De Andre’, Toto’, i Beatles, il Duce, Battisti, la Fracci, Manzoni… l’Italia vive nel passato.

Leggevo sull’Ansa dell’ennesima commemorazione di De Andre’. Un grande poeta e cantautore, non c’è dubbio… e lo stesso per tutti quei modelli di musicisti, artisti, uomini politici etc etc  che l’Italia continua in un modo nell’altro a riverire e ricordare.

E’un fenomeno tutto italiano questo, e spesso legato all’avvicendamento generazionale. Dubito infatti che coloro che oggi hanno un’età tra i 17 e i 22 anni consideri un Totò come modello di comicità o lo stesso De Andre’ come un modello di musicista.

Ma allora perchè gli articoli sui giornali e sui media, quando parlano di miti di una qualche forma non smettono di rivangare il passato e non si dedicano ogni tanto a qualche contemporaneo?

Forse perchè i giornalisti e coloro che si dicono dotti ed opinionisti non hanno alcuna conoscenza di quello che oggi si trova sul palcoscenico italiano, e non solo in senso letterale.

La TV di stato ha di recente mandato ancora in onda le comiche di quei due gay deficienti di Stanlio e Ollio. Sono stati dei grandi, d’accordo. Sono quelli che hanno inventato le comiche, d’accordo. Ma adesso basta!

Esistono dei signori comici oggi: Claudio Bisio, Gigi Proietti, per citarne due già “vecchi”, o Paolo Migone (il livornese di Zelig con l’occhio nero).

Esistono dei giovani compositori in gambissima, vedi Giovanni Allievi, dei giovani politici, dei giovani cantanti… insomma giovani in tutti i campi che devono continuamente sudare a causa dei “mostri sacri” del vecchiume italiano contro cui devono costantemente confrontarsi.

Da noi pensiamo ancora a Carla Fracci e Luciana Savignano, quando ci sono ballerine come Eleonora Abbagnato, che è etoile, ha 31 anni, e danza come una dea.

In Italia, i programmi di letteratura alle superiori si fermano ancora ai primi del novecento, ma in genere non ci arrivano, perchè insistono sempre sulle letterature del secoli scorsi… ma dateli da leggere come compito a casa ‘sti cazzo di Promessi Sposi, e fateci quattro risate sopra, non passateci sopra i quadrimestri a farsi le seghe mentali su quello che il Manzoni voleva o non voleva intendere! E poi giù di Eneide, Odissea…. ma facciamo leggere Calvino, Pavese, Ammaniti,  piuttosto, o Hemingway, o Shakespeare, (e perchè no? Anche un Dan Brown, tanto per capire come NON si dovrebbe scrivere).

L’Italia è l’unico paese dove le Belle Arti possono fermare lo sviluppo di una città perchè si trova un’anfora o una necropoli romana. E chissenefrega dei romani. Sono morti. Sappiamo praticamente tutto di loro. In particolare che erano ovunque, e hanno lasciato anfore ovunque sono andati.  Ma soprattutto… abbiamo già tutto il materiale possibile e immaginabile su di loro.

I nostri uomini politici hanno dai 60 anni in su, salvo rare eccezioni. Che se ne vadano a casa, tutti! E che si facciano sostituire da qualche nuova generazione. Ma che senso ha avere un presidente del consiglio di 70 anni?

Per forza che poi in Italia i giovani delle nuove generazioni non sanno che cazzo fare nella vita… li obblighiamo a vivere costantemente i nostri ricordi, invece di lasciare che si creino i propri!

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16 Commenti
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Mauro

Condivido pienamente! Ebbasta!!! Leggiamo Camilleri, Faletti (ecc.), ascoltiamo – oltre al bravissimo Allevi – Cremonini, Ferro, Elisa, guardiamo danzare Bolle… E poi, tutti i bravi giovani del cinema, registi, attori, sceneggiatori; i disegnatori (perché a scuola non si studiano Hugo Pratt, Manara, Pazienza? L’italia non è solo Giotto o Michelangelo!).
Dài, facciamo una battaglia per i giovani… Siamo un paese di vecchi (e bacucchi): abbiamo bisogno di loro!

dimaco
Reply to  Mauro

posso essere d’accordo su molte cose con te. ma paragonare de andrè a cremonini?
suvvia siamo seri. de andrè verrà ricordato sempre.perchè le sue canzoni(poesie meglio detto) sono assolutamente attuali.
verrà ricordato come pasolini (che non viene studiato a scuola, un sacrilegio), ma dire che cremonini sia più attuale di de andrè questo no. uno che fa questa constatazione non ha il livello intelettuale per capire il messaggio intrinseco.
elisa che ho avuto il piacere di conoscere quest’estate è un’ottima artista dotata bella voce, ma non verrà ricordata come de andrè. le sue canzoni non faranno discutere sulla loro profondità e non saranno mai oggetto di dibatttito.

