Il silenzio è d’oro. No, è l’oro che è fatto di silenzio.
Nella vita umana ormai il rumore è il re.
Il rumore che abbiamo in casa, quello del vicino che passa l’aspirapolvere, quello dei mezzi in strada. E quando proprio non c’è nessuno di questi, il rumore delle nostre parole. Un rumore che non cessa mai, neppure quando siamo da soli e lontani da occhi indiscreti parliamo da soli.
E se riusciamo ad essere così castrati da non riuscire a fare nemmeno questo, il pensiero non ci abbandona mai. Quella chiacchera continua della nostra mente, che ci tiene compagnia anche mentre la nostra presunta consapevolezza sfuma nel sonno.
Il rumore è un sottoprodotto dei nostri anni, della tecnologia e del pensiero organico. Qualcosa che ci ha talmente accompagnato fin dalla nascita che ora non possiamo più farne a meno. Piuttosto che niente accendiamo la televisione, la radio, l’MP3.
Eppure se l’uomo provasse a fermarsi ogni tanto, a smettere di vivere proiettato nel futuro, o nel passato, a seconda dell’età che ha, potrebbe capire che c’è anche un presente da vivere. Un presente istantaneo, concentrato in un unico quanto temporale, il cui successore non è garantito, e neppure probabile, solamente potenziale, di cui non ci dovrebbe fregare nulla.
Non importa se ci sarà o no un altro quanto. Il quanto importante è questo. Unico e inderogabile, il solo che abbiamo a disposizione, l’unico in cui può vivere il nostro corpo. Corpo che alla stessa stregua della mente, non riusciamo a mantenere immobile nemmeno per un istante.
Perchè siamo nella mente, quella che si pre-occupa, che vive in quel futuro di Avalon di cui non esiste non solo certezza, ma neppure garanzia della potenzialità, oppure siamo nelle emozioni, che scaturiscono dall’esperienza, e quindi da un transito che non è più, da un vecchio che mai potrà tornare ma che noi continuiamo a cucchiaiare avidamente come da un barattolo di nutella.
Ma se solo riusciamo a stare immobili con il corpo, la mente prima o poi segue, e i pensieri si rarefanno, anche se non prima di aver dato battaglia, vinta molte volte e persa poche. Oppure al contrario, se immobiliziamo la mente, il corpo rimarrà statico, non avendo un futuro verso cui tendere.
E allora si che, in rari momenti di grazia che possono valere una vita di sforzo, potremmo accedere ad un istante di silenzio.
Un solo singolo istante, ma che può dare un senso a quello successivo. Perchè in quel singolo istante, potremmo scoprire con insolita chiarezza che al momento in casa non c’è nessuno.
…parole sante…!
bell’articolo Franz…
Thanks.. :beer:
si, benfatto!
:beer:
oh yes ! posso unirmi alla bevuta? :beer:
:coffee: se no mi sbronzo!!! :smirk:
:beer:
E’ lo stupido chiacchiericcio della nostra mente il rumore più assordante, che ci disorienta, senza che neanche ce ne accorgiamo, e ci rende stupidi, se non folli. E non ci accorgiamo nemmeno, cosa ancor più grave, che esso viente stimolato e condizionato continuamente dal continuo bambardamento dei media, TV in primis.
Hai ragione, cerchiamo il silenzio, perchè nel silenzio è la nostra libertà.
Alan