, abbiamo iniziato ad identificarlo con uno stato mistico.
Ora… è vero che, prima o poi, la mistica si incontra all’interno della Meditazione e questo perchè la nostra esperienza, sempre più profonda all’interno di questo stato di coscienza, arriva ad un certo punto a toccare principi di grande levatura.
Ma è altrettanto vero che lo stato mistico in questione non deve essere confuso con quegli stati emotivi, più o meno piacevoli che spesso si attivano durante la pratica meditativa. Si tratta di stati che, per quanto raffinati rispetto all’ordinario, sono pur sempre stati emotivi e quindi del tutto estranei allo stato di meditazione che invece si propone proprio come qualcosa di sovraemotivo (non solo, ma anche), nel senso che le emozioni, come i pensieri, si trovano al di sotto della soglia della meditazione e pertanto diventano insignificanti.
Può succedere che un’emozione, anche fortissima, venga generata durante la Meditazione, ma in questo caso tale emozione fluisce in qualche modo intorno a noi, esattamente come l’acqua di un torrente gira attorno ad una pietra, per scorrere a valle.
Ecco, ho cercato di dare una definizione da un punto di vista di tecnologia interiore di quello che ho finora sperimentato e compreso di questo stato. Di più posso solo dire che, fino a che se ne parla e non si pratica, non è meditazione ma speculazione mentale.
Ci si vede in giro!