Rifacimento di Fame di altra epoca, il remake americano ripropone le storie e le avventure degli artisti di domani alla Juliard School di New York.
Abbastanza ben recitato, raccoglie giovani talenti nel cast (quasi tutti già visti di qui o di là) che danno però vita a personaggi poco credibili e caricaturali, a tratti macchiettistici.
Al di là delle esibizioni dei singoli (Incredibile “On my own” cantata da Natori Naughton con una voce a dir poco stellare) e di alcuni momenti nell’aula di teatro, alla fine il film non convince. Sarà forse anche colpa di un doppiaggio in alcuni casi decisamente sottotono ma alla fine il ritmo è disomogeneo, spesso frettoloso nel voler far passare quattro anni di scuola in un’ora e mezza.
Si mostrano le storie più o meno lacrimevoli di alcuni, qualche fregatura e qualche esperienza amorosa. Ma finisce lì.
Presi uno per uno i protagonisti sono bravi nei rispettivi campi artistici ma alla fine è un casino in salsa adolescenziale; poca profondità nei dialoghi, nessuna descrizione della fatica, dei sacrifici che questi ragazzi devono affrontare, poca credibilità nei rapporti umani.
Manca il cuore. Mancano i chilometri dei protagonisti, come si direbbe nel blues. La storia alla fine è irrilevante, non lascia nulla.
E’ costruita a tavolino e si vede.
Tutto per arrivare al classico gran finale, deludente e moscio che più moscio non si può. E terribilmente monco.
Non sprecate tempo con questo film.
Fame. Saranno famosi… forse
Rifacimento di Fame di altra epoca, il remake americano ripropone le storie e le avventure degli artisti di domani alla Juliard School di New York.
Abbastanza ben recitato, raccoglie giovani talenti nel cast (quasi tutti già visti di qui o di là) che danno però vita a personaggi poco credibili e caricaturali, a tratti macchiettistici.
Al di là delle esibizioni dei singoli (Incredibile “On my own” cantata da Natori Naughton con una voce a dir poco stellare) e di alcuni momenti nell’aula di teatro, alla fine il film non convince. Sarà forse anche colpa di un doppiaggio in alcuni casi decisamente sottotono ma alla fine il ritmo è disomogeneo, spesso frettoloso nel voler far passare quattro anni di scuola in un’ora e mezza.
Si mostrano le storie più o meno lacrimevoli di alcuni, qualche fregatura e qualche esperienza amorosa. Ma finisce lì.
Presi uno per uno i protagonisti sono bravi nei rispettivi campi artistici ma alla fine è un casino in salsa adolescenziale; poca profondità nei dialoghi, nessuna descrizione della fatica, dei sacrifici che questi ragazzi devono affrontare, poca credibilità nei rapporti umani.
Manca il cuore. Mancano i chilometri dei protagonisti, come si direbbe nel blues. La storia alla fine è irrilevante, non lascia nulla.
E’ costruita a tavolino e si vede.
Tutto per arrivare al classico gran finale, deludente e moscio che più moscio non si può. E terribilmente monco.
Non sprecate tempo con questo film.
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