Mauro
Reply to  dimaco

E comunque, Dimaco, non intendevo affatto “paragonare”. Per me De André è un poeta indiscutibile, ma si parlava di nuove generazioni e di “spazio” perché possano esprimersi.
Sono abbastanza vecchio per ricordare quando De André era considerato un anarchico pericoloso e l’Italia ascoltava Claudio Villa e Massimo Ranieri (per non dire di Tenco che si suicidò scrivendo che «in un Italia che premiava a Sanremo “Io tu e le rose” non c’era spazio per lui). Noi giovani ascoltavamo loro e i media trasmettevano Villa, Orietta Berti, la Cinquetti ecc.
Oggi succede la stessa cosa. Se ti fermi a De André [e Gaber, non vogliamo citare uno che in vita è stato snobbato e adesso si scoppia di tributi postumi da parte di quelli che non lo trasmettevano mai…] e a tutti i grandissimi di quella generazione (sarebbe un elenco lunghissimo) ti adegui a quel processo stantio che magnifica il passato per negare il cambiamento.
Bach, Mozart, Wagner, Puccini erano grandissimi. Poi sono arrivati gli anni Settanta. Oggi siamo nel nuovo millennio: sveglia!
P.S. personalmente Cremonini mi orripila, ma sento parlarne i giovani, e allora mi faccio venire un dubbio… Naturalmente per quello che mi permette il mio scarso livello intellettuale, dopo aver scritto 22 libri, dal ’70 al ’90 proprio sugli autori che citi tu (De André e Pasolini compresi). Ciao, neh…

dimaco
Reply to  Mauro

ho scritto di getto perchè ritengo un delitto paragonaree de andrè e cremonini sul quale condivido pienamente i giudizio. purtroppo mi sfugge chi tu sia. ho letto molti libri ma se mi dici cos’hai scritto magari ne ho letto qualcuno. non si sa mai. non era mia intenzione offendere, ma certe volte mi scaldo per poco. io ho detto che le canzoni di de andrè sono attuali. e visto che tu sembri avere vissuto quei tempi in cui furono scritte, non puoi negare la loro validità e attualità nel mondo di oggi.
che poi come ho scritto sono pienamente d’accordo con quello che hai scritto. e con il post in generale.
è innegabile che i govani autori oggi siano schiacciati da una preponderante presenza dei miti del passato con i quali è difficilissimo competere. è anche innegabile che la generazione attuale è molto sterile dal punto di vista artistico a parte delle eccezzioni. perchè tutti possono scrivereUN libro ma nn tutti sanno scrivere IL libro. tutti sanno scrive una poesia, ma solo alcuni sanno scrivere poesia.
comunque ti chiedo scusa publicamente per il mio precedente commento.
dimmi dove posso trovare uno dei libri che hai scritto.

dimaco

forse la risposta che posso darti è quella giusta:
l’italiano vive del suo passato. come una pin-up che si trucca e va dal chirurgo per non vedere e convincere se stessa che il tempo non stia scorrendo. però quello che fa è solo l’illusione di fermare il tempo.
tempo fa ho usato come esempio per questa cosa il festival di sanremo, legato a nomi come claudio villa modugno. si continua a vivere di fasti passati senza saper rivoluzionarsi e adeguarsi al tempo che passa. sono rimasti fermi agli anni 50-60. si è rimasti fermi al boom economico e si è tentato di congelare tutto a quel periodo.quando tutto andava bene cercando di evitare qualsiai contaminazione che spezzasse quell’incanto. invece il mondo coinua a girare e le cose vanno avanti. questo è il punto. non si vive di fasti pasati riducendo coloro che vogliono emergere a semplici fatti temporanei. un discorso che può valere anceh in un discorso familiare. il padre pretende sempre di aperne di più del figlio perchè ha vissuto e quello che dice lui è sempre giusto. posssiamo sintetizzare così la cosa

myway
Reply to  dimaco

Trovo che ogni volta che si presenta un personaggio capace di esprimere qualcosa che tocca in profondità viene guardato con il sospetto di chi ha paura di essere destabilizzato quindi viene nascosto, nella migliore delle ipotesi……Poi, da postumo, lo si riscopre, forse perchè facilmente controllabile in quanto deceduto, come se ora, sicuri che non possa più irrobustirsi con il successo possiamo raccogliere il genio che ha lasciato e farne quel che ci piace, anche una bandiera…..in realtà De Andrè, all’epoca in cui scriveva, era controllato dai servizi segreti. E comunque, questo meccanismo è soffocante per chiunque abbia desiderio e capacità artistiche. Forse, uno che è riuscito a tirarsene fuori è Vasco Rossi che, pur arrivando ultimo al festival di sanremo si è fuso con la folla, dilagando, a quel punto, inarginabile.

