Geolocation, un rischio per la privacy. Ma quale privacy?
Geolocation, ovvero un sistema per localizzare qualcuno sulla faccia della terra.
Fino a poco tempo fa non era pensabile, oggi è più o meno la norma. L’articolo su ANSA di ieri lascia il tempo che trova, lanciando l’allarme sul fatto che i servizi in questione rischiano di invadere la nostra privacy.
Il punto è identico a quanto riguarda le armi. A tutti gli effetti, gli unici a non poterci fare nulla siamo noi, privati cittadini. Tutte le istituzioni, bene o male, possono invece sapere tutto di tutti. Forse non ancora in Italia, ma nel resto del mondo è garantito al limone verde.
Non passerà comunque molto tempo prima che anche da noi la tracciabilità diventi totale. Basta aspettare un minimo di livello di integrazione tra i network dei vari servizi, ed il gioco è fatto.
Facciamo un esempio: vi svegliate al mattino e accendete il cellulare: la rete telefonica vi individua immediatamente in base alla cella di trasmissione. Comunque non c’era bisogno di accendere il cellulare, dato che ormai spero non sia più un segreto per nessuno che anche con l’apparecchio spento l’antenna rimane comunque alimentata.
Ad ogni modo uscite di casa, andate al bar, e per farlo passate davanti alla banca. Il vostro volto viene ripreso dalle telecamere di sicurezza esterne. Il software di riconoscimento facciale effettua una scansione per vedere se la vostra faccia appartiene a qualche terrorista. Voi intanto prelevate 100 euro al bancomat. Il vostro movimento di conto corrente viene registrato sui computer della banca, e il saldo disponibile della vostra tessera aggiornato sul territorio nazionale.
Dopo il caffè salite sulla macchina, quella con l’antifurto satellitare, e lei comunica immediatamente a tutto l’universo che vi state spostando, insieme al cellulare. Imboccate l’autostrada, e il telepass vi apre il passaggio, non prima ovviamente di aver comunicato a tutta la rete autostradale che siete passati di lì, ovviamente insieme al cellulare e all’antifurto satellitare.
Dopo mezz’ora vi fermate all’autogrill per fare benzina. Le telecamere di sicurezza vi inquadrano insieme alla targa. Voi pagate la benzina con la carta di credito, ed il database dei servizi interbancari viene aggiornato con la transazione appena eseguita, ovviamente con i dati dell’esercente, quindi ora e luogo in cui avete usato la carta di credito (e quanta benzina avete comprato) diventano immediatamente noti.
Lungo tutto il tragitto i sistemi Tutor continuano a fotografarvi la targa, insieme al cellulare e al satellitare dell’auto che continuano a dire dove siete.
Facciamola breve e arriviamo in ufficio. Strisciate la tessera nel rilevatore presenze, giusto? Eccovi arrivati! Poi andate al lavoro e accendete il pc. Il server aziendale rileva che avete iniziato a lavorare, e registra tutte le vostre attività su internet.
Quando andate ad aggiornare il profilo su facebook anche internet sa chi siete, da dove vi collegate, e tra le altre cose chi sono i vostri contatti, dei quali è in possesso della medesima classe di informazioni.
Fermiamoci qui per ora, mi sembra sufficiente quanto descritto per chiarire che ad ogni passo o quasi della nostra giornata, vi è un sistema elettronico che sa dove siamo, o cosa stiamo facendo (che più o meno è lo stesso), e che con molta probabilità comunica i vostri dati a qualcun altro.
L’unica cosa che ci difende dalla completa e costante reperibilità, almeno in Italia, è l’ancora basso livello di integrazione tra le basi dati dei vari servizi, almeno a livello ufficiale.
Ma voi davvero siete disposti a credere che un governo che fa una legge perchè i suoi esponenti non siano condannabili, e perchè nessuno possa dire a che la legge è sbagliata, non abbia già aperto tutti i canali possibili per integrare i dati disponibili?
Allora veramente siete degli illusi!
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Se poi la sera vi fermate alla macchinetta a comprare le sigarette dovete inserire la tessera sanitaria (o codice fiscale per chi ancora lo adopera) per poter effettuare l’acquisto…
La cosa che mi fa spanciare dal ridere, ma che forse è ancora creduta da molti, è che stanno ancora cercando boss mafiosi, terroristi nazionali e internazionali, E NON SANNO DOVE TROVARLI!!!
Da morire dal ridere!
Non ci crederai ma l’unico che hanno cuccato, che mi pare fosse Riina, l’hanno individuato perchè ha acceso il satellitare. Intestato a lui!
Ricordo che, quando arrestarono Riina, la moglie in un intervista televisiva disse: “Me l’hanno venduto”.
Altrochè se sanno!!!