Sovvertire per castrare, simbolismi ribaltati: la svastica
C’è un gioco che alcuni amano: quello di prendere dei simboli dal significato originale positivo, e trasformarli nel loro opposto esatto. In questo modo si ottiene l’ovvio risultato di sottrarre qualcosa di utile all’umanità, che non lo userà mai più convinta della sua nefandezza.
Non si tratta solo di simboli, ma anche di valori. Valori dal contenuto intrinseco indiscutibile, ma che vengono presentati come negativi.
Un primo esempio, conosciuto da tutti, è quello della svastica.
Questo simbolo affonda le sue origini in tempi estremamente antichi. Giusto per dare un’idea, la svastica compare nella cultura indiana, in quella giapponese, celtica, precolombiana e araba, oltre ovviamente a quella cristiana e precrististiana.
In realtà le prime tracce conosciute di questo simbolo risalgono addirittura al paleolitico (ho detto le prime tracce conosciute… nessuno vieta che possa essere più antico…)
Nella cultura indiana genera alcune posture di Yoga, di cui la più conosciuta è appunto Svastikasana (il termine Svastika viene proprio dal sanscrito). In quella greca compare ovunque, come ornamento simbolico (le famose “greche” altro non sono infatti che svastiche concatenate). In quella giapponese è presente su moltissimi templi, e in modo particolare nelle scuole di un’arte marziale nota come Shorinji Kempo.
La svastica è un simbolo dai contenuti evolutivi per eccellenza. E’ collegata al sole e al concetto di rotazione, oltre che a quello di croce (il cui simbolismo non è legato a quella cattolica, ovvero strumento di tortura, ma ha una serie di contenuti strettamente legati ai concetti dei numeri 4 e 5).
Il concetto stesso di svastica è qualcosa di strettamente legato ad un’evoluzione dell’uomo.
Ma oggi, se voi vedete una svastica, non pensate a tutto questo. Pensate al nazismo, ovvero quanto di più oscuro e involutivo si sia piantato nella testa delle persone nell’ultimo secolo.
Ma veramente si può pensare che non sia stato fatto apposta?
No, non lo penso, ma… appunto; la questione è legata al pensare.
A sentire le ardite vette di arguzia raggiunte da intellettuali e giornalisti, ad ascoltare il livello di cultura del sig. Rossi, bene espresso nei
programmi televisivi e nella comunicazione giornalistica, si direbbe che il pensare sia uno sport non più di moda.
Mi pare chiaro che da molto tempo sia in atto un “disegno”, che ha come obbiettivo sfruttare risorse naturali e umane per il profitto di
pochi, e che ha come conseguenza (secondaria?) la bestializzazione, l’ involuzione dell’ essere umano.
Stai scrivendo post interessanti sul sovvertimento come metodo di superficializazione, di imbarbarimento, bene.
La questione è: quanti si sono resi conto della superficialità con cui si affronta la vita, quanti vivono il sesso come un incontro più o meno
profondo, e non come un soddisfacimento di bassi pruriti, quanti si sono chiesti cosa si nasconde dietro un simbolo?
Di sicuro molti di quelli che leggono questo blog, ma a guardarsi intorno, gente, c’è da preoccuparsi.…
Si Sting c’è da preoccuparsi. Ma neppure il catastrofismo stimola molto l’evoluzione. Insomma anche mia nonna diceva che i giovani (quelli che oggi hanno 75 anni per intenderci) non pensano, ed è dall’epoca della mia infanzia che sento i meno giovani lamentarsi dei tempi moderni.
Io credo che l’umanità abbia i suoi tempi e i tempi sono molto, molto lunghi. Indubbiamente il guaio è che questa immaturità porta molta sofferenza, purtroppo.
Tuttavia non è vero che nessuno pensa, che nessuno si fa delle domande; molti non trovano risposte, molti si sentono esiliati a casa loro, soli, immersi in un mondo decisamente superficiale, e rinunciano. Ma questo popolo invisibile è un grande popolo; percentualmente il numero è forse un po’ deludente ma numericamente parliamo di tante persone…
Condivido tutto quello che dici, a parte il fatto che se fossero solo i giovani che non pensano, andremmo ancora piuttosto bene. Tra l’altro ne conosco alcuni che (pare strano) mi fanno molto ben sperare, e, guarda caso sono figli di persone che non guardano la “fattoria”.
Il buco nero lo vedo nei genitori dei giovani!!
Buona giornata.
A proposito di sovvertimento dei simboli e di nazismo, un’altro bellissimo simbolo mostrato in modo “negativo” dai nazisti è stata la Runa SOWELU (riportata addirittura doppia sulle divise delle SS, forse per rafforzarne la “potenza”). Anche Sowelu (come la Svastica) è un simbolo antichissimo. Questo fa parte dell’antico linguaggio Germano ‑Scandinavo conosciuto come RUNE. Se non erro anche Sowelu è associata al Sole, e rappresenta la salute, il vigore, la forza vitale. Mentre nel cammino spirituale la Runa Sowelu simboleggia il super io dell’aspirante all’iniziazione (così leggo su un bellissimo libro intitolato: Il manuale delle Rune, ed.Hobby & Work). Una cosa che mi sembra utile mettere in evidenza (a proposito della svastica e di sowelu, e del perché sono state usate dai nazisti) è l’usanza diffusissima presso gli antichi popoli nordici di ornare le armi, gli scudi e l’abbigliamento con quelle rune che potevano conferire la vittoria in battaglia. Infatti, per loro, le rune erano dei simboli magici che, usati con conoscenza e potere, potevano soddisfare ogni desiderio. Probabilmente Hitler e i suoi accoliti hanno sbagliato in qualcosa (per fortuna).
Specifico, per chi non sapesse, che la runa Sowelu è quella che campeggia nel simbolo delle SS, ripetuta due volte.
Grazie Giuseppe