Franz
Reply to  myway

E tra l’altro Vasco è uno dei pochi che mettono d’accordo “grandi e piccini”…

Franco Giamba

Io ho una considerazione. Direi che stanno riproponendo tutto ciò ke tocco, nella gioventù, i 40enni ed i 50enni attuali.
La serie Happy Days, il rifacimento di Starsky & Hutch, Hazzard, riproporre cantanti ke appunti i 40-50enni di oggi ascoltarono da giovani. [De Andrè e poki altri li escluderei da quello ke dirò, perkè LORO furono un … di più. De Andrè fu … come dire il Chaplin di “tempi moderni” o del “grande dittatore” (ricordare QUANDO li girò, il contesto sociale e cosa accadeva nel mondo ed il coraggio ke ci volle). De Andrè parlo della morte, di Gesù della guerra… della politica … insomma cose tabù ancora OGGI]. Va be sto andando fuori tema. Vengo al dunque di cosa penso davvero.
Credo che sia una manovra commerciale. Andare a “toccare” una popolazione elevata nel numero. Le “crisi” della età ke ti fanno riguardare con una lacrimuccia le cose di allora e ke ti fanno ricordare come eri allora. Una cosa commerciale proposta al numero + elevato possibile di persone … e ke hanno ancora il “potere” di consumarle.
I ragazzini? Già hanno una miriade di idoli, Gli anziani? + basso potere di consumo e più distaccati oramai, inoltre “avevano meno cose, difficili rispolverarle”.
Noi 40-50enni siamo un terreno FERTILE perkè queste cose attecchiscano, mi pare ke tranne poke eccezioni Cremonini …. non ci faccia impazzire 😉 e comunque, visto ke De Andrè … mi non si pensa possa piacere anke ai più giovani? Impatto commerciale a larga forbice.
E non è solo una cosa “italiana”, anke se credo ke da noi (eterni giovani ke viviamo con mamma è papà a 40 anni) è più accentuata.
Saluti a tutti

gloria

a mio parere il più grande di tutti è Battisti, completo nel vero senso della parola. de Andrè sarà stato anche un bravissimo poeta ma faceva anche venire il sonno.

Umberto Veronesi

Non so, qualcosa mi dice che le cose non stiano così. Secondo me semplicemente esistono talenti artistici superiori, destinati a superare l’esame del tempo e talenti atti ad avere gloria solo nel presente. Ma anche nel presente ci sono questi talenti superiori (scusate, ma il sonno ed il vino rendono il mio linguaggio quasi imbarazzante). Mi spiego per esempi. Attori contemporanei a Totò ce ne furono decine. Quasi nessuno è arrivato ad oggi. Molti sono stati dimenticati. Scrittori come Manzoni a lui contemporanei ce ne sono stati pochi, nonostante vi fossero moltissimi scrittori di calibro inferiore, attualmente sconosciuti. Oggi abbiamo Umberto Eco, Alessandro Baricco, Antonio Tabucchi e forse basta, in Italia, che a mio modesto parere passeranno e verranno letti anche tra 50 anni. Poi ci sono i Faletti, i Camilleri e compagnia bella, che oggi sono qualcuno, ma che tra 10 anni nessuno leggerà più. Al tempo in cui De André incideva Il gorilla c’erano decine di cantanti ascoltati, che ora abbiamo scordato totalmente. Alloria diamo il giusto peso artistico e apparirà tutto più semplice. Ovviamente se penso a Cremonini metto la mano e qualunque altra parte anatomica sul fuoco che nel 2025 nessuno saprà chi sia stato. Però sono ugualmente certo che Vasco Rossi in tanti lo sapranno. Non penso che c’entri il restare attacccati al passato, ma solo che ci sono artisti che valgono indipendentemente dal contesto storico ed artisti che valgono solo in un determinato contesto storico e culturale. Per cui Totò è considerato il principe della risata oggi come lo era 10, 20, 30 e 40 anni fa. Sordi idem (tempi differenti). Probabilmente Benigni potrà passare, ma un Bisio (che io adoro, così come Albanese, così come Aldo, Giovanni e Giacomo) è troppo legato ad un contesto socio-culturale e quindi storico, per cui tra 20 anni non faranno più ridere e verranno scordati. Non so se mi sono spiegato, ma abbiate pazienza: i miei neuroni dormono tutti tranne un paio, che stanno cercando le sigarette… ‘Notte.